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Semestrale Wind: ricavi in calo sia dalla telefonia mobile che fissa

I risultati del primo semestre 2014 di Wind sono in netto calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – Ricavi totali per 2.290 milioni di euro, in diminuzione dell’8,2% – Ricavi da telefonia mobile in calo dell’8,6%, mentre da fissa si registra un decremento del 7,2%.

Semestrale Wind: ricavi in calo sia dalla telefonia mobile che fissa

I conti di Wind del primo semestre 2014 fanno registrare un forte decremento nei ricavi. Il dato totale delle entrate segna un -8,2% rispetto al gennaio-giugno 2013. Male i risultati della telefonia mobile, che fanno registrare una flessione del fatturato dell’8,6%, mentre il calo della telefonia fissa è del 7,2%.

L’azienda fa sapere che i dati negativi della telefonia mobile sono ascrivibili al taglio della tariffa di terminazione mobile, che però già dal prossimo trimestre risulterà nullo. A pesare, inoltre, c’è stato il blackout di giugno che ha mandato offline tutta la rete Wind per quasi un’intera giornata. 

Le cause della flessione dei ricavi della telefonia fissa sono invece da imputare al fenomeno di “sostituzione della telefonia fissa con quella mobile e per la maggiore diffusione dei pacchetti bundle che vengono preferiti ai servizi a consumo”.

Cala anche l’Ebitda: -7,6% nel periodo concluso lo scorso 30 giugno, a 865 milioni di euro. Wind fa però sapere che “il margine è in aumento del 37,8% grazie alle iniziative strutturali di contenimento dei costi intraprese su tutte le principali voci di spesa”.

A far registrare una aumento è invece il segmento broadband, che ha visto salire i ricavi del 3,5%, grazie all’aumento della componente Ull in crescita del 5,4%. Anche il segmento della rete mobile fa segnare un buon aumento dei ricavi segnando un +21,1%. 

Infine nei primi sei mesi dell’anno la controllata Wind Acquisition Finance S.A ha ottimizzato la propria struttura del capitale rifinanziando circa 8 miliardi di euro di debito e, in un’operazione distinta, riducendo il costo annuo del debito da 9% a 6%. Le due operazioni di rifinanziamento garantiranno un risparmio sugli interessi di circa 300 milioni di euro l’anno.

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