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Teatro San Carlo, il Tribunale ordina il reintegro di Lissner e per il ministro Sangiuliano è uno smacco

Il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di Lissner che con un decreto del Governo era stato messo alla porta per raggiunti limiti di età. Il Maestro: “Un atto di giustizia”

Teatro San Carlo, il Tribunale ordina il reintegro di Lissner e per il ministro Sangiuliano è uno smacco

Stéphane Lissner dovrà essere immediatamente reintegrato come sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli. Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli che ha accolto il ricorso presentato dal direttore teatrale francese che lo scorso giugno era stato allontanato dal teatro attraverso un atto con cui la Fondazione del Massimo partenopeo che recepiva un decreto del governo che, equiparando a 70 anni i limiti di età fra italiani e stranieri per direttori artistici di teatri e fondazioni, provocava la cessazione di Lissner dalle sue funzioni con due anni di anticipo rispetto a quanto previsto dal suo contratto. Al suo posto era stato nominato l’ex Ad della Rai Carlo Fuortes. 

Il decreto del Governo e l’allontanamento di Lissner

Il contratto di Lissner con il San Carlo di Napoli sarebbe scaduto nell’aprile del 2025, ma lo scorso maggio il Governo ha approvato un decreto legge contenente i nuovi limiti di età per i direttori stranieri di teatri e fondazioni liriche. Il limite di età è stato fissato a 70 anni, sia per i direttori italiani che per quelli stranieri. Lissner, che ha compiuto 70 anni a gennaio, è stato dunque messo alla porta dopo l’entrata in vigore del provvedimento. E non a caso molti, in quel contesto, avevano parlato di un decreto “contra personam” volto ad allontanare Lissner per far posto a Fuortes, , che a sua volta si sarebbe dimesso dalla Rai per andare a ricoprire il ruolo di sovrintendente del San Carlo, una nomina tra l’altro fortemente voluta dall’attuale ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

L’ordinanza

Il Tribunale di Napoli ha ordinato l’immediata reintegrazione del Maestro Stéphane Lissner nell’incarico di sovrintendente (e, di conseguenza, anche di direttore artistico) del Teatro San Carlo di Napoli. Nel ricorso, Lissner è stato assistito dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista prof. Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi. 

“L’ordinanza cautelare odierna del Giudice del Lavoro Dott.ssa Clara Ruggiero – si legge nella nota – ha deciso, infatti, che il decreto Legge 10 maggio 2023, n. 51 che era stato utilizzato per anticipare la risoluzione del rapporto di lavoro debba interpretarsi nell’unico senso che lo rende compatibile con i principi costituzionali e la previgente disciplina nell’ambito del quale suddetto decreto si colloca. Ciò vale ovviamente anche per quella disposizione ‘contra personam’, che avrebbe trovato applicazione solo per il Maestro Lissner, che prevedeva la cessazione immediata per i sovrintendenti con più di settant’anni, indipendentemente dalla data di scadenza dei contratti in corso. Il tutto, come noto, per liberare il posto di sovrintendente del teatro per il dottor Fuortes e ottenere le sue dimissioni da amministratore delegato della Rai”.

Dunque, con le parole del Giudice: “La revoca ante tempus, rispetto alla naturale scadenza, del contratto di lavoro in corso del Maestro Lissner avente ad oggetto l’incarico di sovrintendente e direttore artistico del Teatro San Carlo deve ritenersi illegittima non rientrando il suo caso nello spettro di applicazione della norma. L’ordinanza aggiunge che, qualora la disposizione fosse stata applicabile al maestro Lissner, sussistevano i requisiti per sollevare una questione di legittimità costituzionale del decreto legge del Governo”.

Lissner: “Un atto di giustizia”

Un atto di giustizia, dopo mesi trascorsi in un ‘limbo’ che non meritavo io ma soprattutto non meritavano il Teatro San Carlo e la città di Napoli”, commenta Stéphane Lissner. 
“Oggi – aggiunge – il Tribunale di Napoli ha dato il primo segnale, fondamentale, di come il mio licenziamento sia stato un atto illegittimo e ad personam, privo di quei contenuti di ‘civiltà giuridica’ che devono guidare ogni ordinamento democratico. Vedo in questa decisione un legame inscindibile con la dimensione europea di cui l’Italia, Napoli e lo stesso Teatro San Carlo sono espressioni autentiche e costitutive. Ora, sono a disposizione per svolgere il mio incarico insieme alle straordinarie persone che lavorano nel Teatro”.

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