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Sindrome Lisbona sul debito di Italia e Spagna: occhio allo spread. Piazza Affari inizia in rialzo

La nuova crisi portoghese e le retrocessioni delle agenzie di rating riaccendono l’allarme sul debito sovrano – Quota 300 è la linea del Piave dello spread italiano – Da inizio 2013 l’Eurostoxx ha guadagnato il 5,9% ma Piazza Affari ha perso il 5%: stamani inizio positivo – La Cina frena ma non spaventa – Pioggia di trimestrali per Wall Street

Sindrome Lisbona sul debito di Italia e Spagna: occhio allo spread. Piazza Affari inizia in rialzo

La Cina rallenta. Il dato sul Pil del secondo trimestre conferma il rallentamento dell’economia: +7,5%, contro 7,8% un anno fa (7,6% il dato del primo trimestre). Si prevede che il trend prosegua nel secondo semestre. Si fa così tangibile il rischio che Pechino fallisca l’obiettivo di crescita fissato per il 2013 (+7,5%). Sarebbe la prima volta dal 1998, l’anno della crisi asiatica. 

La reazione dei mercati asiatici (chiusa Tokyo per festività) è stato molto positiva: Hong Kong sale dello 0,4%, Shanghai mette a segno un balzo dell’1,5%. E’ la dimostrazione che si temeva un rallentamento assai più marcato soprattutto dopo che venerdì il ministro delle Finanze di Pechino, Lou Jiwei, parlando a Washington, aveva detto che il suo governo potrebbe tollerare una crescita economica del secondo semestre 2013 significativamente inferiore al 7%. 

EUROPA, PESA IL PORTOGALLO. E L’EFFETTO FITCH SU PARIGI

Si riparte nel Vecchio Continente con due note negative. La settimana si è chiusa con il downgrading del debito francese da parte di Fitch, che si è adeguata ai giudizi di S& P e Moody’s cancellando Parigi dal club della tripla A. Un nuovo segnale di tensione per la periferia d’Europa dopo quello, assai più inquietante, della tripla B inferta da S&P all’Italia. Ma la vera emergenza rischia di essere Lisbona. I rendimenti del Portogallo si sono impennati venerdì di 63 punti base tornando a quota 7,52%. Si torna a parlare, infatti, di aiuti al Portogallo, cui mancano tra i 30 e i 40 miliardi per il prossimo biennio, una prospettiva che rischia di riaccendere le tensioni a Bruxelles e di favorire nuovi attacchi speculativi su Btp e Bonos.

ITALIA, LA LINEA DEL PIAVE E’ A QUOTA 300

il rendimento del Btp a 10 anni è salito venerdì al 4,47%, lo spread col Bund tedesco si è allargato a quota 292, +8 punti base rispetto alla sera precedente, scopo aver superato in giornata quota 300. Torna ad affacciarsi, complice l’instabilità politica, la minaccia di un’estate ad alta volatilità. Il Tesoro può però contare su alcuni punti di forza: a) sono già stati raccolti in sede d’asta 290 miliardi di euro, ovvero il 65% dei 450 miliardi in programma per il 2013 (il 61% un anno fa alla stessa data) ; b) il tasso medio di interesse pagato è stato pari al 2,12(contro il 3,11% di un anno fa); c) nonostante le difficoltà incontrate nell’ultima asta di giovedì, è cresciuto il gradimento per i trentennali (22,1 miliardi raccolti tra i 15-30 anni contro 3,8 miliardi); d) gli investitori domestici controllano di nuovo oltre il 60%dello stock di titoli in circolazione, cui vanno aggiunti i 100 miliardi detenuti d Bce/Eurogruppo

MERCATI AZIONARI. WALL STREET AL TEST TRIMESTRALI

A Wall Street, dopo l’esordio positivo di Alcoa e il boom dei conti di JP Morgan, entra nel vivo la campagna delle trimestrali. Il consensus degli analisti parla di un incremento medio degli utili delle aziende dello S&P pari al 2,4% contro un fatturato quasi invariato. Meglio dello Stoxx 600 europeo (+0,57% a fronte di ricavi in calo del 2,5%) e dello Ftse/Mib italiano (-2% sia utili che ricavi). Il rapporto p/u dell’indice Usa è pari a 16,24 volte. 

Tra le 70 società dello S&P che annunceranno i risultati in settimana figurano General Electric, Verizon, Johnson & Johnson assieme a Microsoft, Google e Ibm. Tra le banche, le più attese l test delle trimestrali, spiccano i test di Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley: il settore bancario è quello che promette i risultati migliori (+19,6%). 

Le rassicurazioni di Ben Bernanke sulla continuazione del QE hanno favorito i nuovi record di S&P: + 3% nella settimana. In parallelo si è fermata la febbre per i T-bond. Gli annunci della banca centrale hanno favorito la ripresa dell’oro: +5,5%. 

MERCATI AZIONARI. Nel 2013 EUROSTOXX SALE DEL 5,9%, MILANO -5%. 

L’indice FtseMib è finito venerdì in ribasso dell’1,5%, vittima di un ritorno di sfiducia sui Paesi della periferia dell’Europa. Nell’arco della settimana la Borsa di Milano ha perso lo 0,6%. Dall’inizio dell’anno Piazza Affari è in calo del 5%, lo Stoxx 600 guadagna il 5,9%. Hanno chiuso poco mosse le Borse europee “core”: Londra invariata, Parigi -0,3%, Francoforte +0,6%. Sotto tiro anche la Borsa di Madrid, in ribasso del 2,1%.  L’indice complessivo delle Borse europee, Stoxx 600, è salito del 2,7%. 

Negli ultimi cinque giorni, le migliori blue chip sono state Fiat +7,9%, Banca Pop.Milano +6,5%, MontePaschi +5,2%, Azimut +4,5%, Saipem +3,4%. Le peggiori sono state: Enel Green Power -5,3%, Fondiaria-Sai -5,3%, A2A -5,2%, Enel -4,8%, Finmeccanica -4,8%. Monte Paschi -2,1%, sotto i riflettori dopo che sabato il tribunale di Siena ha respinto la richiesta della Procura di sequestrare 1,8 miliardi alla banca d’affari giapponese in relazione al derivato Alexandria. Enel e Telecom sono stati i titoli più bersagliati venerdì. 

Enel ha perso il 4,7%, pesantemente impattata dall’annuncio che il governo di Madrid rivedrà le tariffe dell’energia elettrica e le modalità di restituzione del deficit tariffario di 26 miliardi di euro creato in anni da prezzi e costi regolamentati. Forte ribasso anche di Enel Green Power -3,4%. In Spagna Enel è il primo produttore di energia elettrica.

Telecom Italia ha perso il 4,7% all’indomani del taglio delle tariffe di accesso alla rete stabilito dall’Autorità per le comunicazioni. Sul titolo pesa il taglio di S&P sulle utility italiane. Altre note negative: Terna -2,2%, S&P ha abbassato il rating a ‘BBB+’ da ‘A-‘ con outlook negativo. Snam -2%, la stessa agenzia S&P ha abbassato il rating a ‘BBB+’ da ‘A-‘ con outlook negativo dopo il downgrade sovrano sull’Italia di due giorni fa. 

Finmeccanica -2,4%, il gruppo apre a possibili partner stranieri per crescere ma gli investitori non ci credono più, ormai delusi dall’eccessivo immobilismo e dalla debolezza del governo che sembra suggerire ulteriori ritardi al piano cessioni. Fra le banche, Intesa -2,2%, Unicredit-1,6%. Generali ha chiuso in calo dell’1,3%.

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