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Superdollaro corre verso la parità con l’euro ma il boom dei prezzi del gas frenano le Borse europee

La svalutazione dell’euro, che in settimana ha perso l’1,7%, avvicina la parità con Re dollaro – Oggi le scadenze tecniche per 2 trilioni di dollari sui derivati dominano Wall Street

Superdollaro corre verso la parità con l’euro ma il boom dei prezzi del gas frenano le Borse europee

I venti della recessione soffiano sempre più forti sui cieli roventi d’Europa: il prezzo del gas naturale tocca nuovi massimi, i grandi fiumi sono in secca. L’inflazione dell’Eurozona sfiora la doppia cifra e a settembre i tassi saliranno almeno di mezzo punto, anticipa la tedesca Isabel Schnabel. Le Borse, però, per il momento tengono, anche grazie alla svalutazione dell’euro che in settimana ha perduto l’1,7% (quasi l’1% ieri) e si riavvicina alla parità con il dollaro. Ma adesso?

L’estate sta finendo, incombono i venti freddi dal Nord, forieri di bollette dell’energia più salate. Bank of America ritiene che il rally estivo stia per finire, ma di qui a fine anno i listini europei potrebbero mantenere le posizioni attuali e chiudere l’anno con una perdita nei 12 mesi attorno all’8-9 per cento. Non c’è di che esaltarsi, insomma, ma in certi casi occorre accontentarsi. E magari gratificarsi con un dono di lusso: Rolex ha appena annunciato un aumento record delle vendite, il partner inglese vara il raddoppio del negozio londinese per far fronte alla domanda del turismo. Una strana recessione, insomma.

Future europei in lieve calo. Piazza Affari al top

Il future dell’indice EuroStoxx 50 segna stamane un lieve calo. Ieri Piazza Affari (+1%) è stato il miglior listino dell’Eurozona. In salita anche i rendimenti dei titoli di Stato della zona euro, ma lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata resta in equilibrio a 222 punti base, con tassi rispettivamente a +3,31% e +1,09%.

Le scadenze tecniche dominano le Borse Usa. Crolla la volatilità

L’ultima seduta della settimana potrebbe essere condizionata dai bassi volumi e dalle scadenze delle opzioni su future ed altri derivati. I movimenti riguardano titoli per due trillioni di dollari, una massa di capitali mossi dai traders quantici che, secondo Bloomberg, hanno quasi azzerato la volatilità.

La giornata di ieri di Wall Street si è del resto chiusa con un lievissimo rialzo e potrebbe essere replicata oggi: così almeno dicono i future, sia quelli relativi al mercato azionario americano che europeo. Ieri Dow Jones + 0,06%, S&P +0,23% e Nasdaq +0,21%.

Vola Cisco. Riflettori accesi su Jackson Hole

Da segnalare Cisco: +5,8% dopo i risultati e l’upgrade delle principali case.

I mercati si preparano all’appuntamento clou di fine estate. Tra una settimana esatta Jerome Powell illustrerà a Jackson Hole le strategie d’autunno della Banca centrale. Il prossimo rialzo della Fed a fine settembre potrebbe essere di mezzo punto, ma una parte del Board scommette sullo 0,75%.

In un’intervista al Wall Street Journal, il presidente della filiale di St. Louis, James Bullard, si dice a favore di un rialzo di 75 punti base. Esther George, della Fed di Kansas City, ha detto che la stretta monetaria si fermerà quando ci sarà una completa convinzione della discesa del carovita.

Il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,91%, dal 2,87% di ieri.

Piatte le borse cinesi. I blackout fermano l’industria dell’auto

Continuano ad arrivare segnali inquietanti dall’economia cinese. La siccità sta colpendo pesantemente anche il Drago: il raccolto del riso si annuncia molto difficile, i blackout di energia elettrica sono così pesanti da costringere la prefettura di Chongqing, uno dei principali centri dell’industria dell’auto, a sospendere l’erogazione del servizio per due giorni.

Le borse dell’Asia Pacifico sono poco mosse. Tokyo invariata, +1,3% la settimana. Hang Seng di Hong Kong +0,3%, -1,7% la settimana. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,1%, -0,4% la settimana. BSE Sensex di Mumbai +0,1%, +1,6% la settimana.

*Oggi forse l’accordo Usa-Iran sul petrolio

Petrolio debole dopo due giorni di apprezzamento. Wti a 90,2 dollari il barile: per l’accordo sul nucleare iraniano potrebbe essere questione di ore.

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