La Grecia preoccupa ma non troppo. Ameno non abbastanza da impedire a Tokyo +0,3% di segnare un nuovo record dall’inizio del 2000.
Intanto in Usa brilla il Nasdaq, che ha chiuso in rialzo la settima seduta consecutiva a quota 4.924,70normai ad un passo dal record (a 5.048,62) del marzo 2000.
Frenano invece gli indici di Wall Street: Dow Jones – 0,24%, S&P 500 -0,12%. A pesare, più delle tensioni dell’eurozona, è stato l’andamento ondivago del greggio.
Guadagna posizioni però il dollaro, trattato a 1,1369. Ieri mattina, quando l’accordo sulla Grecia sembrava cosa fatta, l’euro valeva 1,1450.
Il market mover di giornata resta il tentativo di un accordo in extremis tra la Grecia ed i suoi creditori europei. Le Borse del Vecchio Continente restano ottimiste, a giudicare dalle chiusure.
A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,6% a 21.789 punti. Francoforte è salita dello 0,37%, Parigi dello 0,71%, Madrid dello 0,97%. Alla festa partecipa anche Atene +1,06%. Solo Londra ha ceduto lo 0,13%.
Dopo essere sceso in mattinata sotto la soglia dei 120 punti base, lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 121 punti base. Il rendimento del decennale è all’1,60%.
L’appuntamento è per le 15. A quell’ora si terrà l’ennesimo, ma stavolta decisivo, confronto tra la delegazione greca e l’Eurogruppo. Atene ha avanzato ieri mattina la richiesta di estensione di sei mesi del programma di aiuti impegnandosi a mantenere l’equilibrio di bilancio durante questo periodo, a fare riforme immediate per combattere l’evasione fiscale e la corruzione e ad avviare la crescita economica.
La Germania ha risposto no: manca, a detta di Berlino, l’impegno a rispettare gli accordi già siglati. Al contrario, il portavoce del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha parlato di “un segno positivo che spiana la strada ad un compromesso ragionevole nell’interesse di tutta l’Eurozona”. Secca la replica di Atene: il documento è lì, da accettare o da rifiutare.
TELECOM INCORPORA TIMEDIA. E SVELA IL BUSINESS PLAN
Si profila una giornata intensa per Telecom Italia, ieri finita in calo dell’1,2% in contemporanea con lo svolgimento del cda dedicato ai conti ed al business plan che verrà illustrato oggi al mercato.
Intanto è stato dato il libera dei Cda alla fusione per incorporazione di Telecom Italia Media nella capogruppo. Il rapporto di cambio preliminare, si legge in un comunicato, è stato fissato in 0,66 ordinarie e 0,47 risparmio per ogni azione della stessa categoria di TI Media. Non sono previsti conguagli in denaro.
L’alternativa al concambio per gli azionisti è il recesso a prezzi di mercato: 1,055 euro per ciascuna azione ordinaria e 0,6032 uuro per le risparmio.
Si sgonfia invece l’indiscrezione sul presunto interesse dei fondi di private equity per l’ex incumbent. Tarak Ben Ammar, all’uscita dal consiglio, ha liquidato le voci con una battuta. “Come per Trujillo – ha detto riferendosi alle voci estive su presunti contatti con il finanziere americano – anche questi vengono da Disneyland”
OIL
Il settore peggiore in Europa è stato quello dei titoli Petroliferi (Stoxx -2,3%) che riflette la brusca discesa del greggio: il Brent ha perduto il 3% a 58,8 dollari al barile, il Wti – 3,6% a 50,2 dollari. In serata però è partito un recupero dei prezzi: +0,8% a 51,57 dollari al barile.
Giornata amara per Tenaris – 4,2% a 12,91 euro, peggior blue chip di giornata dopo la diffusione dei dati del quarto trimestre. L’utile netto si è dimezzato rispetto a un anno prima a 195 milioni di dollari.
