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Rinnovabili, Enel Green Power apre l’era delle grandi batterie

Partono da Catania e dalla Basilicata i piani di sviluppo nel business dei sistemi di accumulo che consentono di immagazzinare l’elettricità prodotta da fonti come sole e vento. Inaugurato un nuovo impianto in Sicilia. L’Ad Francesco Venturini: “Vogliamo contare in questa nuova tecnologia ed esportarla all’estero”. I progetti in Usa, Cile, Perù e Stati Uniti

Rinnovabili, Enel Green Power apre l’era delle grandi batterie

Benvenuti nella nuova era delle rinnovabili, quella in cui l’energia prodotta dai raggi del sole o dal vento non dovrà più adattarsi ai capricci del clima o al banale alternarsi del giorno e della notte, della pioggia o delle brezze.  L’Italia entra  nel nuovo mondo dell’energia immagazzinata, delle grandi batterie che accumulano l’elettricità quando il sole e il vento consentono di produrla e la restituiscono ai consumatori quando questi la chiedono. Anche se è buio, anche se fuori c’è calma piatta.  

E’ la nuova frontiera dell’elettricità verde e Enel Green Power (Egp) ha deciso di aggiungere questa nuova area di business alle altre cinque ormai consolidate: fotovoltaico, eolico, geotermia, biomasse, idroelettrico; e ora anche le batterie. Le prime in attività, a servizio di un campo fotovoltaico, sono state inaugurate ieri a Catania. E’ una nuova filiera e promette una crescita esponenziale nei prossimi anni in giro per il mondo: dai 100 megawatt attuali a oltre 800 nel 2023. E secondo alcuni si tratta di stime prudenziali. Ecco perché il braccio operativo di Enel nelle rinnovabili ha deciso di spingere l’acceleratore e di cominciare a svelare i suoi piani di sviluppo.

UN’ONDA CHE CRESCE

“E’ un’onda che cresce – chiarisce Francesco Venturini, amministratore delegato di Egp –  e vogliamo catturarne le opportunità.  Pronti a giocare un ruolo mondiale e ad esportare l’innovazione sulla quale stiamo investendo”. Si parte dunque da Catania per poi allargare l’orizzonte. Qui Egp produce pannelli fotovoltaici nello stabilimento 3Sun di cui è proprietaria al 100% dopo l’uscita di Sharp e StMicroelectronics e può far leva anche sul suo centro di ricerca. Ora ha messo in attività anche il nuovo sistema di accumulo, il primo in Italia collegato ad un impianto commerciale fotovoltaico da 10 Megawatt. Le dimensioni della batteria (General Electric) sono simili a quelle di due container da Tir.  Oltre all’impianto di Catania, è in fase avanzata di realizzazione in Basilicata un parco eolico da 18 MW equipaggiato con batterie Samsung, a Potenza Pietragalla. E se i numeri sono ancora piccoli, gli obiettivi guardano alla larga scala.

“I numeri dello storage ancora non sono enormi, nel mondo – prosegue Venturini – ma l‘avanzamento è molto veloce favorito anche dalla significativa riduzione dei costi e Paesi come Stati Uniti, Giappone, Corea o come la Germania in Europa, si stanno muovendo con investimenti massicci e con politiche chiare in questo campo. L’Italia deve fare il possibile – aggiunge (e suona come un sollecito ai responsabili politici) – per non perdere anche questo treno dopo che abbiamo perso quello della manifattura nella prima era tecnologica delle rinnovabili. Come Paese siamo ben posizionati nel settore con aziende produttrici come Fiamm ma anche con un tessuto di piccole imprese”. 

TRE FRONTI DI BUSINESS

Il business delle batterie ha tre possibili utilizzi: da un lato gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili significa immagazzinare elettricità quando costa poco e venderla quando il prezzo sale nell’arco della giornata. In Italia la curva si è spostata, negli ultimi anni, dal picco di mezzogiorno alle ore serali . Ci sono poi i cosiddetti servizi ancillari e qui le batterie servono per regolare la tensione e la frequenza dell’energia in rete. Infine, la terza funzione è quella di ridurre gli sbilanciamenti tra la produzione prevista e quella effettiva immessa in rete. Anche Terna, non a caso, sta lavorando su questa filiera e ha già diversi impianti di accumulo operativi in Sardegna e nel Sud, al servizio della sicurezza e dei minori costi per la rete di trasmissione nazionale. Le batterie sono utili a servizio anche di impianti ibridi (sole e vento) che sfruttano al meglio le fonti disponibili.

IL NUOVO MONDO

Acquisiti dati e esperienza, l’obiettivo di Egp è di esportare all’estero il know-how sperimentato in Italia, sotto varie formule. C’è un mercato potenziale di 1,3 miliardi di individui che non hanno elettricità o che usufruiscono di reti poco affidabili. Le aree più promettenti sono, in Europa, Paesi come Romania e Spagna. Ma l’attenzione di Venturini e del suo staff è rivolta soprattutto in Nord America (dove la sperimentazione va avanti con Tesla), in Sud Africa e Kenya oltre che in America Latina: Egp guarda alle micro-reti con progetti in Cile (già operativo), Messico e Perù e all’elettrificazione rurale. Infine l’Asia, rimane un mercato sempre attraente.

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