Condividi

Rai: rosso profondo nei primi 9 mesi (-184,5 milioni), ma con segnali di risanamento

A Viale Mazzini i primi nove mesi dell’anno si chiudono in rosso per 184,5 milioni, frutto del crollo degli incassi pubblicitari e dei costi sostenuti per le Olimpiadi. Ma non mancano segnali di stabilizzazione dei costi interni, e il dg Gubitosi prospetta il rilancio dell’azienda con digitalizzazione, più presenza all’estero, riduzione dell’outsourcing.

Rai: rosso profondo nei primi 9 mesi (-184,5 milioni), ma con segnali di risanamento

Profondo rosso nei conti Rai per i primi nove mesi dell’anno, ma non mancano segnali positivi. Non tanto per il risultato netto, che risulta in contrazione, rispetto al settembre 2011, di 218,2 milioni di euro (il rosso è di 184,5 milioni), quanto per la dinamica sottostante alle diverse voci del conto economico, che risente della contrazione pubblicitaria ma presenta i primi segnali di ribilanciamento.

Il  risultato netto nei primi nove mesi è frutto di una contrazione del margine operativo lordo (-202,8 milioni, a quota 312,2 milioni), del risultato operativo (-163,5 milioni), che nel settembre 2011 si attestava a +76 milioni, e del risultato ante imposte, in passivo per 170 milioni.

Nel dettaglio, i costi esterni complessivi crescono di 61,1 milioni, attestandosi a quota 984,7, ma l’aumento è imputabile all’onerosità dei diritti per i grandi eventi sportivi (Olimpiadi di Londra in primis) che hanno pesato sui costi esterni per ben 143 milioni. Tolti questi ultimi, la gestione Gubitosi può già vantare una significativa riduzione dei costi esterni “ordinari”, pari a 82 milioni.

Il costo del personale, invece, presenta un incremento di 7,4 milioni (760,9 il totale), dato che maschera l’impegno della nuova direzione a stabilizzare la voce, adottando una “rigorosa politica del turnover e il sostanziale blocco delle politiche retributive e del sistema premiante”.

I ricavi (2039 milioni) risentono della forte contrazione del fatturato pubblicitario (-114,3 milioni rispetto al 30 settembre 2011), e degli altri ricavi, prevalentemente commerciali, in riduzione di 57,4 milioni. La riduzione dei ricavi da pubblicità deriva “sia da una perdita di quota di mercato pubblicitario del Gruppo sia dalla contrazione del mercato pubblicitario complessivo”, in calo del 10,9% rispetto al 2011 nel solo settore televisivo, nell’ambito del quale è – però –  soprattutto Mediaset ad accusare la flessione più forte (-1,8% contro il -1,4% di Viale Mazzini), nonostante il gruppo di Silvio Berlusconi faccia la parte del leone, con una fetta di mercato del 61%, rispetto al 22,8% della tv pubblica.

In una mail inviata ai dipendenti – prassi decisamente innovativa a Viale Mazzini – il dg Gubitosi prevede, per il 2012, conti in rosso per circa 200 milioni, come già ipotizzato in precedenti comunicazioni, mostrandosi però “incoraggiato dai segnali di reazione” rilevabili in azienda.”Non saranno previsti tagli lineari ma mirati: si taglierà l’inefficiente e il superfluo e si investirà di più dove necessario per lo sviluppo, identificando le azioni che ci porteranno verso il pareggio”. 

La direzione, nella fattispecie, prevede di portare a compimento il processo di digitalizzazione dell’informazione, a partire dal TG2 entro fine anno, mentre “le altre testate seguiranno a ruota”. Anche sul fronte estero sono previste novità, con una nuova presenza in Brasile, mentre verranno rilanciati RaiWorld e il Centro Ricerche (con nuovi stanziamenti). 
Quanto al personale, la “stabilizzazione continuerà nei prossimi anni in linea con gli accordi sindacali”.
Si punta anche sulla riduzione dell’outsourcing, riportando all’interno processi di produzione da rendere, però, più flessibili.

Commenta