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Putin dà la carica al petrolio e ai mercati

L’annuncio del Presidente russo di essere pronto a congelare o ridurre la produzione di petrolio fa volare il prezzo del greggio ai massimi da un anno e i mercati festeggiano – La Clinton dà nuova forza a Wall Street – Gli Usa acquistano bond: Deutsche Bank rimbalza – Accordo tra Europa e Grecia – A Piazza Affari febbre da fusione per Bpm e Banco Popolare

Putin dà la carica al petrolio e ai mercati

Per qualche ora almeno i mercati finanziari hanno distolto lo sguardo dal duello Clinton-Trump per la Casa Bianca, concentrandosi su un latro potente del pianeta: Vladimir Putin, che ha infiammato ieri il mercato del petrolio, già in tensione. Il presidente russo, parlando al World Energy Council a Istanbul, si è detto pronto a congelare o ridurre la produzione. Altri annunci simili, ha rivelato il ministro algerino dell’energia, arriveranno nei prossimi giorni da altri produttori. Intanto il ministro dell’Energia saudita, Khalid Al-Falih, ha dichiarato che “non è impensabile” che il prezzo del petrolio risalga a 60 dollari al barile entro la fine dell’anno. 

GREGGIO AI MASSIMI DA UN ANNO, ENI +2%

Immediata la reazione dei mercati. Il Brent è salito a 53,3 dollari al barile (+2,6% sui massimi da ottobre 2015). Il Wti si è portato a 51,3 dollari (+3%). Grazie al rialzo del greggio, Exxon Mobil è salita del 2%. Chevron +1,5%.

Mercato dell’energia in fibrillazione anche in Europa. Bene l’indice degli estrattori di materie prime in rialzo del 2%, appena dietro al buon andamento dei petroliferi +2,2%. A mettersi in luce nel listino italiano sono stari Eni (+2,3%), Saipem (+3,2%) e Tenaris (+2%).

ASIA IN SALITA. LI KEQUIANG: LA CINA ACCELERA

Il rialzo del greggio combinato con la forza del dollaro spingono al rialzo Tokyo (+1,2%). Bene anche gli altri listini asiatici, Cina compresa. Parlando a Macao il premier Li Kequiang ha affermato che la crescita ha accelerato nel terzo trimestre, in cui sono stati creati 10milioni di nuovi posti di lavoro mentre i debiti sono “sotto controllo”. Fanno eccezione Hong Kong (-0,3%) e la Corea (-0,8%), sotto pressione per le difficoltà di Samsung.

CLINTON IN VANTAGGIO: SALGONO WALL STREET E IL PESO MESSICANO

Seduta a scartamento ieri a Wall Street, orfana del mercato dei bond per la festività del Columbus Day. Il Dow Jones ha chiuso con un rialzo dello 0,5%, S&P 500 +0,46%. Il Nasdaq è salito dello 0,69%.

I mercati azionari stanno prendendo posizione sulle presidenziali negli Stati Uniti. I sondaggi attribuiscono un rilevante vantaggio alla Clinton sul rivale (57%-34% il margine più elevato). Lo speaker repubblicano della Camera, Paul Ryan, ha annunciato che non darà il suo appoggio a Trump.

Il peso messicano (+2% sul dollaro), diventato negli ultimi mesi l’indicatore delle aspettative su una possibile vittoria di Donald Trump, è sui massimi dell’ultimo mese rispetto al dollaro: il cambio è 18,88 da 19,30 della chiusura di venerdì, dopo il secondo confronto televisivo tra i due candidati. 

I GUAI DI SAMSUNG SPINGONO APPLE

Buon rialzo di Apple: +1,7%, a 116,05 dollari, dopo i nuovi casi di scoppio delle batterie del Galaxy Note 7, il prodotto di punta del concorrente Samsung (-7%, il calo più arcato degli ultimi quattro anni).

Nuovo crollo di Twitter (-11,5%): anche Salesforce, dopo Disney e Google, ha rinunciato all’acquisto. A Borsa chiusa stasera inizia la stagione delle trimestrali. La vernice, al solito, spetta al gigante dell’alluminio Alcoa.

ACCORDO EUROGRUPPO-GRECIA. MILANO +1,4%

L’apertura positiva di Wall Street sostenuta dalle parole di Putin ha messo le ali ieri anche ai listini europei. Stamane è prevista una partenza fiacca, almeno fino all’annuncio dei dati dello Zew tedesco.

A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta in rialzo dell’1,4%, a 16.632 punti. Il principale indice milanese dopo aver toccato un minimo di giornata a 16.253 punti è riuscito a recuperare tutte le perdite e ad accelerare al rialzo nell’ultima parte delle contrattazioni. Buona chiusura per Londra (+0,7%), Parigi (+1,1%) e Francoforte (+1,3%).

Forte crescita, a sorpresa, dell’export tedesco: le esportazioni in agosto sono arrivate a 96,5 miliardi, +9,8% rispetto a un anno fa. Su base mensile l’aumento è del 5,4%, un record che non si toccava da maggio 2010.

