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Risparmio gestito superstar: BlackRock alla Fed, Fineco in rally

In America BlackRock passa di mano e finisce sotto l’ombrello della Fed mentre a Milano il gruppo bancario guidato da Foti ha conquistato nuovi clienti con la pandemia e prosegue il rally dopo la trimestrale. E potrebbe porre le premesse per un ruolo da regista del mercato su modello BlackRock

Risparmio gestito superstar: BlackRock alla Fed, Fineco in rally

Anche i guru sbagliano. Steve Schwarzman, numero uno di Kkr, pensava di aver fatto un buon affare quando, nel 1995, riuscì a spuntare 240 milioni di dollari dalla vendita di BlackRock ad una media banca regionale, la Pnc. “Fu un errore storico”, ha ammesso in seguito il colosso del private equity. La conferma è arrivata ieri con la notizia che la stessa Pnc Bank ha messo in vendita quasi tutto il 22% che detiene nel colosso mondiale del risparmio gestito, che oggi amministra 6.470 miliardi di dollari investiti un po’ ovunque, Italia compresa (è il secondo azionista di Intesa, ad esempio). Un affare da 17 miliardi di dollari concluso nello stesso giorno in cui prende il via il piano di acquisti di obbligazioni emesse dalle aziende stremate dalla crisi. Un’operazione che la Federal Reserve ha affidato alla stessa BlackRock, già utilizzata con successo in Usa nella crisi del 2008 ma anche dalla Bce. A conferma della fiducia che il colosso amministrato da Larry Fink attraverso la rete di Aladdin (uno dei supercomputer più sofisticati del pianeta) si è conquistato per l’efficienza e la potenza di fuoco di Ishares, il più importante Etf del mondo. Ma anche per l’indipendenza dimostrata nel corso dell’attività, una qualità che è destinata ad essere ulteriormente garantita dal riassetto azionario che prevede un aumento, grazie a un robusto buyback delle azioni proprie.

Il caso ha voluto che il deal americano abbia coinciso con la presentazione della trimestrale di Finecobank, martedì in ascesa del 2% a fine mattinata, saldamente al primo posto nell’indice Eurostoxx Banks da inizio anno con una perdita del 5% circa che si confronta con il drammatico -46% registrato dalla media di settore. L’istituto guidato da Alessandro Foti ha saputo difendere la propria indipendenza lungo un tragitto in cui, prima di uscire dall’orbita di Unicredit, non sono mancati i passaggi complicati, da Bipop a Capitalia. Ma Fineco (utile netto rettificato in forte crescita grazie al modello di business diversificato: 92,2 milioni (+45,4%) ha saputo superare ogni ostacolo fino a qualificarsi oggi come una delle più importanti banche FinTech in Europa. In piena evoluzione di business, per giunta: nelle prossime settimane Fineco inizierà la propria campagna
marketing nel Regno Unito, concentrandosi all’inizio sull’offerta nel brokerage. Fineco effettuerà inoltre un profondo rinnovamento dei servizi di banking e di pagamento con un nuovo cruscotto per carte di credito e debito, che saranno pienamente digitalizzate.

Un nuovo salto di qualità di una banca che, ancor prima del Duemila, ha insegnato a tante famiglie l’utilità del computer per gestire il denaro. E chissà che la public company non possa in futuro dare una mano alla pubblica amministrazione, evitando le “magre” di queste settimane.   

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