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Putin, stop a gas e petrolio se ci sarà il price cap. Ma la Russia non può fare a meno dell’Europa

La zampata di Putin, a poche ore dal Consiglio Ue che deve decidere sul tetto ail prezzo del gas, conferma le difficoltà di Mosca: la sua economia dipende dalle vendite di gas. E non può fare a meno dell’Europa

Putin, stop a gas e petrolio se ci sarà il price cap. Ma la Russia non può fare a meno dell’Europa

La Russia non consegnerà più né petroliogascarbone ai Paesi che introdurranno un tetto al prezzo del gas. La minaccia arriva dal presidente russo, Vladimir Putin: limitare i prezzi “sarebbe una decisione assolutamente stupida – ha detto il numero uno del Cremlino in un forum economico a Vladivostok – Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi, in questo caso economici. Né gas, né petrolio, né carbone”. Poche ore prima era stata diffusa anche la notizia che Putin intende proporre al premier turco Erdogan di limitare l’export grano verso la Ue.

Tutte queste minacce danno la misura di quanto il presidente russo in realtà tema il price cap europeo sul gas. Se infatti è vero che l’Europa è ancora dipendente dalla Russia per il suo fabbisogno di metano, è altrettanto vero che l’economia russa – colpita dalle sanzioni e dai blocchi all’import – dipendente dalle vendite di gas. E la Russia non può permettersi di fare a meno dall’oggi al domani di un cliente come l’Ue. È vero, prima dell’attacco in Ucraina Mosca ha firmato un accordo per la costruzione di un gasdotto lungo 3mila chilometri in grado di portare in Cina fino a 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. In questo modo la Russia ha avviato una strategia di avvicinamento a Pechino che in prospettiva aprirà uno sbocco commerciale capace di sostituire il mercato europeo, ma perché un progetto del genere si realizzi servirà ancora molto tempo.

Nel 2022 il Pil russo scenderà del 2,9%, fa sapere Mosca. Ma secondo Bloomberg, che ha visionato un rapporto interno del Cremlino, il reale impatto delle sanzioni e dell’isolamento economico sarà di gran lunga maggiore: l’economia russa crollerà dell’8,3% nel 2023 rispetto al 2021 e addirittura dell’11,9% nel 2024.

[Leggi anche – Crisi gas: Mosca non sta vincendo e la guerra non bloccherà l’energia verde, tre false verità da smontare]

Elettricità: Europa verso un price cap a 200 euro per quella non prodotta da gas

Intanto, la Commissione europea sta valutando di proporre un price cap di 200 euro per Megawattora al prezzo dell’elettricità prodotta da fonti alternative al gas. Lo scrive oggi il Financial Times, che cita come fonte “bozze di proposte” allo studio dell’esecutivo comunitario, testi che raccomandano agli Stati membri d’imporre il price cap sull’elettricità ottenuta da fonti rinnovabili (a cominciare dall’eolico), ma anche dalle centrali nucleari e da quelle a carbone.

Perché proprio 200 euro per Megawattora?

Secondo Bruxelles, 200 euro per Megawattora sarebbe la quota a cui si attesterebbero i prezzi di mercato se le catene di approvvigionamento funzionassero regolarmente. Inoltre, questa soglia potrebbe essere scelta perché considerata abbastanza alta da non scoraggiare futuri investimenti in fonti alternative al gas.

Possibili obblighi di riduzione dei consumi

Le bozze consultate da FT contengono anche altre ipotesi, come l’introduzione di nuovi obblighi di riduzione dei consumi di elettricità del 5% durante gli orari di maggior utilizzo. Le proposte della Commissione europea saranno discusse oggi dai rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri dell’Ue (Coreper), in vista della riunione di emergenza dei ministri dell’Energia prevista per venerdì.

Gas: l’attesa per il price cap fa calare le quotazioni

Intanto, proprio l’attesa per la risposta dell’Ue alle nuove minacce del presidente russo Vladimir Putin contro le sanzioni occidentali spinge al ribasso il prezzo del gas. Dopo una partenza ancora in rialzo, il contratto Ttf, che fa da riferimento per il prezzo del metano in Europa, ha cambiato rotta e alla Borsa di Amsterdam cede il 2,7, a 233 euro al megawattora.

I prezzi del petrolio e del grano

Cambio di direzione, ma in senso opposto, anche per il petrolio, stamattina in flessione e ora in leggero crescita (Wti +0,84% a 8,76 dollari al barile Brent +0,9% a 93,6). Pesano le parole di Putin su un possibile stop anche alle forniture di greggio se la Ue fisserà un tetto al prezzo del gas.

In campo agricolo, l’idea del presidente russo di proporre al premier turco Erdogan di limitare l’export grano verso la Ue non aiuta le quotazioni di grano duro (+2,7% a 906 dollari al bushel) e di grano tenero (+3,3% a 844 dollari).

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