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Scott Fitzgerald, scrittore e simbolo dell’etá del jazz

“A volte mi chiedo se io e Zelda siamo persone reali o non siamo piuttosto personaggi di un mio romanzo” osservò Lo scrittore quando cominciò ad avere successo.

Scott Fitzgerald, scrittore e simbolo dell’etá del jazz

Furono molti a rimanere sorpresi quando Francis Scott Fitzerald morì nel 1940, visto che molto credevano che fosse già morto vista la sua vita, consumato dalla malattia, dall’alcolismo e da un’esistenza tragica.

Furono gli anni successivi a riscoprirlo ome scrittore, cronista e, in un certo senso, l’incarnazione stessa di un ‘epoca che egli stesso definì “l’etá del jazz”. Di qui il successo della versione cinematografica del “Il Grande Gasby” tratto dal suo romanzo più famoso, ma anche The Last Tycoon (Gli ultimi fuochi). Perché dopo anni dove le sue opere erano praticamente ignorate, diventa improvvisamente interessante? La risposta va trovata nel fato. Fitzgerald riuscì a cogliere e a rendere il senso di un’etá più semplice e spensierata con intuizione lirica e vivida immediatezza.

Come Jay Gatsby, il Fitzgerald stesso era capace di una intensa rispondenza alla vita. “Era come se stesse programmando senza posa sempre nuove delizie, libri da leggere, luoghi da vedere”. Era innamorato della vita, anche se poteva ritenersi deluso lui stesso non si sentiva all’altezza delle sue aspirazioni.

L’espressione stessa “eroe alla Fitzgerald” sta a significare una persona una persona circondata da un alone romantico con fascino ammaliante come lo scrittore. Tutti i suoi eroi avevano qualcosa in comune con Fitzgerald stesso.

Il suo genio si manifestò molto presto. nel 1908,quando aveva 12 anni e viveva a St. Paul, nel Minnesota, aveva già scritto un racconto poliziesco, allestito rappresentazioni teatrali con degli amici, e si era anche innamorato.

Princenton gli piaceva, ma al terzo anno abbandonò in quanto si ammalò di malaria. Le sue condizioni di salute migliorarono abbastanza da consentirgli di arruolarsi nell’esercito quando l’America intervenne nella prima guerra mondiale.

Inviato a Camp Sheridan vicino a Montgomery, nell’Alabama, conobbe  Zelda Sayre, una ragazza bionda di 17 anni ricca di temperamento e incominciò a corteggiarla con passione. Questo periodo fu interrotto usando il continente di Scott ricevette l’ordine di trasferimento oltremare, ma fortunatamente la guerra finì proprio mentre egli stava per salpare per la Francia. Dopo il congedo, si recò a New York per guadagnare il denaro sufficiente a sposare Zelda. Trovò anche lavoro presso un’agenzia di pubblicità, edi notte scriveva racconti -fino a 19 in tre mesi – e lettere appassionate a Zelda. Ma nessuno di questi scritti furono presi in considerazione dagli editori.

Scoraggiato, lasciò l’impiego, si prese una sbornia e tornò a casa a St. Paul per terminare il romanzo a cui lavorava fin da quando frequentava l’Universitá. Quando Thos Side of Paradise fu pubblicato nel 1920 il successofu immediato. A soli 23 anni ormai considerato la voce dell’etá del jazz, e le riviste lo tempestavano di richieste di avere nuovi racconti.

La fine della guerra vedeva l’America in un clima di esaltazione e per i numerosi rialzi borsistici. Anche Scott e Zelda vennero trascinati dal clima di euforia, bevevano champagne, giravano in taxi senza meta è non mancarono di tuffarsi nella fontana al Plaza Hotel di New York.

A seguito si recarono in Europa e vagabandarono per il continente come zingari, mentre Scott scriveva racconti brillanti e considerando la vita sfrenata che conduceva si sarebbe potuto pensare che sale sue opere nascessero per magia.

Tornarono a St. Paul quandonacque la loro prima figlia e dopo la pubblicazione del secondo romanzo The Beautiful and Damned si trasferirono nuovamente a New York, comprarono una Rolls Royce usata e andarono ad abitare a Long Island dove davano fastosi ricevimenti. Pur in mezzo ad una montagna di frivolezze, Scott continuava a scrivere, fermamente deciso a diventare un autore di successo. il sogno si realizzò nel 1925 con la pubblicazione del Grande Gasby, romanzo in cui lui stesso inseguiva un illusorioso sogno romantico. I critici erano entusiasti e molto altri scrittori elogiarono il suo lavoro, come H.L. Encken e Gertrude Stein che definirono il romanzo, il primo grande passo in avanti della narrativa americana dopo Henri James.

Nel 1920 la crisi scoppiò, la Borsa crollò, Zelda ebbe il primo collasso nervoso e fu ricoverata in una clinica svizzera, trascorrendo così il resto della sua vita entrando e uscendo da ospedali psichiatrici e trovando la morte in una di esse.

Scott dovette far fronte anche ai debiti che aumentavano ma non dimenticava mai la figlia. In una lettera che le scrisse, indicò tutta una serie di raccomandazioni di non preoccuparsi di ciò che pensava la gente e dell’insuccesso ameno che non ne sei il responsabile. Scriveva consigli alla sua Scottie ma la sua vita diventava ogni giorno più difficile da sostenere.

Tormentato dai debiti, dalla depressione, dall’alcolismo e dall’insonnia, diede espressione al proprio stato di infelicitá con una frase memorabile “Quando nell’animale tenebre della notte sembrano più fitte, in realtà, l’alba è vicina”.

Il suo quarto romanzo Tender Is The Night, venne pubblicato nel 1934 ma passò del tutto inosservato al punto da prendersi un vero esaurimento.

Quando si rimise dall’esaurimento lavorò alla sceneggiatura di Via col vento, ma fu presto esonerato dall’incarico. Venne poi assunto come collaboratore dello scrittore Budd Schulberg  mafu licenziato perché beveva troppo.

Scriveva racconti per le riviste che lui però definiva “robaccia” solo per trovare il tempo di finire un altro suo romanzo “Last Tycoon”.

Venne colpito da un attacco cardiaco e le riviste si rifiutarono di pubblicare i primi capitoli del romanzo, ma pur costretto aletto continuò a scrivere , magari una sola pagina al giorno, ma tutte buone,  come lui stesso diceva.

Tutti coloro che hanno desiderato con tutto il cuore di fare un buon lavoro, anche se muoiono prima di aver avuto il tempo di firmarlo”. Ed è così che nel 1940 cede alla morte, aveva solo 44 anni.

Scott nella sua carriera scrisse 160 racconti, fra i quali, alcuni dei più belli della letteratura americana. Così aveva scritto ne Il Grande Gasby: Dopo la morte di Gasby, l’Est divenne per me un ‘ossessione”.

 

 

 

 

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