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Roberto Colaninno, il suo ricordo resterà legato alla discussa Opa Telecom ma era un imprenditore eccellente e un uomo leale

La scalata a Telecom del 1999 diede popolarità a Roberto Colaninno ma non fu la mossa migliore della sua lunga esperienza imprenditoriale culminata con il rilancio di un marchio storico del Made in Italy come la Piaggio. Addio a un industriale pieno di passione e dal volto umano

Roberto Colaninno, il suo ricordo resterà legato alla discussa Opa Telecom ma era un imprenditore eccellente e un uomo leale

Roberto Colaninno, che se ne è andato sabato 19 agosto all’età di 80 anni, sarà ricordato come un grande protagonista dell’industria italiana degli ultimo trent’anni. Il curriculum imprenditoriale di Colaninno è ricco di esperienze ma la sua storia resterà inequivocabilmente legata alla scalata del 1999 di Telecom Italia, di cui rappresentava l’anima industriale mentre i giochi finanziari, che in un’Opa sono quelli che contano, erano affidati alla spregiudicata cricca dei finanzieri bresciani guidati dal bucaniere Chicco Gnutti. Con il sorprendente sostegno della vecchia Mediobanca e la benedizione del Governo D’Alema, a cui solo il Direttore del Tesoro Mario Draghi e il consigliere economico di Palazzo Chigi Marcello Messori oltre ovviamente all’Ad di Telecom Franco Bernabè ebbero il coraggio di esprimere il loro motivato dissenso, l’Opa dei cosiddetti “capitani coraggiosi” vinse sul campo ma, rovesciando il suo debito sulle spalle della stessa Telecom, zavorrò per sempre la prima compagnia telefonica italiana che era un gioiello ma che da allora non si è più ripresa.

Chi scrive ebbe modo di manifestare sulle colonne del Sole 24 Ore tutta la sua contrarietà all’Opa a debito suscitando le ire della vecchia Mediobanca ma, a giochi fatti, Colaninno mi fece sapere che avrebbe avuto piacere di incontrarmi personalmente e di rilasciarmi la sua prima intervista da numero uno di Telecom per illustrare i suoi programmi. Segno di grande lealtà e di rispetto per la stampa. “Lei- mi disse ricevendomi cordialmente nell’ufficio romano dell’Olivetti a Piazza di Spagna – è stato un tenace ma corretto oppositore dell’Opa ed è per questo che voglio raccontare per primo a lei che cosa farò in Telecom”. Colaninno ce la mise tutta alla guida del gruppo telefonico ma la sua azione era pregiudicata dal peso del debito e dall’origine finanziaria della scalata che, alla prima occasione, indusse Gnutti e company a ricavare una ricca plusvalenza vendendo le azioni a Marco Tronchetti Provera, con l’appoggio del Governo di Silvio Berlusconi. Nonostante avesse incassato un sacco di soldi dalla vendita delle azioni Telecom, Colaninno lasciò la compagnia telefonica a malincuore per non avere avuto il tempo di portare a termine i suoi programmi. Ma la stoffa imprenditoriale c’era e, a parte la parentesi di Alitalia, fu nel rilancio della Piaggio che Colaninno mise a frutto tutte le sue capacità. Lo ricorderemo come un eccellente industriale, pieno di passione e di sensibilità, e come uomo leale. La terra gli sia lieve.

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