La società ha spiegato in una nota che la caduta del prezzo del petrolio ha spinto le società dell’energia a tagliare i piani di investimento nella trivellazione, ne deriva anche un calo della domanda di tubazioni speciali senza saldatura. “Nel corso del 2015 le nostre vendite in Usa e Canada saranno penalizzate dalla drastica riduzione dell’attività di trivellazione”, si legge nel comunicato. Anche in altre aree del pianeta ci sono problemi analoghi.
In calo anche Eni ha perduto lo 0,8% a 16,12 euro. Ma sul titolo sono fioccate ieri le promozioni dei broker dopo i conti 204.
In particolare Goldman Sachs ha confermato il titolo nella Conviction Buy List, con un prezzo obiettivo di 17 euro. Deutsche Bank ha alzato il target price a 18 euro dai 17,5 precedenti. Giudizio Hold confermato.
Saipem è scesa dell’1,5%.
Settimo rialzo consecutivo per Saras che arretra dai massimi segnati in mattinata a 1,29 euro e chiude in guadagno del 2,2% a 1,2360 euro. La quotazione è tornata sui livelli del maggio scorso. Il titolo si avvia a chiudere la sesta settimana consecutiva positiva: il rialzo da lunedì è pari al 15%.
Kepler Cheuvreux ha promosso il titolo a Buy da Hold e ha alzato del 50% il prezzo obiettivo a 1,50 euro da 1 euro. Mediobanca ha ribadito la raccomandazione Outperform, portando il target price a 1,82 euro da 1,14 euro.
AUTO RECORD, FCA INNESCA IL TURBO
In testa all’Eurostoxx ci sono i titoli Automotive (+0,9%).
Fiat Chrysler ha terminato la seduta in rialzo del 3,9% su nuovi massimi dal marzo 2000 a 13,35 euro.
Gli analisti di Exane Bnp Paribas hanno promosso il giudizio a Outperform da Neutral, fissando un target price a 15 euro da 13,70 euro. Il report guarda già al dopo Ferrari. Il nuovo driver del rialzo sarà, secondo gli analisti, la ripresa del mercato europeo. Ma non si esclude un’operazione di spin off di Maserati, in forte crescita.
Proseguono intanto i preparativi per lo scorporo di Ferrari. Piero Ferrari ha detto che la famiglia non ha intenzione di cedere il suo 10% di Ferrari, dopo la quotazione in borsa. “Non ho mai venduto e non ho intenzione di farlo”, ha detto Piero Ferrari a margine di una presentazione a Modena.
Il titolo Fiat Chrysler registra una performance dal primo gennaio ad oggi a +39%.
Bene Pirelli +1,2%, Cnh Industrial +1,9% e Exor +2,2%. Bene Bene Pirelli +1,2%.
LA RIFORMA DELLE POPOLARI IN AULA DAL 9 MARZO
E’ proseguito il rialzo delle banche: Il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto legge banche popolari e investimenti, ora all’esame della Camera, scade il prossimo 26 febbraio e verosimilmente il voto in commissione dovrebbe avvenire dal 2 al 6 marzo, per poi approdare in aula dal 9 al 13 marzo
In grande ripresa MontePaschi salita del 4,7%.
Sotto i riflettori anche Bper +4,1%, avviata ad essere senz’altro una delle protagoniste della prossima stagione di M&A tra le Popolari.
In rialzo anche il Banco Popolare +1,4% e la Bpm +0,9%. Tra i Big Unicredit +1,2%, Intesa ha chiuso invariata.
ENEL NON VENDE PIU’ LA ROMANIA
Enel ha guadagnato l’1,02% dopo avere sospeso il processo di vendita degli asset in Romania, avendo già raggiunto il target sul debito.
La controllata Enel Green Power -0,16% ha invece avviato i lavori per la costruzione di due nuovi impianti fotovoltaici nella municipalità di Tacaratu, nello stato di Pernambuco, nel nordest del Brasile.
Tra gli altri temi della giornata:
Ripiegano Rcs-1,77% e Mondadori-1,14% dopo la conferma da parte della casa editrice di Segrate di un interesse per Rcs Libri, denaro invece su Moncler +2,52% e Autogrill +2,34%.
Fra le small caps strappa Zucchi, la società partecipata da Gigi Buffon in rialzo del 14,12%