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Smart Home: boom in Italia, ma si può correre di più

Il mercato italiano della casa intelligente è in espansione, ma meno rispetto ad altri paesi europei – Secondo i dati del Politecnico di Milano aumentano conoscenza e diffusione degli oggetti smart ma anche dubbi e preoccupazioni per i rischi di privacy e sicurezza

Smart Home: boom in Italia, ma si può correre di più

Inarrestabile il mercato della Smart Home: la casa intelligente dove le luci si accendono al proprio ingresso, le serrande si spengono con un comando vocale, l’allarme è possibile controllarlo a distanza.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia si è assistita ad una crescita del 40% nel 2019 rispetto al 2018, per un valore di 530 milioni di euro. Una buona crescita, ma ancora lontana da quella dei principali paesi europei, come Germania e Regno Unito (2,5 miliardi) o per la Francia con 1,1 miliardi. Se i rivenditori online e offline avanzano con il 47%, allo stesso tempo, perdono quote di mercato i tradizionali canali di vendita, come produttori, distributori di materiale elettrico e installatori, che ancora riescono a cogliere solo in parte le opportunità offerte dalle nuove soluzioni.

Sono sempre più numerose, invece, le aziende che lavorano al lancio di nuovi servizi per le case intelligenti: dal pronto intervento da parte di agenzie di vigilanza in caso di infrazione, supporti per la riduzione dei consumi energetici, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza per gli anziani. E per far questo, si moltiplicano le alleanze e collaborazioni tra i diversi operatori, in modo da integrare intelligenza artificiale e dati raccolti tramite gli oggetti connessi.

 “Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare – afferma Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things – Una spinta determinante viene dall’espansione di assistenti vocali e dallo sbarco degli Over The Top, che ora puntano a estendere le funzionalità dei loro smart speaker integrandole in dispositivi sviluppati da terzi e supportando attività tipiche dell’e-commerce, come le consegne a domicilio e il monitoraggio delle scorte.

Se da un lato aumentano i consumatori degli oggetti smart, dall’altro crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy del 3% rispetto al 2018. Tanto che le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore pari a 150 milioni di euro, così da rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti.

Al secondo posto troviamo gli assistenti vocali che nel 2019 hanno continuato a trainare le vendite degli altri dispositivi smart per la casa connessa. Crescono gli elettrodomestici ma anche caldaie, termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli apparecchi vocali, e della possibilità di aumentare il risparmio energetico.

Nonostante i grandi passi avanti ci sono ancora diverse barriere da superare. Innanzitutto la comunicazione ai consumatori delle reali potenzialità di utilizzo degli oggetti smart, cresciuta soprattutto con l’ingresso nel mercato degli OTT (Over The Top) ma ancora non adeguata se la paragoniamo ad altri produttori.

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