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Sindaci: in mille firmano la lettera che chiede a Draghi di restare. Ira di Meloni, ma l’appello è bipartisan

Sono ormai più di mille i sindaci firmatari della lettera-appello che chiede a Draghi di rimanere al governo – Meloni contro l’iniziativa, ma anche tra i suoi c’è chi ha aderito

Sindaci: in mille firmano la lettera che chiede a Draghi di restare. Ira di Meloni, ma l’appello è bipartisan

Sono saliti oltre quota mille i sindaci firmatari della lettera aperta pubblicata la settimana scorsa per chiedere a Mario Draghi di restare a Palazzo Chigi. A dare la notizia è stato domenica Stefano Lo Russo, primo cittadino di Torino e uno dei coordinatori dell’iniziativa insieme a Dario Nardella, sindaco di Firenze.

“Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini – si legge nella lettera –, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”.

E ancora: “Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso a uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà”.

L’attacco di Meloni

L’appello è stato attaccato da Giorgia Meloni: “Mi chiedo – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo. E, indipendentemente da chi li ha votati, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”.

La replica di Nardella

A stretto giro è arrivata la replica di Nardella: “L’attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell’onorevole deputata Meloni – ha risposto il sindaco di Firenze – Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Pese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere”.

In effetti, tra i firmatari della lettera aperta a Draghi c’è anche Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo eletto con il centrodestra. La sua presa di posizione non è piaciuta al coordinamento provinciale aretino di Fratelli d’Italia, che in una nota definisce “inaccettabile” la decisione di Ghinelli, perché “anche lui deve rappresentare tutti i cittadini oltre che la sua maggioranza”.

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