Condividi

Rata mutuo troppo alta, Bankitalia: “A novembre tassi mutui al 3,55%, massimo da oltre 8 anni”

La corsa dei tassi continuerà anche nel 2023, secondo gli esperti entro giugno l’Euribor a 3 mesi crescerà ancora di quasi un punto e mezzo

Rata mutuo troppo alta, Bankitalia: “A novembre tassi mutui al 3,55%, massimo da oltre 8 anni”

La rata del mutuo diventa sempre più alta a riflesso degli aumenti dei tassi di interesse che la Banca centrale europea sta portando avanti per frenare l’inflazione. A novembre i tassi su mutui e prestiti in Italia sono tornati sui massimi dal 2014 e intanto i prestiti a imprese e famiglia, pur positivi, subiscono un rallentamento. Ma la corsa dei tassi continuerà anche nel 2023 e di conseguenza la rata mensile del mutuo aumenterà ancora. A fotografare il peggioramento del credito le ultime rilevazioni rese note da Banca d’Italia, nel mese di novembre 2022.

La situazione inizia a diventare insostenibile per molte famiglie, già alle prese con altri rincari tra il caro energia e il carrello della spesa. Ma cosa fare se non si riesce a pagare la rata del mutuo? Ci sono tre soluzioni per alleggerire i costi: rinegoziazione, surroga e tasso variabile con cap.

I tassi sui mutui balzano al massimo da 8 anni

Secondo le ultime rilevazioni di Via Nazionale, i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa comprensivi delle spese accessorie (tasso annuale effettivo globale, Taeg) balzano al massimo da nove anni: dal 3,23% di ottobre al 3,55% di novembre. Quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono, invece, balzati al 9,25%, un tasso che non si vedeva dal marzo 2014 (ad ottobre era al 8,93%).

Ad aumentare sono stati anche i tassi di interesse sui nuovi prestiti richiesti dalle società non finanziarie, che sono stati pari al 2,94% (era al 2,54% nel mese precedente). I tassi su importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 3,37%, mentre quelli su nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 2,67%.

I tassi aumentano, ma anche i prestiti (di poco)

Nonostante i tassi più alti, Bankitalia ha precisato che il numero di presti richiesti continua a salire, seppur lentamente. Sempre nel mese di novembre 2022 i prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,5% (erano già al 3,4% ad ottobre), mentre quelli alle famiglie sono aumentati del 3,8% (4% a ottobre).

Novitá si registrano sul fronte dei depositi. L’ultimo colpo d’occhio del 2022 ha fatto registrare un cambio di segno sull’andamento dei depositi bancari che a novembre hanno mostrato un calo dello 0,3% sull’anno, dopo il calo dello 0,2% registrato nel mese precedente. L’ultimo calo dei depositi più negativo di quello registrato in questo mese si era registrato a gennaio 2012, precisa Via Nazionale, quando la variazione sui dodici mesi era stata pari a -0,79%. Quanto alla raccolta obbligazionaria, è diminuita del 3,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-6% a ottobre).

Rinegoziazione, surroga e tasso variabile con cap: tre soluzioni per la rata del mutuo troppo alta

Per chi non riesce più a far fronte al pagamento del mutuo, a causa di questi repentini aumenti delle rate, la legge di Bilancio 2023 prevede la possibilità di rinegoziare il mutuo con la propria banca e passare dal variabile al fisso senza costi aggiuntivi con un finanziamento inferiore ai 200mila euro e un Isee sotto i 35mila euro. Chi è in difficoltà può inoltre ricorrere alla surroga, che consente di trasferire il mutuo da una banca a un’altra per ottenere condizioni più favorevoli rispetto a quelle stipulate inizialmente. C’è anche l’opzione di contrattare un mutuo a tasso variabile con cap, cioè un tetto massimo oltre il quale la rata non può salire per tutta la durata del finanziamento.

Rata mutuo alta: in arrivo altri rialzi

Il problema è che la corsa dei variabili non sembra destinata a fermarsi, dal momento che la Banca Centrale Europea non intende allentare la cinghia sul ciclo di aumento dei tassi di interesse, con inevitabili ricadute negative di chi ha un mutuo sulle spalle. Dopo le ennesime dichiarazioni da falco della tedesca Isabel Schnabel, a confermare l’orientamento per le prossime riunioni sono stati altri membri del board di Francoforte, Robert Holzmann, il membro austriaco del Comitato esecutivo, durante un intervento a Vienna ha rincarato la dose dichiarando che “i tassi di interesse dovranno aumentare ancora in modo significativo per raggiungere i livelli sufficientemente restrittivi da garantire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%”. Per Holzmann “la rotta della Bce non cambierà fino a quando l’inflazione core non si allenterà” e questo momento non è ancora arrivato visto che i “prezzi core non hanno ancora raggiunto il picco”.

Guardando alle aspettative di mercato, i Futures sugli Euribor, gli esperti prevedono che entro giugno 2023 l’Euribor a 3 mesi crescerà ancora di quasi un punto e mezzo. In tal caso, la rata mensile del mutuo continuerà ad aumentare.

Commenta