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Saipem, in arrivo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro: aumento di capitale e rinegoziazione del debito

Saipem prepara la strategia per risanare le sorti della società che potrebbero includere iniezione di liquidità, vendita di attività e rinegoziazione del debito – Il titolo cede l’1,64

Saipem, in arrivo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro: aumento di capitale e rinegoziazione del debito

Saipem sta considerando un pacchetto di ristrutturazione da circa 4 miliardi di euro che potrebbe includere un aumento di capitale di circa 2 miliardi di euro, la rinegoziazione di una linea di credito da 1 miliardo e l’incasso di un altro miliardo dalla vendita di una delle sue divisioni di perforazione. Sono le indiscrezioni riportate dall’agenzia finanziaria americana Bloomberg non ancora confermate dalla società italiana di ingegneria per l’energia. Rumors che inizialmente avevano fatto recuperare terreno in Borsa, ma che si sono già sgonfiate: alle ore 11,15 le azioni Saipem segnano -1,64% a 1,14 euro quando il Ftse Mib cede lo 0,27%.

Il sostegno a Saipem si è reso necessario dopo l’annuncio dello scorso 31 gennaio di una perdita 2021 peggiore delle attese e superiore ad un terzo del capitale sociale (oltre 700 milioni di euro), arrivando a perdere oltre il 40% del suo valore in borsa, con una capitalizzazione che si è assottigliata a 1,1 miliardi di euro. Le deliberazioni sono in corso e nessuna decisione finale sull’aumento di capitale, sull’estensione del finanziamento (tra l’altro le società ha 500 milioni di euro di obbligazioni in scadenza all’inizio di aprile) o su qualsiasi cessione è stata presa. Il piano di revisione sarà reso noto il 15 marzo con la presentazione del nuovo piano industriale, mentre i risultati del 2021 saranno diffusi in occasione del consiglio di amministrazione previsto per mercoledì 23 febbraio.

A gennaio, l’azienda ha detto che avrebbe valutato un aumento di capitale e avrebbe parlato con i suoi creditori dopo aver emesso un “warning profit”. I due principali azionisti di Saipem – Cassa Depositi e Prestiti per il 12,5% e la compagnia petrolifera e del gas Eni per il 30%, anch’essa controllata dallo Stato – hanno monitorato da vicino la situazione. Nei giorni scorsi i due soci hanno voluto rafforzare il management della società guidata da Francesco Caio, inserendo Alessandro Puliti come direttore generale, mentre Paolo Calcagnini di CDP è stato incaricato di guidare una nuova unità di supervisione sulla pianificazione e il controllo finanziario.

Il crollo di Saipem: cause

Ma cosa ha portato il rosso di bilancio? La società guidata da Francesco Caio sta lottando per far fronte al rincaro delle materie prime, ai dissesti nella logistica e ha dovuto fare i conti con il congelamento di molte attività di esplorazione ed estrazione causato dalla crisi pandemica. Anche molti progetti di energia verde hanno affrontato diversi ritardi. A gravare sul bilancio anche lo stop dei lavori in Mozambico – commissionati dal gruppo francese Total – che ha causato una riduzione dei ricavi superiore al miliardo di euro.

Saipem e la maxi multa dell’Algeria

Altra tegola che pende su Saipem è la multa da 192 milioni di euro da parte del Tribunale di Algeri, mentre il Tribunale di Milano aveva assolto la società in via definitiva, per gli stessi fatti, il 14 dicembre del 2020. La sanzione riguarda la commessa Gnl3 in Algeria assegnata nel 2008 a Saipem, Saipem Contracting Algérie e Snamprogetti Algeria Branch ad oggi conclusa. Le tre società sono state accusate di: “maggiorazione dei prezzi in occasione dell’aggiudicazione di contratti conclusi con una società pubblica a carattere industriale e commerciale beneficiando dell’autorità o influenza di rappresentanti di tale società” e di “false dichiarazioni doganali”. La sanzione non verrà pagata dato che la multinazionale italiana ricorrerà in appello.

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