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Rifiuti: Roma aspetta il termovalorizzatore e prepara gli appalti per la bonifica di Malagrotta

L’impegno sul mega impianto ribadito dal Presidente della Regione Lazio, Rocca e dal Sindaco di Roma, Gualtieri nel recente incontro con il Commissario europeo all’ambiente. Per Malagrotta, dieci anni dopo la chiusura, questo mese partono le prime gare d’appalto per la bonifica.

Rifiuti: Roma aspetta il termovalorizzatore e prepara gli appalti per la bonifica di Malagrotta

Termovalorizzatore contro discarica. A Roma è iniziato il conto alla rovescia per la bonifica della discarica di Malagrotta. Entro questo mese di aprile dovrebbero iniziare i lavori per la (definitiva) messa in sicurezza della discarica, chiusa ormai da dieci anni. Al più grande sito di raccolta rifiuti d’Europa, il 7 marzo scorso il governo ha destinato 250 milioni di euro. Il segnale che si vuole fare sul serio, oltre a collegare l’operazione alla costruzione del grande termovalorizzatore. Il sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro conferma che “entro aprile partiranno le procedure di gara”. La somma da utilizzare riguarda due procedure. Una per la copertura provvisoria e lo sfruttamento del percolato da rifiuti per ottenere biogas: L’altra per la copertura definitiva del sito. In entrambi i casi lavori libereranno i romani dalla preoccupazione di vedere tonnellate di spazzatura all’aria aperta. I 70 milioni di metri cubi accumulati sono diventati una “sovrastruttura ” ambientale, una sorta di (altro!) monumento della Capitale; Evidente conseguenza della negligenza di amministrazioni locali, sia di destra che di sinistra. Le denunce di Comitati, Associazioni del territorio, ambientalisti, portano in calce date antiche, accumulate in Comune, alla Procura della Repubblica, nelle Municipalità, nelle ASL.

Il termovalorizzatore piace all’Unione Europea

 Il cronoprogramma prevede l’apertura dei cantieri a inizio 2024 e il fine lavori entro il 2027. Per il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, Malagrotta è il simbolo di quello che non si deve fare per la gestione dei rifiuti. Una valutazione che coincide con quella del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. I soldi ci sono e la sostanziale alleanza tra Comune e Regione dovrebbe segnare la svolta, mettere a frutto i finanziamenti, soprattutto dopo le incomprensioni, diciamo così, dell’epoca Zingaretti-Raggi. Gli effetti del funzionamento dell’infrastruttura si avranno su tutto il Lazio, dove esistono discariche nelle quali vengono portati i rifiuti di Roma. Beninteso, sono discariche che andranno chiuse in base alle regole europee. Roberto Gualtieri, sin dalla campagna elettorale ha detto di volere la bonifica dei 240 ettari di Malagrotta nell’ambito del Piano rifiuti che ha il perno principale nel termovalorizzatore da 600 milioni di euro. Il Piano ha convinto la stragrande maggioranza degli elettori, salvo poi aprire nelle ultime settimane una discussione dentro il Pd dopo l’elezione di Elly Shlein alla segreteria. Interpellata più volte sull’argomento, la leader Pd non si è pronunciata in modo esplicito. Ma non ha molto tempo farlo: In ogni casoun sostegno al Sindaco è arrivato dal Commissario europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, in visita a Roma. La  Commissione di Bruxelles non solleva obiezioni sull’infrastruttura e sul Piano per Roma Capitale. Anzi l’impianto rientra, in qualche modo, nelle strategie green europee. Questi impianti li hanno tutte le grandi città europee, ha detto Sinkevicius. ” Ciò che va considerato, però, sono le dimensioni, che non possono essere tali da uccidere lo sviluppo della raccolta differenziata. La cosa importante per l’Unione europea è che il conferimento in discarica vada verso lo zero “. 

Credere di più nelle infrastrutture

L’era delle discariche deve finire e le infrastrutture in Italia devono assolutamente crescere. La strada maestra sono, la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso dei materiali come l’Ue chiede di fare ai governi. Il caso della Capitale d’Italia è la plastica rappresentazione di ritardi accumulati da metà degli anni ‘90. Le strategie di economia circolare- tutte- hanno scontato ovunque la mancanza di impianti adeguati. Ora si riconosce che, oltre a tutelare la salute dei cittadini e la qualità della vita, l’Italia non ha colto la straordinaria occasione di trasformare i rifiuti in ricchezza. Bastava osservare le altre città europee per avere contezza di quale fosse il sistema industriale per non esporre il Paese a critiche e multe. Silvio Berlusconi, da Presidente del Consiglio, ebbe ragione della crisi dei rifiuti in Campania nel 2008. Attraverso l’operazione “strade pulite” la destra al governo del Paese raccolse un incredibile successo mettendo in funzione anche il termovalorizzatore di Acerra. Un intervento deciso dopo il fallimento di una strategia regionale confusa e rischiosa . L’impianto oggi è gestito dalla A2A la quale, a scapito dei timori sulle emissioni nocive dei camini dell’impianto e delle critiche dalla sinistra estrema, ne ha fatto uno degli gli impianti meglio controllati in Europa. A Roma il caso termovalorizzatore è entrato nell’infinito recinto della politica locale e nazionale. Ruota intorno alla fiducia nell’impiantistica e alla capacità utilitaristica di trasformare disagi in opportunità. La sinistra, più di tutti, è chiamata ad affrontare meglio quei cambiamenti che esigono tecnologie e spirito innovativo. Matteo Renzi, quando era al governo di impianti per i rifiuti ne aveva ipotizzati decine. Perché ci si lacera ancora oggi, quando l’Ue sostiene quelle infrastrutture e ci porta a modello altre città d’Europa ? Eppure l’Italia ha imboccato la strada più prospettica della transizione ecologica. Roma, oltre al termovalorizzatore, avrà anche un impianto di riciclo chimico per la produzione di idrogeno, finanziato dall’Ue con 194 milioni di euro. Non è anche questa un prova che certe occasioni non vanno sprecate ? A Roma si corre il rischio di far fare ad altri -dopo- ciò che invece spetta -ora- a chi è stato scelto per governare.

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