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Risparmio, non bastano le regole a difendere gli investitori se non migliora la cultura finanziaria

Nell’ultimo anno le Autorità di Vigilanza internazionali hanno lanciato una vera e propria pioggia di nuove regole per difendere i risparmiatori e rafforzare la trasparenza delle negoziazioni – Ma le regole non bastano se non migliora la cultura finanziaria che in Italia è molto carente.

Risparmio, non bastano le regole a difendere gli investitori se non migliora la cultura finanziaria

Nel corso dell’ultimo anno si è assistito ad una vera e propria battaglia, da parte delle Autorità di Vigilanza, per aumentare le difese e le tutele nei confronti degli investitori/risparmiatori. Nel luglio 2014 è entrata in vigore la MiFID II, emanata dall’European Securitis and Marketa Authority (ESMA) e volta a rafforzare il regime di trasparenza delle negoziazioni, nonché ad aumentare la responsabilità degli intermediari finanziari e la consapevolezza degli investitori che effettuano scelte di investimento nei mercati finanziari. 

Sempre nel corso del 2014 l’ESMA si è rivolta ai mercati e agli intermediari finanziari anche tramite l’emanazione di due Opionion, “MiFID practices for firms selling complex products” e “Structured Retail Products – Good practices for product governance arrangements” che hanno trovato un rapido riscontro nel mercato italiano tramite la comunicazione della CONSOB dello scorso dicembre, relativa al collocamento di prodotti complessi nei confronti dei risparmiatori retail. Tema, tra l’altro, oggetto di dibattito proprio in questi giorni. 

Si è poi assistito ad un ultimo intervento da parte dell’Autorità europea di vigilanza sui mercati finanziari il 24 marzo scorso, quando è stata avviata una pubblica consultazione sul documento “Draft guidelines on complex debt instruments and structured deposits” per fornire indicazioni sulla tipologia di strumenti finanziari e depositi strutturati che possono essere distribuiti agli investitori. Viene ora naturale chiedersi se gli sforzi che le Autorità di Vigilanza stanno compiendo nel disegnare regole sempre più stringenti, siano sufficienti per garantire tutele nei confronti di potenziali investimenti opachi e complessi.

La crisi finanziaria ha fatto indubbiamente emergere delle carenze strutturali nel sistema finanziario. Tra queste vi sono anche alcune aree che richiedono una revisione dell’impianto normativo che necessita, sempre più, di adattarsi ad un mercato in continua evoluzione e di complessità sempre crescente. Tuttavia dobbiamo sottolineare come gli interventi formali non possano essere sconnessi dal contesto culturale nel quale si è immersi. 

Lo scorso luglio l’OCSE ha pubblicato l’indagine PISA volta a valutare il livello di alfabetizzazione finanziaria (definita come “la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari unite alle competenze, alla motivazione e alla fiducia in se stessi per utilizzare tale conoscenza e comprensione al fine di prendere decisioni efficaci in un insieme di contesti finanziari, per migliorare il benessere finanziario delle singole persone e della società e consentire la partecipazione alla vita economica”) in alcuni paesi. Ne è emerso che l’Italia è agli ultimi posti in compagnia di altri paesi dell’Unione Europea. 

I repentini cambiamenti nei mercati finanziari, avvenuti nel corso dell’ultimo ventennio, non sono andati di pari passo con lo sviluppo e diffusione di una cultura finanziaria da parte dei cittadini. In Italia, come anche in altri paesi, le scelte finanziarie vengono prese senza averne piena consapevolezza e comprensione, si continua a faticare nel comprendere le differenze tra i vari strumenti finanziari offerti, i costi legati al loro utilizzo nonché ai rischi sottostanti. 

Se è vero che il processo di revisione delle impianto regolamentare è iniziato da poco e che risulta ancora presto per potersi esprimere sulla sua bontà e per poter verificare se i benefici saranno quelli che le Autorità di Vigilanza si aspettano, possiamo, tuttavia, affermare con sicurezza che le regole da sole non bastano e che fondamentale per un lo sviluppo del nostro Paese sarà l’accrescimento di una diffusa e forte cultura finanziaria. 

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