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Rcs, Provasoli in pole position: Perricone resiste (fino a dicembre)

Fumata nera, anzi grigia, in casa Rcs – L’attesa riunione del patto di sindacato non ha portato ad una scelta definitiva sui nomi del nuovo Cda – Il totonomine, comunque, propende per questa soluzione: Provosoli, ex rettore della Bocconi, al posto di Marchetti, come presidente – Perricone, invece, dovrebbe restare ad fino alla chiusura dell’esercizio

Rcs, Provasoli in pole position: Perricone resiste (fino a dicembre)

Fumata nera, anzi grigia, in casa Rcs. L’attesa riunione del patto di sindacato non ha portato ad una scelta definitiva sui nomi che saranno chiamati a far parte del nuovo cda. Ci vorranno nuovi incontri per mettere a punto la nuova lista, entro venerdì prossimo.

Il toto nomine, però, propende per due indicazioni:

a) l’uscita di scena del presidente Pier Gaetano Marchetti che resterà alla guida della Fondazione Rcs. Al suo posto, salvo sorprese, sarà chiamato Angelo Provasoli, ex rettore dell’Universita’ Bocconi (dal novembre 2004 all’ottobre 2008), già presidente dell’Editoriale Corriere della Sera tra il 1982 ed il 1985, ai tempi della gestione commissariale di via Solferino. Perde quota (ma è ancora in piedi) la “promozione” del direttore dello stesso Corsera, Ferruccio De Bortoli, una soluzione che probabilmente porterebbe alla direzione del quotidiano Mario Calabresi, attuale direttore de “La Stampa”.

b) sembra probabile, al contrario, la conferma fino alla chiusura d’esercizio, dell’ad di via Solferino, Antonello Perricone, vicino a Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, che dovrebbe spuntarla su Giorgio Valerio, ex manager del gruppo editoriale, seguito da Gianni Vallardi.

La battaglia sui nomi non è però l’unica o la più importante delle partite che agitano il guppo editoriale. Sotto il profilo economico-finanziario, infatti, il gruppo editoriale deve riequilibrare il rapporto debito/Ebitda e rifinanziare il debito nel 2013. Pertanto le soluzioni obbligate sono dismissioni, a partire da Flammarion, il quarto gruppo dell’editoria libraria francese (esistono offerte di Gallimard, Editis, Actes Sud e Albin Michel) e/o un aumento di capitale di alcune centinaia di milioni, forse addirittura 500.

La partita finanziaria, però, si accompagna al confronto sulla nuova governance su cui stanno lavorando i grandi soci, a partire da Mediobanca e Fiat, cui fa capo il 38% delle azioni vincolate nel patto (il 63% del capitale). Il Cda dovrebbe scendere dagli attuali 22 membri (compreso il presidente onorario) ad almeno 13-15. Anche se c’e’ chi sostiene che il board potrebbe essere benissimo dimezzato a 11, con una forte presenza di indipendenti.

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