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Di Maio a Salvini: “Rinuncio a Palazzo Chigi: scegliamo insieme il premier”

Il capo dei Cinque Stelle si dice pronto a fare un passo indietro e a rinunciare a Palazzo Chigi pur di fare un governo con la Lega che eviti un governo di tregua ma ribadisce la pregiudiziale anti-Berlusconi – Il centrodestra si divide nel vertice di Palazzo Grazioli in vista delle consultazioni al Quirinale

Di Maio a Salvini: “Rinuncio a Palazzo Chigi: scegliamo insieme il premier”

“Sono pronto a fare un passo indietro e a rinunciare a Palazzo Chigi: il nuovo premier scegliamolo insieme ma non sarà nè Di Maio nè Salvini”. E’ questa l’ultima proposta che, in vista delle consultazioni di domani al Quirinale dal Presidente Mattarella, ha avanzato oggi il capo dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, al leader del centrodestra e della Lega, Matteo Salvini. Quello che conta, ha spiegato Di Maio, è un contratto di programma tra M5S e Lega per migliorare la vita degli italiani che, secondo Cinque Stelle, postula il reddito di cittadinanza,  il superamento della legge Fornero sulle pensioni, l’abolizione dei vitalizi, la riduzione delle tasse e gli altri punti già elencati in campagna elettorale del Movimento.

Ma Di Maio ha escluso ancora una volta la possibilità di intesa con Silvio Berlusconi, con il quale finora Salvini non ha voluto rompere, ed è quindi difficile che il passo indietro del Capo dei Cinque Stelle su Palazzo Chigi possa bastare a spianare la strada ad un Governo Lega-M5S. Ma il vertice a Palazzo Grazioli dei leader del centrodestra – Berlusconi, Salvini, Meloni – si è diviso in vista delle consultazioni di domani del Presidente Mattarella: Salvini è pronto a fare il Governo con i Cinque Stelle ma ovviamente Berlusconi non accetta esclusioni. Ora siamo alla resa dei conti: un nuovo incontro del centrodestra è previsto proprio lunedì mattina, poco prima dell’avvio delle consultazioni al Colle.

Da parte sua, Di Maio ha escluso di potere votare la fiducia a governi del Presidente o di scopo o istituzionali e di volere solo un governo politico, lasciando intendere che, se mancasse l’accordo per risolvere la crisi politica, sarebbe meglio andare al voto al più presto, eventualmente lasciando per qualche mese il governo Gentiloni a Palazzo Chigi per il disbrigo degli affari correnti.

Unica concessione di Di Maio: sì a votare un decreto per evitare l’aumento dell’Iva e l’esercizio provvisorio dei conti pubblici.

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