L’Eurogruppo ha deciso di dividere in due il versamento della tranche dovuta alla Grecia, secondo un copione già sperimentato da anni, allo scopo di mantenere la pressione sul governo di Atene. I ministri finanziari hanno dato il via libera al board dell’European Stability Mechanism per approvare l’esborso di 1,1 miliardo di euro. I restanti 1,7 miliardi saranno sborsato più avanti, ma sempre entro fine ottobre, una volta che sarà verificata la situazione del pagamento degli arretrati netti dovuti dallo Stato greco.

IN ASTA GIOVEDÌ 8,5 MILIARDI DI BTP

Il secondario italiano ha archiviato la prima seduta della settimana in calo, mantenendosi poco sopra i minimi. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 134 punti base dai 136 del finale di seduta di venerdì e, in parallelo, il tasso del decennale sale a 1,40% da 1,38% dell’ultima chiusura.

Il ministero dell’Economia ha comunicato che nelle aste di titoli a medio-lungo di giovedì 13 ottobre verranno offerti: da 3,5 a 4 miliardi euro del nuovo Btp 3 anni 15/10/2019, cedola 0,05%; da 2 a 2,5 miliardo euro terza tranche nuovo Btp 7 anni 15/10/2023, cedola 0,65%; da 1,5 a 2 miliardi del Btp a 15 anni.

ACQUISTI DI BOND DAGLI USA, DEUTSCHE BANK RIMBALZA

In mattinata il comparto bancario ha sofferto il mancato annuncio dell’accordo tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti con Deutsche Bank. In seguito il titolo dell’istituto, -3,3% in mattinata, ha invertito la rotta per poi chiudere con un guadagno del 2,8%.

Mentre proseguono i negoziati sulla cifra che la Banca dovrà pagare per chiudere l’indagine sulle irregolarità commesse in America sui mutui subprime, arriva la notizia, lanciata da Bloomberg, che Deutsche Bank ha collocato venerdì bond per 3 miliardi di dollari.

Intanto proseguono i colloqui informali con investitori americani per sondare le disponibilità a sottoscrivere un aumento di capitale. Ci sono infine indiscrezioni secondo le quali la famiglia reale del Qatar starebbe studiando la possibilità di aumentare la sua quota in Deutsche Bank al 25%. Oggi la Qatar Investment Company ha il 3% della prima banca tedesca. Fra gli analisti, il 38% raccomanda Sell e solo l’11% consiglia Buy (51% Neutral). La media dei target price è 12,6 euro, poco sopra la quotazione di oggi.

UNICREDIT ALZA IL PREZZO DI FINECO

Tra le banche italiane il rialzo più robusto è stato quello di Banca Popolare di Milano (+6%). Si profila un’ampia partecipazione all’assemblea di sabato chiamata ad esprimersi sulla fusione con Banco Popolare (+6,3%). Più alta è la partecipazione e più sale la probabilità che l’operazione venga approvata. Bene Intesa Sanpaolo (+0,7%), Monte Paschi +0,2%.

Unicredit avanza dello 0,2% dopo aver azzerato le pesanti perdite dell’apertura (minimo a 2,0620 euro). Negli ultimi giorni sono uscite su Reuters altre indiscrezioni sulla possibile cessione di Fineco Bank (-0,7%). Jean Pierre Mustier spera di poter strappare una valutazione di almeno 2,5 miliardi di euro per tutto il gruppo contro un valore di Borsa attuale di 3,1 miliardi. 

Poste Italiane è salita del 2,6%. Generali +0,5%. Azimut H. (+4,3% a 15,14 euro) ha accelerato al rialzo dopo la raccolta netta di settembre che si è attestata a 339 milioni euro, portando così il dato da inizio anno a circa 5,2 miliardi. Icbpi ha definito “eccellente” la raccolta di Banca Mediolanum (+2%).

ENEL, DEBITI A 38 MILIARDI A FINE 2016. BOLLORÉ SALE IN VIVENDI

Tra le utilities Enel ha guadagnato l’1,5%: l’indebitamento netto raggiungerà i 38 miliardi di euro a fine 2016, a fronte dei 37,5 miliardi dello scorso anno, secondo l’ad del gruppo Francesco Starace.

Telecom Italia ha guadagnato il 2,3%: gli investitori hanno reagito alla notizia dell’ascesa oltre il 20% di Vincent Bolloré nel capitale di Vivendi. Terna+2,2% ed Atlantia +1,4%.

FCA EVITA LO SCIOPERO IN CANADA GOLDMAN TAGLIA FERRAGAMO

Tra le società dell’industria, Prysmian +0,2%, StM +1% e Leonardo +1,2%. Fiat Chrysler (+1,8%) ha raggiunto ieri un accordo con i sindacati canadesi evitando così il primo sciopero dopo vent’anni. L’intesa prevede tra l’altro 325 milioni di nuovi investimenti.

Nel Lusso, Ferragamo-1,5%. Goldman Sachs ha tagliato la raccomandazione a ‘neutral’ da ‘buy’ . Il broker ha inoltre rimosso il titolo dalla ‘pan-europe buy list’. Acquisti su Moncler (+1,6%), che resta una delle ‘best pick’ nel settore di Mediobanca Securities.

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