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Russia-Ucraina, ma anche inflazione e petrolio spingono le Borse in zona correzione

Alla base delle difficoltà delle Borse non ci sono solo i venti di guerra, ma anche il boom del petrolio e l’inflazione galoppante che spiazzano le banche centrali

Russia-Ucraina, ma anche inflazione e petrolio spingono le Borse in zona correzione

Investiti dai venti di guerra in Ucraina e dall’aumento delle materie prime che alimenta l’inflazione già sfuggita di mano alle banche centrali, i mercati finanziari guardano con grade preoccupazione per quota 4.300. Se l’indice S&P (oggi a 4.304) bucherà questo livello al ribasso, dicono i tecnici, i listini americani rischiano un calo fino ad un ulteriore 10%, tanto quanto già andato in fumo nel 2022. Le Borse, a caccia di una bussola, tentano di ribellarsi a questo destino, come dimostra la tenuta dei prezzi accompagnata da forte volatilità. Ma, tra Donbass e nuovi rialzi dell’inflazione (decisivo il dato sui prezzi al consumo Usa in uscita venerdì), gli operatori sono ormai scesi in trincea.

Il future dell’S&P500 è in rialzo stamane dello 0,7%. Nella seduta di ieri, chiusa in calo dell’1%, il benchmark della Borsa degli Stati Uniti è entrato in quella che gli analisti tecnici definiscono l’area di correzione. Un indice, o il prezzo di un asset, corregge quando perde più del 10% dai massimi recenti. L’S&P500 è il 10,2% sotto il record toccato il 2 gennaio. Dow Jones -1,42%, Nasdaq -1,23%.

Le borse dell’Asia Pacifico tengono il passo dei future di Wall Street e salgono. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,7%. Kospi di Seul +0,5%, Taiex di Taiwan +0,5%. La Borsa di Tokyo è chiusa.

L’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,8% e l’Hang Seng Tech l’1,8%. Nella ex colonia inglese, sotto stress per la nuova ondata di contagi, aspettano l’imposizione di misure anti-epidemia. In un’intervista a Bloomberg, il parlamentare Michael Tien propone nove restrizioni pesanti. Il segretario alle finanze Paul Chan ha annunciato una spesa di 170 miliardi di dollari di Hong Kong (21,79 miliardi di dollari) in misure a sostegno dell’economia.

New Oriental, una delle più importanti scuole private cinesi, ha chiuso l’anno con una perdita di 876 milioni di dollari per effetto delle regole imposte dal presidente Xi.

Stamane arrivano da Mosca dichiarazioni distensive da parte di Putin. Ma sul terreno cresce la pressione militare, mentre entrano in vigore le prime sanzioni, prima fra tutte lo stop al gasdotto North Stream.

I provvedimenti Usa riguardano due banche, il debito sovrano (che viene tagliato fuori dal mercato occidentale), personaggi russi e loro familiari.

Joe Biden non ha intenzione di partecipare ad un summit con Vladimir Putin. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki poco dopo che il segretario di stato Usa Antony Blinken ha cancellato l’incontro con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, previsto per giovedì.

Il petrolio Brent e WTI è in rialzo a 99,50 dollari. Oro poco sotto quota 1.900 dollari, in lieve calo. Treasury Note a dieci anni a 1,94%, da 1,85% di ieri. Poco mosso il mercato delle valute: ieri il rublo ha chiuso in rialzo dell’1%, dal -3% di lunedì.

Medvedev: pagherete il gas 200 dollari a metro cubo

I venti di guerra hanno soffiato per tutta la giornata. Ma, a sorpresa, dopo lo sbandamento iniziale i listini europei hanno recuperato le perdite. Nemmeno la decisione tedesca di congelare North Stream interrompendo l’iter di certificazione del gasdotto (valore 11 miliardi di euro, proprietà Gazprom) in risposta alle mosse di Mosca ha messo fuori gioco il lavoro delle diplomazie, anche se il cancelliere Scholz ha sottolineato che si tratta “di un atto politico provocato da una grave violazione del diritto internazionale”.

Sarcastica e minacciosa la replica di Dmitri Medvedev, il presidente-gregario che ha sostituito a suo tempo Putin: “Benvenuti nel mondo ardimentoso in cui gli Europei pagheranno fino a 200 dollari per un metro cubo di gas”. Il clima gelido tra le parti, nonché la pressione al rialzo sul petrolio, non ha però provocato una frana sui mercati. Forse perché gli operatori non vogliono perdere l’eventuale rimbalzo in caso di un accordo.

Ma la Bce rallenterà l’ascesa dei tassi

Oppure forse perché, almeno nel breve, i mercati che hanno finora scontato mosse più aggressive sui tassi da parte del Consiglio direttivo della Bce stanno facendo marcia indietro rispetto alle loro posizioni iniziali: la prospettiva di una politica monetaria più restrittiva è stata oscurata dalle tensioni in Ucraina foriere di recessione. Guardando alla curva Overnight Index Swap dell’Eurozona, i mercati monetari scontano ora solo un rialzo completo da 25 punti base entro dicembre.

