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Spread in calo sotto quota 100, staffetta Usa-Ue in Borsa

Tutte in rialzo le Borse europee mentre Wall Street oggi è più debole – Piazza Affari guadagna lo 0,3% ma meglio fanno Francoforte, Parigi e Madrid – Scende ancora il differenziale tra Btp e Bund

Spread in calo sotto quota 100, staffetta Usa-Ue in Borsa

Brillano i listini europei e i titoli di Stato della zona euro all’indomani della riunione della Bce (che ha confermato la sua politica ultra accomodante): lo Stoxx600 aggiorna i suoi massimi storici, mentre l’attenzione degli investitori si sposta sul summit del G7 in Cornovaglia, dove i grandi vorrebbero immunizzare il mondo dal Covid-19 entro il 2022 e mettere all’angolo la Cina. 

Francoforte chiude in rialzo dello 0,76%; Parigi, 0,83%, stappa lo champagne con Laurent-Perrier dopo i conti annuali; Londra +0,64% progredisce con i minerari. Bene Madrid +0,76% e Amsterdam +0,42%. 

Leggermente più arretrata Milano, +0,31%, 25.717 punti, a causa di prese di profitto sui titoli bancari. Cali frazionali colpiscono Intesa -0,57%; Bper -0,34%; Unicredit -0,18%. La maglia nera, tra le blue chip, spetta a Cnh, -0,65%, che ha cominciato a scivolare nelle scorse sedute dopo aver raggiunto un massimo storico di 15 euro per azione. La società ha designato Gerrit Marx alla guida della divisione veicoli industriali, destinata allo scorporo dalle macchine agricole e da cantiere. Bene Diasorin +2,89%, grazie a una raccomandazione positiva di Berenberg. Saipem, +1,6%, passa nelle prime posizioni dopo essersi aggiudicata una commessa da 1,3 miliardi di dollari in Brasile insieme a Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering (Dsma) per la fornitura di un’unità galleggiante di produzione e stoccaggio di greggio e di gas, del valore complessivo di 2,3 miliardi di dollari.

Denaro per Inwit +1,12% e Stm +1,03%, nel giorno del vertice industriale tra Italia e Francia. Nexi sale dello 0,77%, dopo aver aggiornato in seduta i suoi massimi dalla quotazione avvenuta nel 2019.

Tra i titoli a minore capitalizzazione, spicca il +8,55% di The Italian Sea Group che ha guadagnato oltre il 20% in tre sedute dall’esordio in Borsa.

Dopo un avvio positivo si muove cauta Wall Street, che oscilla in una forbice ristretta: il Dow Jones è in lieve calo e il Nasdaq è in lieve progresso, mentre lo S&P500, dopo il record della vigilia e nuovi top intraday, attualmente è incolore. A pesare sull’indice dei 30 titoli a maggior capitalizzazione sono i timori che il piano di spesa per infrastrutture del presidente Joe Biden possa non andare in porto, mentre il settore delle crociere è in fibrillazione per 2 ospiti positivi al Covid su una nave di Royal Caribbean Group. Stabile il mercato dei titoli di Stato, con il tasso del decennale Usa sui livelli della vigilia, ai minimi da tre mesi, intorno a 1,46%. Pare che l’inflazione non faccia più paura, nonostante il balzo dei prezzi al consumo di ieri, più alto delle attese. La ragione è che gran parte dell’aumento a maggio sarebbe dovuto a materie prime e tariffe aeree e perciò si prevede che si rivelerà temporaneo, come ha più volte ribadito la Fed, da cui non ci si aspettano cambiamenti di rotta nella riunione della prossima settimana.

A beneficiare dell’atteggiamento da colomba delle banche centrali è il titolo benchmark decennale italiano, il cui rendimento arretra oggi allo 0,7%, mentre lo spread con il decennale tedesco si abbassa a 97 punti base (-3,14%), nonostante il calo del tasso del titolo teutonico a -0,27%. 

La Banca d’Italia ha intanto rivisto nettamente al rialzo la stima della crescita italiana sul triennio 2021-2023 rispetto alla previsione di gennaio, che è ora compresa tra il 4,9 e il 5%. La stima per l’anno prossimo è del 4,5% e per il 2023 del 2,3%. A gennaio erano, rispettivamente, +3,5%, +3,8% e +2,3 per cento. Cala però il lavoro nel primo trimestre fotografato dall’Istat: il tasso di disoccupazione del primo trimestre 2021 sale al 10,4%, +0,5% sull’ultimo quarto del 2020 e +1,2 punti percentuali sul primo trimestre dell’anno scorso.

 Sempre in tema di banche centrali, ha dovuto invece inasprire il costo del denaro la Banca centrale russa, che ha alzato il suo tasso di riferimento per la terza volta consecutiva, portandolo al 5,5% dal 5%. “Una pressione inflazionistica aumentata in un contesto di ripresa economica” può provocare un aumento dei prezzi “più elevato e più prolungato” del previsto, ha scritto l’istituto in una nota, non escludendo la possibilità di ulteriori rialzi.

Sul mercato valutario l’euro arretra contro il dollaro in area 1,21. Fra le materie prime continuano i progressi del petrolio, mettendosi sulla buona strada per il terzo rialzo settimanale consecutivo, sulle aspettative di una ripresa della domanda di carburante in Europa, Cina e Stati Uniti grazie all’aumento dei tassi di vaccinazione. Il Brent supera quota 73 dollari al barile. Scende l’oro spot, che cede lo 0,8% e tratta a 1882,30 dollari l’oncia.

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