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Prada: utile netto in forte calo nel 2015, giù anche ebitda ed ebit

Utile netto in calo del 26,4% rispetto ad ottobre 2014. Salgono i ricavi, ma scendono anche ebitda e ebit. – Continuano invece i problemi nell’area Asia-Pacifico.

Prada: utile netto in forte calo nel 2015, giù anche ebitda ed ebit

Utile netto in forte ribasso per Prada. L’azienda di moda ha chiuso i nove mesi terminati il 31 ottobre 2015 con un utile netto pari a 235,1 milioni di euro, una cifra che rappresenta il 26,4% in meno rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2014.

I ricavi sono invece cresciuti dell’1,2% a 2,6 miliardi a cambi correnti. In deciso calo anche l’ebitda (-12,7% a 595,4 milioni) e l’ebit si è attestato a 373,9 milioni (-24,7%). Bene le vendite in Giappone, America ed Europa, mentre quelle nell’area del Pacifico continuano a mostrare una certa debolezza. La positiva la posizione finanziaria netta al 31 ottobre 2015 è negativa per 197,8 milioni di euro.

L’andamento delle vendite è stato sostenuto dall’andamento dei negozi a gestione diretta, mentre i ricavi wholesale, si legge nella nota diramata dalla società, ‘si mostrano in flessione per effetto della decisione del gruppo di continuare a ridurre l’esposizione verso questo canale’. 

Scendendo nel dettaglio le vendite wholesale hanno registrato un ribasso del 15,9% a 295,5 milioni, mentre i ricavi del network retail sono saliti del 3,8% a 2,3 miliardi. La societa’ definisce poi ‘ottimo’ il trend dei business in licenza, ‘le cui royalties, 33,5 milioni, progrediscono del 16,2% anche grazie al lancio della prima fragranza Miu Miu’.

Quanto all’andamento del canale retail per aerea geografica, Prada sottolinea che ‘il mercato europeo cresce nei nove mesi sia a cambi correnti, +8,6%, che costanti, +7,6%, favorito dall’indebolimento dell’euro che ha stimolato un consistente flusso di turisti sia asiatici che americani’.

Prada sottolinea i tassi di sviluppo registrati nel mercato italiano, mentre notizie positive arrivano anche dal Giappone  ‘che nel periodo in esame ha visto uno sviluppo sia a cambi correnti, +10,4%, che costanti +4,6%, trainato dal numero crescente di turisti cinesi’. Continuano invece i problemi nell’area Asia-Pacifico che “continua a presentare le criticità già  riscontrate nei trimestri precedenti e registra una flessione del 4,9% a cambi correnti, ascrivibile alla riduzione sia dei consumi locali sia dei flussi turistici interni alla regione, con particolare riflesso sulle piazze di Hong Kong e Macao’

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