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Riva Acciaio, pronto il decreto per sbloccare gli impianti

Nel provvedimento che a breve arriverà in Cdm si stabilisce che, quando vengono sequestrate società, aziende, beni, quote azionarie e liquidità (anche in deposito), l’organo di nomina giudiziale ne deve consentire l’utilizzo e la gestione agli organi societari.

Riva Acciaio, pronto il decreto per sbloccare gli impianti

E’ pronto il decreto per sbloccare l’attività degli impianti di Riva Acciaio e in queste ore il governo valuta quando portarlo in Consiglio dei ministri. Lo scrive il Sole 24 Ore, spiegando che il provvedimento è composta da cinque articoli. Quello decisivo per il destino del gruppo siderurgico è il numero quattro, in cui si stabilisce che, quando vengono sequestrate società, aziende, beni, quote azionarie e liquidità (anche in deposito), l’organo di nomina giudiziale ne deve consentire l’utilizzo e la gestione agli organi societari. Il custode giudiziale avrà poi la responsabilità della vigilanza.

A questa norma generale se ne aggiunge una di carattere speciale: solo se l’attività d’impresa non è praticabile, il custode deve liquidare l’oggetto del sequestro, destinando i ricavi al Fondo di giustizia. Tutte queste novità hanno valore retroattivo, così da garantire l’applicazione delle nuove norme anche ai sequestri già disposti alla data di entrata in vigore del decreto. Compresi gli impianti di Riva Acciaio, che il 12 settembre aveva comunicato la cessazione di tutte le attività proprio in seguito al provvedimento di sequestro disposto dalla magistratura.

Quanto agli altri quattro articoli del decreto, rispondono alle richieste che il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, ha avanzato la settimana scorsa durante un vertice riservato a Palazzo Chigi. E’ prevista l’estensione del raggio d’azione del decreto sul commissariamento dell’Ilva. Il commissario, ad esempio, potrà nominare per le controllate e le collegate fino a tre sub commissari. 

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