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Rinnovabili, investimenti record. Gentiloni: “E’ una rivoluzione che porterà più lavoro”

Al convegno Enel su “L’Italia e le rinnovabili” le stime, davvero sorprendenti, di Iea e Bloomberg sul settore previsto in crescita del 43% entro il 2022. Prezzi crollati e spinta alla trasformazione digitale delle reti. Investimenti da 10 trilioni di dollari nel mondo trainati da Cina e India.

La rivoluzione delle rinnovabili (Fer) avanza con il turbo e i numeri della transizione energetica da un mondo dominato dai combustibili fossili – carbone e petrolio in testa – ad un mondo dominato da energia prodotta con sole, vento ed altre Fer, sono davvero impressionanti. Prezzi crollati in dieci anni (da 180 a 40 dollari nel solare, da 80 a 40 nell’eolico), avanzamento tecnologico, necessità ambientali sono all’origine di un fenomeno letteralmente “esploso” con stime – presentate all’Enel nel corso di una giornata dedicata a “L’Italia e le energie rinnovabili” –  veramente sorprendenti.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea) entro il 2022 la capacità di generazione da fonti rinnovabili crescerà del 43%, equivalente alla metà di quella attuale prodotta da carbone che però ha impiegato 80 anni ad essere costruita. Di più: il fotovoltaico – e questa è stata la svolta illustrata da Paolo Frankl, Head of Renewable energy division della Iea – nel 2016 è cresciuto più di ogni altra fonte energetica, superando per la prima volta la crescita netta del carbone a livello globale con prezzi record, crollati a 30 dollari per Megawattora nelle ultime aste in America Latina. Nei prossimi cinque anni 2017-22, l’Agenzia prospetta una crescita mondiale superiore a 920 Gigawatt ma che potrebbe sfiorare i 1.200 GW in uno scenario più favorevole, trainata soprattutto da Cina e India e dai prezzi stracciati dell’energia verde. “Il solare sta entrando in una nuova era” è la conclusione dell’esperto dell’Iea.

Se poi a queste previsioni si aggiungono quelle di Bloomberg New Energy Finance vediamo che il fotovoltaico attrarrà il 70% degli investimenti globali in impianti di generazione elettrica, stimati a 10,2 trilioni di dollari Usa nel 2040, anno in cui approssimativamente i due terzi della capacità cumulativa installata verrà dalle fonti rinnovabili. “Cina e India – ha proseguito Thomas Rowlands-Rees, senior analyst di Bloomberg New Energy Finance – sono un’opportunità da 4 trilioni di dollari per il settore energetico”. E per avere un’idea di come ciò impatterà sul settore del gas, Bloomberg prevede sì una crescita dell’8% rispetto ai consumi attuali ma destinata a rimpiazzare solo il 30% circa delle centrali a carbone che chiuderanno per effetto dell’avanzata delle Fer. Ciò genererà “appena” 804 miliardi di dollari in investimenti globali in nuova capacità di generazione che servirà, però, essenzialmente a stabilizzare le reti di fronte ai picchi della domanda.

Siamo dunque entrati in una nuova era? Non sembrano esserci più dubbi. “Quello attuale è uno scenario che smonta molti pregiudizi con cui abbiamo convissuto negli ultimi anni, cioè che questa operazione di transizione verso le rinnovabili fosse un’operazione non market driven ma basata su incentivi pubblici, sullo sforzo della buona volontà” afferma infatti il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che ha parlato in apertura del convegno Enel. “Certamente – ha ammesso – questo sostegno iniziale, frutto di legittime strategie politiche, c’è stato ma quel che esce sconfitta è l’idea dell’impraticabilità economica delle rinnovabili, un’idea completamente superata dai fatti”.

“Questa è una buona notizia per il mondo – ha proseguito il premier – perché è strategico contenere gli effetti del surriscaldamento climatico che porta siccità, fame e flussi migratori già oggi evidenti in continenti come l’Africa. Ma è una buona notizia anche per l’Italia poiché in questo campo la capacità competitiva del sistema Italia è sotto gli occhi di tutti”. Oltretutto, ha concluso il premier, “questa transizione porta con se investimenti e una crescita dei posti di lavoro, che potrebbero passare dai 10 milioni di occupati nel 2016 a 30 milioni nel 2030”.

Gentiloni ha riconosciuto il ruolo di leadership di Enel e Egp in materia di innovazione e di rinnovabili e prima di lui Francesco Starace, Ceo del gruppo energetico, aveva ricordato che Enel ha messo in conto 5,3 miliardi di investimenti nel triennio 2018-20 in quella che ha definito la seconda ondata di investimenti sul digitale”. L’80% di questa somma è dedicata alla digitalizzazione di reti e impianti poiché – ha spiegato riferendosi al gruppo  – “la macchina delle rinnovabili procede con un’installazione straordinaria di Megawatt nel mondo. L’Italia si porta dietro tecnologie e indotto e un livello di investimenti che fanno bene all’Enel ma anche a tante aziende italiane”. La ragione della “seconda svolta” del gruppo è da ricercare nel fatto che” il 30-40% di penetrazione delle rinnovabili mette in crisi la sostenibilità delle reti e se si vuole andare oltre la digitalizzazione dei network è una condizione necessaria. Attaccata a questa grande rivoluzione c’è un’altra grande frontiera, quella dell’elettrificazione dei trasporti e noi l’abbiamo presa di petto – ha concluso Starace –  puntando alla realizzazione di una rete nazionale di ricariche per mettere L’Italia in condizione di giocare la partita”.

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