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Scuola, contratto: a maggio gli arretrati, a giugno gli aumenti

Siglato definitivamente il nuovo contratto del personale della scuola – A maggio arriverà l’una tantum fino a 6-700 euro pro capite per recuperare gli arretrati – Da giugno scattano gli aumenti tra 80 e 100 euro lordi mensili – Ancora in attesa invece i presidi.

Scuola, contratto: a maggio gli arretrati, a giugno gli aumenti

Soldi in arrivo per gli insegnanti e per il personale tecnico-amministrativo della scuola. Dopo un’attesa di oltre 8 anni i sindacati Cgil, Cisl e Uil e, con riserva, la Gilda hanno firmato con l’Aran il testo del nuovo contratto 2016-8 per il personale della scuola, che comprende 1 milione e 200 mila dipendenti, di cui oltre un milione nella scuola, oltre 53 mila nell’università (ma esclusi i professori), 24 mila negli enti di ricerca e 9.500 nell’alta formazione artistica e musicale (Afam).

Già nel mese di maggio gli insegnanti e il personale tecnico-amministrativo potranno percepire, sotto forma di una tantum, gli arretrati che arriveranno a 6-700 euro pro-capite. Da giugno scatteranno invece gli aumenti contrattuali veri e propri che ammonteranno a 80-100 euro lordi mensili.

Più precisamente per gli insegnanti (dai maestri di infanzia e primaria ai professori laureati delle superiori) l’aumenrto complessivo medio è di 96 euro lordi al mese, mentre per il personale tecnico-amministrativo (Ata) è mediamente di 84,5 euro. Per i docenti Afam l’aumento medio lordo è di 105 euro mensili, per il personale tecnico dell’università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l’Asi (Agenzia spaziale italiana) di 118 euro.

Il contratto, tra le varie novità che prevedono tra l’altro l’immediata licenziabilità di docenti rei di molestie sessuali verso i loro alunni, ripristina il vincolo triennale nei trasferimenti dei docenti, che dovranno rimanere per almeno tre anni nella scuola assegnata e richiesta volontariamente (un anno invece per gli altri).

Tutto fermo invece per il rinnovo del contratto dei 7 mila presidi, che dovrebbero ricevere un aumento mensile lordo di 350 euro da qui al 2020 ma sono ancora in attesa dell’atto di indirizzo del Ministero dell’Economia che, con tutta probabilità, sarà il nuovo governo ad emanare.

 

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