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Poste, Del Fante: “Nessun interessamento per Alitalia”

Poste si tira fuori dalla partita Alitalia, con Del Fante che smentisce chiaramente le indiscrezioni degli ultimi giorni – Durante l’audizione alla Camera l’Ad chiarisce i passaggi del piano occupazionale: “4mila ingressi entro l’anno, 10mila al 2022” – “Non chiuderemo uffici nei piccoli Comuni” – Al 30 giugno la raccolta della clientela sale a 510 miliardi –

Poste, Del Fante: “Nessun interessamento per Alitalia”

Poste Italiane non è interessata ad entrare in Alitalia. Lo ha affermato a chiare lettere l’amministratore delegato, Matteo Del Fante, in audizione alla Commissione Trasporti della Camera. “Non abbiamo avuto nessun interessamento, l’ho appreso sui giornali”, ha dichiarato l’ad che sembra voler smentire le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni relative alla volontà del governo di far entrare Poste nell’ex compagnia di bandiera, insieme a Fs e Eni.

Poste dunque si tira fuori dalla partita Alitalia, con Del Fante che lancia anche un messaggio agli investitori di Piazza Affari, dopo le perdite subite dal titolo in seguito alle indiscrezioni sui movimenti su Alitalia. Le parole dell’Ad hanno inciso anche sulla prestazione odierna: i titoli della società arretravano dell’1,38%, mentre adesso cedono lo 0,57% a 6,94 euro.

I COMUNI PIU’ PICCOLI

Il numero uno di Poste Italiane è poi tornato a concentrarsi sugli affari del gruppo, rassicurando i deputati sulla permanenza degli uffici postali nei comuni più piccoli: “Confermiamo ufficialmente l’impegno a non chiudere gli uffici postali in tutti quei Comuni che hanno meno di cinquemila abitanti”, ha affermato l’ad, sottolineando l’intenzione di evitare “un accanimento su territori” già svantaggiati.

I NUOVI INGRESSI, PRECARI E PART-TIME

Matteo Del Fante ha poi chiarito che, entro la fine dell’anno, Poste Italiane prevede quattromila nuovi ingressi che arriveranno a 10mila entro il 2022, vale a dire alla fine del piano industriale.

“Nell’arco di piano – ha sottolineato l’Ad – si avrà un incremento di ingressi a pieno regime di 10mila unità circa metà nel recapito pacchi, gli altri entreranno negli uffici postali per allargare il numero dei prodotti”.

Le circa 5mila entrate previste nel recapito nei prossimi quattro anni saranno utili in particolare per implementare il nuovo modello di consegna flessibile, come il “recapito pacchi del pomeriggio” e per la consegna congiunta di corrispondenza e pacchi. La restante parte si occuperà di servizi finanziari e assicurativi, con un aumento dei consulenti finanziari e addetti alla formazione e gestione del cambiamento.

Grande attenzione sarà poi rivolta al Sud dove, ha spiegato il manager “nell’arco di piano sono previste 1.500 assunzioni”.

In generale i nuovi ingressi previsti entro il 2022 sono per 4.600 nuove assunzioni, per 3.800 stabilizzazione di contratti precari, a tempo determinato, per 1.800 trasformazioni da part-time a full time.  C’è “l’impegno – ha detto Del Fante – entro il 2020 (e dunque con due anni di anticipo, ndr.) ad offrire a tutti i dipendenti part time di diventare full time, purtroppo i tassi di accettazione sono abbastanza bassi provincia su provincia; siamo a tassi di accettazione inferiori al 50% in alcune aree”.

Quanto alle uscite previste, alla domanda dei parlamentari, Del Fante ha chiarito che non si tratta di licenziamenti: “Lo davo per scontato, Poste non sta licenziando nessuno, le persone stanno lasciando azienda con un consensuale e non forzato accordo di prepensionamento”. Peraltro l’azienda ha “un’età media molto alta, oltre i 50 anni. Non ci mancano i 60enni che vogliono andare in pensione”.

I DATI FINANZIARI

Al 30 giugno la raccolta da clientela ha raggiunto 510,3 miliardi, di cui il 63% generato dal risparmio postale (105 miliardi dai libretti e 216 miliardi dai buoni postali fruttiferi).  È “un canale di finanziamento del debito del Paese”, ha sottolineato il manager, ricordando anche che Poste “investe altri 140 miliardi di euro in titoli di Stato”. “Siamo strutturalmente acquirenti di titoli di Stato perché riteniamo che il compito di una azienda come Poste sia quello di investire nei titoli del nostro paese”, ha concluso.

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