Condividi

Portogallo, se il default controllato della Grecia fa gola

Per stabilizzare il debito sovrano Lisbona dovrebbe raggiungere un surplus del 2% del Pil: è successo solo 3 volte negli ultimi 17 anni – Se il governo lusitano riducesse il proprio debito del 40%, raggiungere l’obiettivo sarebbe molto più semplice – Il Portogallo è diventato primo nella classifica mondiale dei Paesi che rischiano di dichiarare default.

Portogallo, se il default controllato della Grecia fa gola

La decisione di Atene di obbligare gli investitori a rinunciare a parte dei propri guadagni per tagliare il debito sovrano di oltre 100 miliardi di euro è piaciuta ai mercati. Difficile pensare un motivo per cui anche il Portogallo non debba essere attratto da una soluzione simile. Per quanto le autorità europee insistano sull’unicità del caso greco, sempre più voci insinuano che anche Lisbona possa seguire la strada di Atene.

Lo suggerisce Bloomberg in un editoriale in cui ricorda che il governo lusitano per mantenere stabile il proprio rapporto debito/Pil dovrebbe raggiungere un surplus fiscale del 2%: risultato ottenuto solo 3 volte negli ultimi 17 anni. Se Lisbona adottasse una mossa simile a quella della Grecia, riducendo il proprio debito del 40% il surplus potrebbe facilmente stabilizzarsi intorno all’1% del Pil. Inoltre l’ammontare complessivo del debito portoghese non è neanche la metà di quello greco. “I mercati sembrano aspettarsi una soluzione di questo tipo“, si legge nell’articolo, “venerdì i titoli di stato decennali erano scambiati con uno sconto del 47% rispetto al loro valore di mercato”, segno che gli investitori mettono in conto un possibile default da un momento all’altro. 

Secondo i dati di Cma, società che sviluppa dati sui mercati Otc e sui rischi paese, dopo che l’Isda ha definito il caso greco un “credit event” facendo scattare le clausole sui Cds sul debito greco, il Portogallo è passato a coprire la prima posizione nella classifica dei paesi in cui è maggiore il rischio di default, con un rischio del 63,94%. Nella top 10 ci sono altre due economie europee: l’Irlanda, al quinto posto, e la Spagna al nono. 

Ma non c’è da temere un effetto contagio con gli altri paesi periferici della zona euro. Sempre secondo il giornale finanziario per l‘Irlanda sarebbe sufficiente che la Banca centrale europea (Bce) allungasse la scadenza sul pagamento dei 30 miliardi di euro di credito nei confronti della banca centrale irlandese. Il problema della Spagna in questo momento non è il debito e non ha quindi bisogno di un salvataggio in salsa greca. E anche l’Italia per ora sembra cavarsela con le proprie forze e soprattutto richiederebbe all’Europa sacrifici che non potrebbe permettersi. Tuttavia per scongiurare definitivamente l’effetto domino, Bloomberg suggerisce che la Bce incrementi il valore del fondo salva-stati permanente ad almeno 3mila miliardi di euro: è l’unico modo per dare fiducia all’Europa, tutta. 

Leggi l’articolo su Bloomberg

Commenta