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Telecom: è Recchi il nuovo presidente. Colpo di scena: la lista di minoranza è la più votata

Giuseppe Recchi è il nuovo presidente di Telecom Italia, votato direttamente dall’afflollata assemblea dei soci – Fuori Vito Gamberale dal consiglio, presentato dalla Findim di Marco Fossati – Telco, socio di maggioranza relativa, si deve accontentare dei tre consiglieri assegnati alla lista di minoranza, che risulta (colpo di scena) la lista più votata.

Telecom: è Recchi il nuovo presidente. Colpo di scena: la lista di minoranza è la più votata

Giuseppe Recchi presidente, per la prima volta, votato direttamente dall’affollata assemblea degli azionisti: il 56% del capitale. Fuori Vito Gamberale dal consiglio, presentato dalla Findim di Marco Fossati. Telco, socio di maggioranza relativa, si deve accontentare dei tre consiglieri assegnati alla lista di minoranza, perché la lista più votata.

L’assemblea Telecom si chiude con un colpo di scena: la lista presentata dal Comitato dei fondi è risultata la più votata (50,28%) e ha fatto entrare tutti i suoi candidati. A Telco sono assegnati i 3 consiglieri destinati alle minoranze.

Si è chiusa così la maratona assembleare di Rozzano, che ha sancito la nascita di Telecom Italia public company, come voluto da Marco Fossati, sulla carta sconfitto ma, in un certo senso, vincitore morale della partita. Da oggi Telecom Italia conta su un presidente investito dei suoi poteri dal’assemblea e non dalla sola Telco mentre il board è saldamente vigilato dgli indipendenti.

E’ questo il principale risultato scaturito dopo undici ore di dibattito, assai diverso nei toni dal braccio di ferro del meetng di dicembre, quando Telco evitò una clamorosa sconfitta per un pugno di voti.

Ieri, al contrario, l’assemblea è stata dominata dal fair play, approvazione dei conti compresa. I soci di Telecom hanno approvato il bilancio con una maggioranza bulgara: il 98,05% di voti favorevoli. Contrari l’1,45% dei presenti alla votazione mentre lo 0,5% dei presenti si è astenuto. I soci hanno anche approvato il dividendo alle azioni di risparmio (98,4% favorevoli), la remunerazione (84,8% favorevoli), il cda ridotto a 13 componenti (85,9%), il mandato triennale (99,14%), il compenso totale del cda a 1,9 milioni di euro all’anno (88,61%).

L’unica nota polemica l’ha regalata il discorso d’addio di Luigi Zingales, il on potedo più essere rieletto con la stesa qualifica. ”La buonuscita di Bernabè grida vendetta – dichiara dal palco – anche il convertendo ha dato problemi ma tutto sommato lascio una Telecom migliore di quando sono arrivato 7 anni fa”.

Al contrario Marco Fossati ha assunto fin dal primo intervento i toni della colomba. “Questa è una nuova era e i conflitti e gli strappi non portano a un rilancio – ha detto – supporterò il presidente che sarà votato dalla maggioranza dei soci. Non condividevo invece la vecchia governance dove il presidente era espressione solo di un azionista e non di tutti. Da oggi c’è vita nuova il cda ha una responsabilità maggiore perché il mercato si aspetta di più”. Ma Fossati avverte che “se dovessero emergere nuovi conflitti di interessi, torneremo a chiedere la revoca del consiglio”.

L’ad Marco Patuano incassa la fiducia e, in merito al futuro di Tim Brazil ribadisce il valore strategico di un “paese che rappresenta circa un terzo dei nostri ricavi”, ricordando però che Telecom dovrà comunque fare molti investimenti nel Paese carioca per supportare la crescita.

Per il resto, ecco, in sintesi, le sue risposte ai soci:

TORRI IN BRASILE. La vendita delle torri che Telecom ha in pipeline viene spiegata così: ”Sembra, dai discorsi che si fanno, che questo processo lo facciano società con acqua alla gola: lo ha fatto At&T, Vodafone, in Brasile tutti i competitor, si chiama riallocazione capitale investito”. ”Se lo uso per ripagare il debito lo posso confrontare con il costo di un bond e non sarebbe un buon investimento, in realtà queste operazioni sono fatte per investire in frequenze in Brasile e in fibra ed Lte in Italia”.

RAPPORTI CON LA CDP. ”Ci sono stati vari momenti di dialogo con la Cdp ma fino ad oggi non è scaturito granchè perchè partivamo dall’errata convinzione di separare la rete. Chiarito che la Rete non si separa… forse ci saranno altre modalità ma non le abbiamo ancora esplorate”.

CALO DEL FATTURATO. ”La qualità è sempre più l’elemento fondamentale per orientare le scelte dei consumatori e per rafforzare un posizionamento distintivo capace di allontanarci dai rischi della pure price competition: Le tariffe più basse – conclude – le lasciamo ad altri concorrenti che sulla qualità non sono in grado di seguirci”. M&A. “Non escludo a priori operazioni di rafforzamento sui mercati di riferimento attraverso operazioni straordinarie, ma al momento non c’è nessuna discussione”.

IL RATING. ”Se avessimo cercato di difendere artificialmente il rating invece di metterci a testa bassa a lavorare sarebbe stato un errore…Non sono assolutamente soddisfatto di essere alla guida di un’azienda con giudizio junk ma le garantisco faremo il possibile per tornare investment grade il prima possibile”.

OLIVETTI, PAREGGIO NEL 2015. ”Abbiamo sviluppato un piano che prevede che Olivetti nei prossimi due anni ritorni in pareggio. Il nostro obiettivo è a fine 2015 avere il pareggio operativo di Olivetti. E’ un discreto sforzo . Ovviamente vogliamo uscire dalla parte meccanica e puntare molto di più alla parte piattaforme”.

A STEFANO MAZZITELLI (EX TI-SPARKLE ASSOLTO ASSIEME A SILVIO SCAGLIA PER L’INCHIESTA IVA TELEFONICA). ””Quando tutti gli atti verranno depositati, verrà resa giustizia al tuo onore”. L’ad Marco Patuano lo dice in assemblea rivolgendosi direttamente a Stefano Mazzitelli, ex ad di Telecom Italia Sparkle accusato di truffa e associazione a delinquere, che aveva dovuto dimettersi e poi è stato assolto con formula piena perché il fatto non costituiva reato. Mazzitelli è intervenuto ricordando le tappe della vicenda giudiziaria e puntato il dito contro l’azienda e il cda.

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