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Serbia e Croazia, vola l’export: insieme valgono 3,1 miliardi

I due mercati balcanici offrono opportunità nei settori agro-alimentare, chimico, metallurgico e macchinari: lo scorso anno l’interscambio con Serbia e Croazia è aumentato del 13%, con le esportazioni italiane a segnare, rispettivamente, +8% e +18,4%.

Serbia e Croazia, vola l’export: insieme valgono 3,1 miliardi

L’industria croata vede il predominio del settore agro-alimentare, chimica, legname, mobili, carta e stampa, macchinari e metallurgia. L’indice del volume della produzione industriale, secondo quanto segnala un report della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, nel 2016 ha evidenziato un tasso di crescita pari al 5,0%, mentre ha segnato +3,6% nei primi dieci mesi del 2017. I settori che lo scorso anno hanno segnato le variazioni positive più importanti sono quelli dei prodotti petroliferi raffinati (+14,6%), del legno e i suoi lavorati (+12,4%), mezzi di trasporto (+30,7%), mentre sono calati i prodotti chimici (-14,0%) e i lavorati in metallo (-10,7%).

Allo stesso tempo, in Serbia l’industria vede il prevalere di agro-alimentare, chimica, metallurgia, mezzi di trasporto, macchinari, gomma e plastica. L’indice del volume della produzione industriale nel 2016 ha evidenziato un tasso di crescita pari al +4,7%: nei primi dieci mesi del 2017 si è riscontrata una variazione annua del 3,5% e i settori che hanno segnato le variazioni positive più importanti sono quelli di macchinari meccanici, lavorati in metallo e metalli base, gomma e plastica, prodotti chimici e apparecchi elettrici. In calo i veicoli, penalizzati dagli scioperi e dal fermo della produzione della scorsa estate.

I dati relativi al 2016 sugli scambi commerciali della Croazia con il resto del mondo evidenziano un incremento del valore in dollari delle importazioni (+6,1%) a 21,8 miliardi e delle esportazioni (+6,3%) a 13,6 mld. Nei primi dieci mesi dello scorso anno vi è stata un’ulteriore ripresa dell’interscambio, pari a oltre il 13% (32,9 mld): l’export è stato pari a 12,7 mld (+14,8%) mentre le importazioni ha raggiunto 20,2 mld (+12,1%). Quest’ultime sono costituite in prevalenza da macchinari, prodotti agro-alimentari, minerali, prodotti chimici, tessile e abbigliamento mentre le esportazioni vedono il prevalere di macchinari, prodotti agro-alimentari, prodotti chimici, minerali, tessile e abbigliamento. Se guardiamo alle destinazioni, gli scambi sono intrapresi prevalentemente con Paesi europei (87,5%), in particolare con Germania (14,0%), Italia (12,6%), Slovenia (11,2%), mentre tra i mercati asiatici (7,9%), spicca la Cina (2,0%). Allo stesso tempo, i dati relativi al 2016 sugli scambi commerciali della Serbia con il resto del mondo evidenziano un incremento del valore delle importazioni (+5,5%) a 19,2 miliardi e delle esportazioni (+10,9%) a 14,8 mld.

Inoltre, nei primi dieci mesi del 2017 vi è stata un’ulteriore ripresa dell’interscambio di oltre il 13% (31,9 mld), dove l’export è stato pari a 14,0 mld (+13,5%) mentre le importazioni hanno raggiunto 17,9 mld (+13,0%). Quest’ultime sono costituite in prevalenza da macchinari, minerali, mezzi di trasporto, prodotti chimici, mentre le esportazioni vedono il prevalere di prodotti agro-alimentari, macchinari, metalli, mezzi di trasporto, gomma e plastica. Gli scambi sono prevalentemente con Paesi europei (86,2%), in particolare con Germania (12,9%), Italia (12,2%), Russia (6,8%), mentre tra i paesi asiatici (10,1%) emerge ancora una volta la Cina (4,8%).

Lo stock di IDE in entrata in Croazia a fine 2016 era pari a 27,6 miliardi di dollari (55,5% del PIL), laddove i Paesi europei risultavano essere i maggiori investitori con l’Italia al terzo posto (10,7%). I principali settori di destinazione sono stati quelli di manifattura, servizi finanziari e commercio. Lo stock di IDE italiani in Croazia nel 2016 era di circa 2,8 miliardi di euro: sono presenti oltre 460 aziende attive nel settore energetico, finanziario e assicurativo, tessile e legname. Lo stock di IDE in Serbia a fine 2016 era invece pari a 30,3 mld (68,5% del PIL), dove i maggiori investitori risultavano i Paesi europei, con l’Italia all’ottavo posto (5% del totale).

I principali settori di destinazione sono quelli relativi alla manifattura, alle attività finanziarie e assicurative, al commercio e al minerario estrattivo. In riferimento agli scambi con l’Italia, sulla base dei dati Istat nel 2016 le esportazioni nostrane in Croazia sono calate dell’1,0% e hanno raggiunto 2,6 miliardi di euro, mentre le importazioni sono cresciute dell’8,3% a 1,5 mld. L’interscambio nei primi otto mesi del 2017 ha segnato un incremento del 15,2%, raggiungendo i 3,0 mld: le esportazioni sono aumentate del 18,4% a 2,0 mld, trainate dai prodotti petroliferi raffinati, mentre le importazioni sono state pari a 1,0 mld (+9,5%), grazie al vivace andamento dei comparti minori.

Se invece guardiamo ai flussi commerciali con la Serbia, nel 2016 le esportazioni italiane sono cresciute del 2,3% e hanno raggiunto 1,5 miliardi di euro, mentre le importazioni sono calate del 2,0%, a 1,8 mld. L’interscambio dell’Italia con la Serbia nei primi otto mesi del 2017 ha segnato un incremento del 4,1%, raggiungendo i 2,3 mld: le esportazioni sono aumentate dell’8,0% a 1,1 mld, trainati dai metalli, mentre le importazioni sono state pari a 1,2 mld, con un incremento dello 0,9%, penalizzati dai mezzi di trasporto.

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