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Riforma del Senato, scontro Grasso-Renzi

Il Presidente del Senato chiede che l’Assemblea rimanga elettiva, dicendosi preoccupato dalla tenuta degli spazi costituzionali e da una possibile riduzione della democrazia diretta – Renzi replica: ” La musica deve cambiare. I politici devono capire che se per anni hanno chiesto di fare sacrifici alle famiglie ora i sacrifici li devono fare loro”.

Riforma del Senato, scontro Grasso-Renzi

A meno di 24 dalla presentazione del disegno di legge costituzionale per l’abolizione del Senato va in scena uno scontro a sorpresa fra il Presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama e il Presidente del Consiglio. Il provvedimento per superare il bicameralismo sarà approvato oggi in Consiglio dei ministri e prevede la trasformazione del Senato in una Camera delle autonomie composta da membri non eletti in quanto sindaci di capoluogo e presidenti delle Regioni. 

Una proposta che non convince la seconda carica dello Stato, che in un’intervista al quotidiano La Repubblica chiede che l’Assemblea rimanga elettiva, dicendosi preoccupato dalla tenuta degli spazi costituzionali e da una possibile riduzione della democrazia diretta: quanto ai risparmi, si potrebbero comunque ottenere riducendo il numero complessivo dei parlamentari e le indennità. Secondo Pietro Grasso, “affidare ad una sola camera le decisioni sui diritti e sui temi etici potrebbe portare a leggi intermittenti, che cambiano ad ogni legislatura, su temi che toccano profondamente la vita dei cittadini e che hanno bisogno di essere esaminate anche in una camera di riflessione, come ritengo debba essere il Senato”. 

Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi: “Capisco le resistenze di tutti – ha detto il Premier al Tg2 -, ma la musica deve cambiare. I politici devono capire che se per anni hanno chiesto di fare sacrifici alle famiglie ora i sacrifici li devono fare loro. Ecco perché diciamo via le province, ecco perché la nuova riforma elettorale, ecco perché domani (lunedi’ 31 marzo, ndr) il governo presenterà il ddl costituzionale che dice basta al Senato che conosciamo adesso. E quindi riduzione del numero dei parlamentari, il più alto d’ Europa, semplificazione del processo legislativo e dei poteri tra le Regioni e lo Stato. Il vero modo per difendere il Senato non è una battaglia conservatrice, ma difendere le riforme che stiamo portando avanti. Mai più bicameralismo perfetto: il modello che proponiamo rispetta la Costituzione. La nostra proposta dice basta con il Senato come lo conosciamo adesso e porta alla semplificazione del processo legislativo”.

A stretto giro è arrivata la contro-replica di Grasso: “Non è una campagna conservatrice, io sono il primo rottamatore del Senato – ha detto la seconda carica dello Stato -, il primo che vuole eliminare questo tipo di Senato, ma il Senato proposto nella bozza di riforma del governo è una contraddizione in termini”. Con la Camera come organo politico, il Senato “deve essere una Camera di controllo che fa inchieste”, e, allo stesso tempo, “vorrei un bicameralismo anche per i grandi temi etici e sui diritti della persona”, ha concluso Grasso ai microfoni di In mezz’ora.

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