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Renault e Fca, il giovedì nero dell’auto

Giornata storta per due big dell’automobile europei: Fca viene accusata di truccare le vendite negli Usa, mentre la casa francese ha subito perquisizioni nell’ambito di un’indagine per frode su presunte emissioni truccate – Accuse respinte ma entrambi i titoli soffrono in Borsa, con Renault che ha perso oltre il 20% a Parigi.

Renault e Fca, il giovedì nero dell’auto

Giovedì nero per l’auto. In particolare per Fca e Renault: i due gruppi sono accusati rispettivamente di manipolare i rapporti mensili sulle vendite di automobili negli Usa e di aver truccato i dati sulle emissioni, la stessa accusa rivolta qualche mese fa a Volkswagen. La casa francese, che nel frattempo ha negato tutto, ha anche subito delle perquisizioni da parte delle autorità nei suoi stabilimenti. 

I gruppi respingono le accuse ma le ripercussioni sui mercati ci sono state eccome: Fca intorno alle 16 perde il 6,66% a Piazza Affari, a 6,93 euro per azione, dopo aver toccato anche i 6,6 euro; ancora peggio è andata a Renault che alla Borsa di Parigi in mattinata è crollato di oltre il 20% fino a un minimo intraday a 67,03 euro, a seguito della conferma da parte del sindacato Cgt che gli uffici della casa automobilistica francese sono stati perquisiti la scorsa settimana nell’ambito di un’indagine per frode.

Renault ha spiegato che gli accertamenti fatti si inquadrano nelle analisi richieste dal ministero dell’Ambiente della Francia a seguito della vicenda dei test truccati da Volskwagen. Ma ha precisato che nei motori delle auto diesel Renault esaminate dalle forze dell’ordine francesi non è stato trovato nessun sowtfare fraudolento che consenta di aggirare i testi sulle emissioni, come quelli trovati, invece, sulle vetture Volkswagen. 

Il gruppo italo-americano è invece finito nel mirino di Napleton Automotive Group, che ha intrapreso un’azione legale attraverso la quale ha stigmatizzato il comportamento di Fca che, a suo parere, avrebbe cospirato con alcuni concessionari per gonfiare i rapporti mensili sulle vendite di automobili negli Stati Uniti. In particolare, secondo l’accusa, i concessionari sono stati pagati per riferire false vendite l’ultimo giorno del mese per poi stornarle il mese successivo e i funzionari del gruppo automobilistico erano a conoscenza di queste false segnalazioni. Una pratica assolutamente regolare in Europa ma che negli States non è permessa. Lo stesso amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, questa settimana al salone di Detriot ha rimarcato la lunga serie positiva di vendite mensili (69), la più lunga di qualsiasi altra casa automobilistica.

Quanto alle accuse, Fca fa sapere di non aver ancora ricevuto gli esatti addebbiti e  che risponderà solo quando avrà preso visione dei rilievi che le vengono rivolti.

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