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Riforma copyright: c’è l’accordo per la direttiva europea

Dopo una lunga maratona negoziale, Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato l’intesa sulle norme che impongono ai colossi del web come Google, Facebook o YouTube di concludere accordi con i detentori dei diritti d’autore e di pagare per il materiale che viene utilizzato su internet. Gli Stati Ue avranno due anni di tempo per recepirle

Riforma copyright: c’è l’accordo per la direttiva europea

L’Europa trova la quadra sulla riforma del copyright. Al termine di una maratona negoziale durata tre giorni, Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un’intesa sulla direttiva che dovrà attuare la riforma del diritto d’autore. La nuova direttiva “proteggerà la creatività europea – è il commento di Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento – Musicisti, attori, scrittori e giornalisti avranno diritto a una giusta remunerazione anche dai giganti del web”. Gli Stati Ue avranno due anni per recepirla nei propri ordinamenti.

Le nuove norme impongono ai colossi del web come Google, Facebook o YouTube di concludere accordi con i detentori dei diritti d’autore e di pagare per il materiale che viene utilizzato su internet. L’intesa è stata preceduta da quella tra i governi degli Stati membri, approvata con il voto contrario dell’Italia e di altri sette Paesi.

L’articolo 13 della direttiva – il più contestato al momento del difficile voto di giugno e settembre 2018 al Parlamento europeo – obbliga le piattaforme online a filtrare automaticamente il materiale caricato dagli utenti, rimuovendo quello coperto da diritti d’autore. Il compromesso raggiunto nei giorni scorsi prevede di escludere le startup con meno di 5 milioni di visitatori unici al mese da alcuni obblighi della direttiva.

Positiva la reazione dell’Enpa, l’Associazione degli editori di giornali europei: “L’accordo – si legge in una nota promuove un diritto che punta a rafforzare la posizione negoziale degli editori e a proteggerli contro la riproduzione e distribuzione digitale non autorizzata delle loro pubblicazioni”, sottolinea in una nota l’Enpa.

Carlo Perrone, presidente dell’Associazione, auspica che il Parlamento europeo “ratifichi il testo il prima possibile, al fine di consentire un giusto scambio tra coloro che producono e coloro che distribuiscono per il proprio guadagno, così che il ciclo possa continuare in modo conveniente e giusto. Il giornalismo di qualità è alla base delle nostre democrazie e se vogliamo che vi sia un futuro per il giornalismo professionale nell’Unione europea dobbiamo agire per sostenere la stampa e riequilibrare un ecosistema squilibrato”.

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