Condividi

Privacy: Microsoft fa causa al governo Usa

La multinazionale sostiene che l’amministrazione Obama violi la costituzione impedendole di notificare a migliaia di clienti le richieste del governo di accedere ai loro dati e alla loro corrispondenza digitale.

Privacy: Microsoft fa causa al governo Usa

Inizia una nuova battaglia legale sulla privacy negli Stati Uniti. Stavolta la protagonista non è Apple, ma Microsoft, che ha fatto causa al dipartimento di Giustizia Usa per fermare il suo tentativo di costringerla a rendere noti le email e altri dati dei clienti senza che essi ne siano messi a conoscenza.

Nella sua causa, Micrososft sostiene che l’amministrazione Obama violi la costituzione impedendole di notificare a migliaia di clienti le richieste del governo di accedere ai loro dati e alla loro corrispondenza digitale.

In particolare, sono invocati il primo emendamento sulla libertà di parola e il quarto sul diritto di persone e imprese a essere informate se il governo perquisisce o sequestra le loro proprietà.

Il fascicolo presentato dai legali di Microsoft contiene molti numeri: solo nell’ultimo anno e mezzo, la multinazionale che ha sede vicino a Seattle avrebbe ricevuto ben 5.624 richieste di accesso ai dati dei suoi clienti, presentate dalle autorità federali (generalmente l’Fbi che agisce come polizia giudiziaria alle dipendenze del dicastero di Giustizia).

Di queste quasi la metà (2.576) era accompagnata dall’ingiunzione del giudice che imponeva di non far sapere nulla al cliente della “perquisizione digitale”. In molti casi (1.752) questo diktat di segretezza è a tempo indeterminato.

Secondo la Microsoft questo ordine viene impartito troppo spesso, con leggerezza, a prescindere se sia davvero essenziale ai fini delle inchieste o della sicurezza nazionale.

La battaglia di Microsoft fa eco a quella portata avanti da Apple, che si è rifiutata di sbloccare un iPhone appartenuto ai terroristi autori della strage di San Bernardino a dicembre. Quella contesa si è risolta quando il Dipartimento di Giustizia è riuscito a entrare nel telefono con l’aiuto di hacker.

Commenta