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Roma pari tra i veleni a Firenze e oggi il Milan al test di Udine

I rossoneri vogliono proseguire la striscia di vittorie che ha salvato la panchina di Gattuso ma la trasferta di Udine è piena di insidie e contro il Milan ora tifano anche le romane per ragioni di Champions dopo il pareggio – tra le polemiche per un rigore – dei giallorossi a Firenze.

Roma pari tra i veleni a Firenze e oggi il Milan al test di Udine

AAA cercasi conferme. Il Milan di Gattuso va a Udine a caccia della terza vittoria consecutiva, quella che, alla luce del pareggio della Roma a Firenze, potrebbe permettergli di allungare a cinque punti il vantaggio sull’inseguitrice più accreditata, almeno sulla carta. Perché il campionato ci sta dicendo che i giallorossi, se non altro fin qui, sono decisamente meno continui dei cugini laziali, a loro volta attesi da una grande chance in casa contro la Spal (ore 12.30). Tutto ciò però interessa relativamente a Gattuso, il primo a sapere che il suo Milan, in questo momento, ha bisogno di vincere anzitutto per sé stesso. I successi con Sampdoria e Genoa hanno portato una boccata d’ossigeno in un ambiente che rischiava l’auto soffocamento, ora però ne serve un altro, pena ritornare nel vortice delle critiche. Tutto ciò, nella settimana che porterà agli impegni con Betis (a Siviglia) e Juve, va assolutamente evitato, in un modo o nell’altro. Non si può certo dire infatti che il Milan arrivi bene alla Dacia Arena: il morale è migliorato, d’accordo, ma la lista degli infortunati non è mai stata così lunga. Ai già noti Caldara, Biglia, Calabria e Bonaventura s’è aggiunto anche Calhanoglu, riducendo così all’osso le scelte di Gattuso.

“E’ vero, abbiamo tante assenze ma non voglio cercare alibi – il commento del tecnico. – L’Udinese può metterci in difficoltà ma noi dobbiamo fare una gara tosta, con fame e cattiveria, voglio vedere una crescita”. In effetti, al di là degli evidenti problemi d’infermeria, la vera insidia per il Milan, più che un’Udinese che non vince dal 23 settembre (0-2 sul Chievo, da allora 4 sconfitte e un pareggio), sembra essere il Milan stesso. Non a caso Gattuso cercherà di dare certezze affidandosi al 4-4-2, sin qui modulo che i suoi hanno dimostrato di assorbire al meglio, con Donnarumma in porta, Abate, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Suso, Kessié, Bakayoko e Laxalt a centrocampo, Cutrone e Higuain in attacco. Sistema invariato anche per Velazquez, che replicherà con il consueto 3-5-1-1 con Musso tra i pali, Opuku, Troost-Ekong e Samir nel reparto arretrato, Pussetto, Fofana, Mandragora, Barak e Larsen in mediana, De Paul a supporto dell’unica punta Lasagna. A tifare i friulani ci saranno Lazio e Roma, costretta a sperare in due passi falsi per non perdere troppo terreno dalla zona Champions. L’1-1 di Firenze infatti rischia di innervosire ulteriormente un ambiente che lo è già di suo e costretto a fare i conti con una squadra discontinua e troppo svagata. Certo, sul risultato del Franchi pesa come un macigno il rigore dato ai viola al 32’ e poi trasformato da Veretout: il fallo di Olsen su Simeone non si vede nemmeno dopo 10 replay, eppure il Var (Orsato) ha confermato la decisione dell’arbitro (Banti) per “mancanza di chiaro errore”. DI FRANCESCO 

Ma i paradossi del protocollo non possono però cancellare la solita Roma, tanto bella in alcuni tratti quanto fragile e sprecona in altri. Il rigore, per esempio, nasce da un retropassaggio folle di Under che ha messo Simeone solo davanti al portiere: un’ingenuità clamorosa, proprio come il gol fallito da Dzeko a tu per tu con Lafont sul risultato di 0-0. Insomma, i giallorossi giocano un buon calcio ma spesso si trovano costretti a rimediare a errori inspiegabili, tanto più per chi insegue obiettivi di prestigio. E meno male che Florenzi ci ha messo una pezza a pochi minuti dalla fine (85’), altrimenti saremmo qui a commentare un risultato ben più pesante. Perché i primi tre posti sembrano ormai assegnati (senza ordine, sia ben chiaro) e il quarto lo sognano in troppi per continuare a buttare punti.  

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