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Salmone, guerra miliardaria a colpi di Opa ma allevamenti sotto accusa

In Norvegia s’è aperta una guerra miliardaria per la conquista della produzione dei pregiatissimi salmoni: SalMar e Nts si contendono il controllo della Norway Royal Salmon, società quotata in Borsa che vende il delizioso pesce in tutto il mondo – Ma nella Patagonia argentina niente più allevamenti

Salmone, guerra miliardaria a colpi di Opa ma allevamenti sotto accusa

Annata turbolenta per il salmone. Uno dei pesci più apprezzati a tavola è stato prima oggetto del popolarissimo documentario di denuncia sulle condizioni degli allevamenti, diffuso da Netflix e dal titolo Seaspiracy, poi, proprio sull’onda dell’indignazione, ha portato l’Argentina a prendere una storica decisione: è il primo Paese al mondo a vietare rigorosamente e integralmente gli allevamenti di salmone. Lo ha deciso nelle acque del Canale di Beagle di sua giurisdizione, in Patagonia, mentre dall’altra parte della stessa regione, in territorio cileno, continuano a imperversare situazioni discutibili per l’ambiente, l’etica e la salute dei consumatori, così come in Scozia e in Norvegia. Proprio dalla Norvegia l’ultimo capitolo della saga del pesce che nuota controcorrente: la guerra delle Opa.

Stavolta la disputa non è né alimentare e nemmeno ambientalista: è tutta di natura finanziaria. Nel Paese scandinavo si sta infatti combattendo una guerra miliardaria per la conquista della produzione di salmoni, il cui mercato sta ulteriormente crescendo nell’ultimo anno, grazie alla forte domanda e al crollo del suo prezzo: oggi il delizioso pesce rosaceo, a dispetto delle condizioni spesso discutibili in cui è allevato, costa “solo” 5 euro al chilo, un quarto in meno rispetto a marzo 2020. A confrontarsi nella “guerra” sono due colossi nazionali del settore, SalMar e Nts, che si contendono il controllo di Norway Royal Salmon, altro gigante dell’allevamento ittico che per il 2021 stima una produzione di 52.000 tonnellate di salmone (eviscerato) tra Norvegia e Islanda vendute in tutto il mondo (+70% rispetto a un anno prima). Su Norway Royal Salmon — quotata alla borsa di Oslo — è stata lanciata venerdì un’Opa da Salmar — anch’essa quotata — a 270 corone norvegesi (25,46 euro) per ogni azione di Royal Salmon.

L’offerta è una sfida diretta a Nts, anch’essa quotata a Oslo, che aveva lanciato a sua volta a luglio un’Opa su Royal Salmon, respinta dal board perché troppo ritenuta troppo bassa, ma che già detiene il 37,18% del capitale della rivale. L’Opa annunciata da SalMar riconosce invece ai soci un premio del 12,5% rispetto all’offerta di Nts, che a sua volta è stata di recente alzata da 209 a 240 corone (da 20,16 a 23,15 euro) per azione e prorogata dal 16 al 26 agosto. Tutto questo sta facendo sì che il valore in Borsa di Royal Salmon è cresciuto del 54% in poche settimane: con l’offerta di Salmar viene stimata 11,76 miliardi di corone (1,16 miliardi di euro). I mercati però si attendono ulteriori rilanci: il titolo Royal Salmon quota oltre il prezzo di offerta a 277,5 corone, con un guadagno del 14,2%. Positive anche le azioni delle sfidanti SalMar (+2,13% a 585 corone) ed Nts (+2,19% a 93,2 corone).

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