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Roma, emergenza rifiuti: Raggi al voto tra topi, cinghiali e gabbiani

Il rifiuto della sindaca Raggi di aprire una discarica per smaltire i rifiuti sta mettendo alle corde la Capitale, sempre più infestata da topi, cinghiali e gabbiani voraci: questo indecoroso spettacolo basterà ad aprire gli occhi ai romani sull’insostenibile inefficienza della giunta grillina?

Roma, emergenza rifiuti: Raggi al voto tra topi, cinghiali e gabbiani

A furia di nascondere la testa sotto la sabbia, i nodi vengono al pettine e per la sindaca uscente di Roma, Virginia Raggi, arrivano proprio nel pieno della campagna elettorale. Passi per l’imbarazzante gaffe sulla targa per il presidente Carlo Azeglio Ciampi (che per gli uffici del Campidoglio era diventato “Azelio”), visto che Raggi di gaffe ne ha collezionate a iosa durante il suo tribolato incarico alla guida del Comune: quello che conta ora è la nuova emergenza rifiuti che sta mettendo in crisi Roma e che mette a nudo una volta di più l’inefficienza della Giunta grillina.

Per assecondare l’anima tardo-ambientalista dei Cinque Stelle, Raggi ha sempre rifiutato l’apertura di una discarica per smaltire i rifiuti, come richiesto a gran voce dalla Regione guidata da Nicola Zingaretti, e ha condannato la città a una perenne emergenza rifiuti, che rendono indegna la Capitale non solo agli occhi dei turisti, ma anche di chi ci vive e ci lavora. Ora la ripresa delle attività e la riapertura dei ristoranti dopo il lockdown sta rendendo il degrado insopportabile, non solo perché i sacchi di rifiuti sommergono vie e piazze ma perché sempre di più attirano cinghiali, topi e gabbiani, che stanno trasformando una delle città più belle al mondo in uno zoo a cielo aperto.

Finora Raggi ha cercato di nascondere (si fa per dire) la realtà spendendo cifre proibitive per trasferire i rifiuti dei romani in altre città, ma il cerchio si sta stringendo e la disponibilità di altre regioni ad accogliere la monnezza della Capitale si fa sempre più difficile mentre, il braccio di ferro tra Comune e Regione sulla discarica è diventato scontro aperto.

Dalla pessima giunta Alemanno in poi, i cittadini romani – questo va detto – non hanno dimostrato negli ultimi dieci anni grande lungimiranza nella scelta dei primi cittadini e spesso si sono lasciati affascinare dalle sirene del più vieto populismo, ma la resa dei conti si avvicina. C’è da domandarsi se le montagne di rifiuti siano per la Raggi il modo migliore per condurre una campagna elettorale nella quale ogni promessa è vana di fronte al degrado della città, a dispetto dei sondaggi che ritengono la sindaca uscente ancora in grado arrivare al ballottaggio, con gravi turbamenti del Pd. Ma alle elezioni comunali manca ancora qualche mese e forse non è arbitrario pensare che perfino i cittadini più sprovveduti o più accecati dalla demagogia possano finalmente aprire gli occhi. Se Roma rinasce, anche l’Italia respira.

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