L’inflazione italiana ai massimi dal 1996

L’incertezza è tanta e sta già costando molto. Continua a correre il gas, che è arrivato a guadagnare fino al 13%; il petrolio in serata ha raggiunto quota 99,50 dollari al barile, con un immediato impatto sull’inflazione. L’Istat conferma che l’aumento in Italia, a gennaio, ha toccato i massimi dal 1996: la stima per i prezzi al consumo è +1,6% mese, +4,8% su base annua.

Spread sulle montagne russe: chiude a 172

In un mercato assai volatile, il rendimento del Btp a 10 anni è passato dal minimo di 1,88% al massimo di 1,97%, mentre quello dell’equivalente tedesco da un minimo di 0,15% a un massimo di 0,28%.

Di conseguenza, lo spread Italia-Germania sul segmento decennale è sceso fino a 166 punti base, per poi arrampicarsi fino a 172, massimo da metà luglio 2020.

Al di là della crisi ucraina sull’andamento dei Bund ha pesato la decisione tedesca di intensificare l’attività sul mercato repo per alleviare una carenza di debito usato come collaterale che ha provocato un rialzo dei costi di finanziamento tedeschi.

Piatta Piazza Affari, meglio del previsto l’Ifo

Al traguardo di seduta Piazza Affari è piatta, in sintonia con Parigi e Madrid. In lieve rialzo Amsterdam (+0,31%), mentre è in leggero calo Francoforte (-0,31%), con il Dax che appare più vulnerabile a causa dell’alta dipendenza della Germania dalla fornitura di gas russo e dalla mancanza di società energetiche sull’indice.

È andato comunque meglio del previsto l’indice Ifo sulle aspettative di economisti ed imprenditori tedeschi. In febbraio l’indicatore sale a 99,2 punti da 95,8. Il consensus era 96,2. L’uscita della Germania dalla fase più dura della terza ondata della pandemia ha portato l’indice sui massimi dal luglio del 2021.

Porsche, un’Ipo da 20 miliardi. Vola Volkswagen (+9%)

Ma la spinta agli indici arriva da Volkswagen (+9,2%) dopo l’annuncio della richiesta di Ipo da parte della controllata Porsche (+11,1%). Secondo Bloomberg la casa vale almeno 90 miliardi. L’Ipo dovrebbe aggirarsi attorno ai 20 miliardi di euro.

Londra +0,17%. La Gran Bretagna ha imposto sanzioni su cinque banche russe e tre persone, tra cui Gennady Timchenko, stretto alleato di Vladimir Putin. “Si tratta della prima tranche… di quello che siamo pronti a fare”, ha detto il premier Boris Johnson al Parlamento. “Ogni asset detenuto nel Regno Unito verrà congelato e agli individui in oggetto sarà vietato l’ingresso”, ha aggiunto Johnson riferendosi alle persone soggette a sanzioni. Le banche sanzionate sono Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank.

A Parigi vola Worldline (+10%) dopo i buoni risultati della società dei pagamenti elettronici.

Maglia rosa a Inwit verso l’orbita di Ardian

Il miglior titolo di giornata è stato Inwit (+3,7%), in un settore – quello delle torri di trasmissione – particolarmente vivace sulle speculazioni M&A. Telecom è in trattative con Ardian, l’altro grande azionista, per la cessione della quota nella società.

Tra i titoli migliori di giornata a Milano spiccano i petroliferi, trainati dai rialzi dei prezzi del greggio. Eni sale dell’1,3% e Tenaris dello 0,8%. In controtendenza Saipem che figura ancora tra i peggiori del listino, lasciando per strada il 2,2%.

Unicredit e Telecom crollano poi recuperano

In forte recupero dai minimi il settore bancario a Piazza Affari che resta un passo indietro rispetto agli altri comparti. Unicredit, tra le banche più esposte alla Russia, cede l’1% circa dopo un’apertura in calo di oltre 5%. Bper arretra dello 0,4%, Banco Bpm ed Intesa Sanpaolo salgono di circa 0,5%. Giù anche Banca Generali (-1,81%); Unipol -1,48%; Generali -1,28%; Mediobanca -1,32%. Le banche guardano con preoccupazione alle sanzioni.

Giornata all’insegna della volatilità per Telecom Italia, sotto del 7% in apertura, +0,4% in chiusura.

Rimbalza Diasorin, Buzzi il titolo peggiore

Salgono inoltre Diasorin (+3,36%) e Interpump (+2,16%). La maglia nera, tra le blue chip, spetta a Buzzi, -2,62%, azienda esposta alla Russia. L’effetto Volkswagen favorisce l’automotive del Bel Paese. Iveco +2,61%, Pirelli +0,89%, Cnh +1,2%. Più arretrate Stellantis +0,26% e Ferrari +0,29%.

Allunga ancora Gas Plus (+6% sotto i massimi di giornata). Tra i settori più brillanti del made in Italy svetta l’industria nautica. In gran spolvero Sanlorenzo (+3,93%), che ha incassato la promozione a buy da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux. Italian Sea Group (+3,6%) ha superato la guidance 2021. Attualmente sono in costruzione 27 yacht e mega yacht;

Sull’EGM forti acquisti su Matica Fintec (+14,86%), che ha chiuso un contratto di fornitura un Messico per un valore di circa 750.000 euro.

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