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Quirinale verso Governo di tregua. Se fallisce, voto a luglio

Tre leader, tre posizioni diverse – Le Consultazioni in corso al Quirinale ribadiscono lo stallo politico – il Presidente Mattarella verso il Piano B: al via un governo di tregua, ma nel caso in cui quest’ultimo non ottenesse la fiducia in Parlamento ora il Colle non esclude il voto a luglio. DIRETTA VIDEO

Quirinale verso Governo di tregua. Se fallisce, voto a luglio

Terzo tentativo, terzo fallimento. Le Consultazioni lampo in corso al Quirinale hanno nuovamente ribadito l’assenza di qualsiasi tipo di intesa tra le principali forze politiche e il perpetuarsi di uno stallo che dura ormai da più di due mesi.

A questo punto dunque, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sembra intenzionato a prendere la situazione in mano varando un “governo di tregua”, ma nel caso in cui quest’ultimo non ottenesse i voti che gli servono in Parlamento, si tornerebbe a votare già a luglio.

Il voto tra due mesi sembra essere l’unica soluzione anche per M5s e Lega che nel corso di una riunione successiva alle consultazioni si sono messi d’accordo sulla data da proporre: 8 luglio.

D’altronde sono poche le soluzioni alternative possibili da vagliare dati i veti incrociati tra i vari partiti.

LA POSIZIONE DI 5 STELLE

Stamattina, Luigi Di Maio si è presentato al Quirinale insieme ai capigruppo di Camera e Senato, ribadendo la posizione del M5s: “Oggi siamo in un’altra fase e io ho detto, ma su questo punto la Lega lo sapeva già, che io sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo con reddito cittadinanza, abolizione Fornero, e una serie di misure anti-corruzione”, ha ribadito Di Maio al termine dell’incontro. “Quando dico – ha affermato inoltre – vogliamo fare un contratto con la Lega stiamo considerando una forza politica: la novità è che siamo disposti a trovare un presidente del Consiglio insieme. Se abbiamo eletto delle cariche istituzionali è bene che continuino a fare le cariche istituzionali”.

“Se non ci sono condizioni per governo politico – ha detto ancora – consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti, allora per noi si deve tornare al voto nella consapevolezza che sarà un ballottaggio: ora è chiaro che ci sono due realtà politiche che competono per governo di questo Paese e gli italiani sceglieranno”.

SALVINI CHIEDE L’INCARICO

Ma la proposta dei pentastellati sembra essere caduta ancora una volta nel vuoto. Il centrodestra, dopo l’incontro di stamattina a Palazzo Grazioli, ha infatti deciso di andare avanti da solo. Matteo Salvini ha chiesto l’incarico al Presidente Sergio Mattarella allo scopo di cercare una maggioranza in Parlamento che, ad oggi però, pare impossibile da trovare:

“Confidiamo che il presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente perché stanti così le cose la nostra coalizione rappresenta l’ambizione e la speranza di 60 milioni italiani. Confidiamo di poterci mettere nelle prossime ore finalmente a lavoro”. Lo dice Matteo Salvini, a nome della delegazione del centrodestra, al termine delle consultazioni.

COSA HA DETTO IL PD

Terza forza politica a parlare con il Capo dello Stato è il Pd che dopo la direzione del 3 maggio, si dice disponibile ad appoggiare “un governo del Presidente”

“Noi pensiamo che a questo punto sia urgente dare una soluzione alla crisi. Basta traccheggiare, basta con il gioco dell’oca. Supporteremo l’iniziativa del presidente della Repubblica fino in fondo. Bisogna fare tutti un passo avanti, il Paese viene prima di tutto”, ha dichiarato il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, facendo appello alla responsabiltà di tutte le altre forze politiche.

POSSIBILI ELEZIONI GIA’ A LUGLIO

Tre partiti, tre posizioni completamente diverse. A questo punto appare dunque probabile che il Presidente della Repubblica potrebbe decidere di dare l’incarico ad una figura istituzionale entro una decina di giorni. Il problema è che, date le dichiarazioni dei principali leader, anche in questo caso i numeri potrebbero non esserci. Nel caso in cui questo Esecutivo neutro non ottenesse la fiducia in Parlamento, si tornerebbe dunque a votare già a luglio, ben prima di quanto ipotizzato in precedenza, quando si parlava di un Governo capace di sopravvivere fino a dicembre, varando nel frattempo la legge Finanziaria e, magari, anche una nuova legge elettorale che consenta al Paese di trovare finalmente una maggioranza.

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