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Rim, ultima chiamata: ecco il Blackberry London

Il gruppo canadese in piena crisi gioca il suo asso nella manica per cercare di risalire la china: entro fine anno, secondo il New York Times, arriva il Blackberry London – Uno smartphone tutto nuovo per battere la concorrenza di iPhone e Android e sperare in un “ritorno trionfale” come quello di cui fu protagonista Apple nel 1998 con l’iMac.

Rim, ultima chiamata: ecco il Blackberry London

Ad oggi, il destino di Research in Motion, produttore canadese del noto Blackberry, sembra paragonabile per esempio a quello di Atari e Polaroid, due gloriose aziende cadute in disgrazia con la crisi. Ma Rim non si arrende e sogna invece di imitare il percorso di un’altra big dell’high tech, la Apple di Steve Jobs, che nel 1998 dopo un periodo buio è risorta inventandosi l’iMac.

Che cosa si sta inventando l’azienda fondata da Mike Lazaridis e da circa una settimana presa in mano da Thorsten Heins per rilanciarsi sul mercato delle telefonia? Un Blackberry nuovo di zecca: si chiamerà London e sarà il primo dotato del sistema Blackberry 10, che secondo i progetti porterà lo smartphone canadese sui livelli di prestazioni di un iPhone.

La notizia è stata data in anteprima dal New York Times, mentre sul sito CrackBerry.com sono apparse le prime immagini del nuovo gioiello: rispetto al tradizionale Blackberry sarà molto più sottile e senza tasti sul display (con schermo dunque interamente touch), sulla falsariga del playbook uscito l’anno scorso, e con un processore da 1,5 GHz.

L’uscita, inizialmente prevista per l’estate, è stata invece rimandata a fine anno per dare il tempo di installare un chip da 4G che adatti il sistema operativo a quelli di iOS e Android, un po’ come ha fatto Nokia, che è passato dal suo Symbian al Windows Phone di Microsoft. Una transizione tuttavia difficile, che potrebbe nuocere alle vendite del Blackberry 7, anche se la performance del vecchio telefono era già stata di suo non esattamente entusiasmante: RIM nel 2011 ha registrato un calo del fatturato del 17,5% a 4,58 miliardi di dollari.

Ma chi non risica non rosica. D’altra parte, l’alternativa sarebbe, secondo una delle tre ipotesi ventilate dal NY Times, accontentarsi del mercato di nicchia garantito da imprese e amministrazioni. L’altra è la resurrezione stile Apple. Oppure c’è il fallimento. Che per un’azienda con sede a Waterloo (in Ontario, non in Belgio) sarebbe decisamente di cattivo presagio.

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