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Riforma del catasto, domani il decreto del Governo

L’unità di misura sarà rappresentata dai metri quadri, non più dal numero di vani, e il valore dei singoli immobili sarà determinato sulla base di quelli di mercato dei tre anni precedenti, ma tenendo conto anche di altri parametri – Sul tavolo dell’Esecutivo anche altri 5 decreti legislativi in attuazione della delega fiscale.

Riforma del catasto, domani il decreto del Governo

Domani sul tavolo del Consiglio dei ministri arrivano ben sei decreti legislativi, in attuazione della legge delega sul Fisco. Lo scrive Il Corriere della Sera, precisando che oggi, nel corso di una  in una riunione tecnica, si tireranno le somme sui singoli testi.

Il decreto più atteso è quello che riguarda la riforma del catasto. Le novità principali saranno due: l’unità di misura sarà rappresentata dai metri quadri, non più dal numero di vani, e il valore dei singoli immobili sarà determinato sulla base di quelli di mercato dei tre anni precedenti, ma tenendo conto anche di altri parametri, come le caratteristiche del palazzo e la sua posizione. A partire dal varo di questo decreto, entro 5 anni dovrebbero essere riviste le rendite catastali di 62 milioni d’immobili. 

Altri quattro provvedimenti su cui il Governo si concentrerà domani regolamentano il regime delle sanzioni penali e amministrative (sarà probabilmente abolita la soglia oltre la quale non è punibile penalmente la frode fiscale, un limite introdotto a inizio anno fra le polemiche perché sembrava una norma salva-Berlusconi), la semplificazione del contenzioso, l’erosione e l’elusione fiscale e l’interpello (ovvero l’istanza del contribuente al Fisco per ottenere chiarimenti sull’interpretazione di una norma relativa a tributi erariali).  

L’ultimo intervento ha per oggetto la ristrutturazione delle Agenzie fiscali (Entrate, Demanio, Dogane dei Monopoli). In questo caso, il provvedimento punta a risolvere con un concorso il problema dei dirigenti fiscali che una sentenza della Consulta ha retrocesso alla qualifica di funzionari. 

Infine, sempre domani la Corte Costituzionale si pronuncerà sul ricorso per il blocco del rinnovo dei salari dei dipendenti della Pubblica amministrazione, uno stop scattato dal 2010 e ancora in vigore. Dopo la bocciatura del blocco della rivalutazione delle pensioni – dichiarato incostituzionale a fine aprile – il Governo teme che dalla Consulta arrivi una nuova sentenza pesante per le casse pubbliche. Il costo aggiuntivo stimato, questa volta, è di 35 miliardi, di cui 13 da trovare già per il prossimo anno.

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