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Pubblico impiego: servono 180mila assunzioni entro il 2026 per non scendere sotto la media degli ultimi 40 anni

Secondo l’Osservatorio Cpi guidato da Carlo Cottarelli per tornare nel 2026 allo stesso rapporto tra occupati e popolazione del periodo 1980-2021, gli statali dovrebbero aumentare da 3,36 a 3,54 milioni

Pubblico impiego: servono 180mila assunzioni entro il 2026 per non scendere sotto la media degli ultimi 40 anni

L’anno scorso il rapporto fra il numero degli impiegati pubblici e la popolazione italiana si attestava al 5,7%, contro una media degli ultimi 40 anni pari al 6,1%. Lo scrive l’Osservatorio conti pubblici italiani in un recente articolo, sottolineando che quello del 2021 è “un valore basso”, anche se “solo moderatamente al di sotto della media (-6%)”.

Ad ogni modo, per rimanere nel solco dei dati registrati fra il 1980 e il 2021, l’anno scorso avremmo avuto bisogno di 240mila lavoratori pubblici in più, come dire che gli statali “avrebbero dovuto essere 3,60 milioni di unità di lavoro annue, invece di 3,36 milioni”, continua l’Osservatorio.

Per recuperare il gap servono 180mila assunzioni entro il 2026

La forbice è però destinata a restringersi nei prossimi anni a causa della tendenza demografica negativa del nostro Paese: considerato il calo della popolazione atteso di qui a quattro anni, si legge ancora nello studio, “se si volesse tornare nel 2026 allo stesso rapporto tra occupati e popolazione osservato nella media del periodo”, il numero degli occupati pubblici dovrebbe salire a 3,54 milioni nel 2026, ossia 180mila unità in più rispetto ad oggi.

Se invece si considerano solo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, per ottenere lo stesso risultato sarebbe necessario un aumento della forza lavoro ancora più significativo, pari a 220mila lavoratori (da 3,2 a 3,42 milioni).

Quale strada sceglierà il governo?

È troppo presto per dire se il Governo deciderà di muoversi in questa direzione, puntando cioè a recuperare il divario che si è aperto nel confronto con i decenni passati. “Non è chiaro quale sia il piano di medio termine del Governo in termini di occupazione pubblica – sottolinea ancora l’Osservatorio – ma ci sono indicazioni che il numero netto di assunzioni possa essere elevato, nonostante la digitalizzazione della pubblica amministrazione possa portare a risparmi di personale”.

In particolare, i segnali più importanti sono due: lo sblocco del turnover e il numero elevato di dipendenti pubblici che andranno in pensione nei prossimi. Inoltre, “sono già iniziate le assunzioni nette, per ora mirate – conclude l’Osservatorio – per soddisfare le necessità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)”. In questo ambito, tuttavia, si tratta quasi sempre di assunzioni a tempo determinato.

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