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Popolare Vicenza e Veneto Banca vendono asset per fare cassa

La Banca Popolare di Vicenza ha avviato la cessione del 15% di Cattolica Assicurazioni, che vale 200 milioni, e ne ha appena ceduto il 6,02% mentre Veneto Banca ha già iniziato le procedure per vendere il 70% della Bim che vale 160 milioni – Vendendo asset, le due banche venete puntano a ridurre il fabbisogno di capitale che secondo la Bce dovrebbe ammontare a 6,4 miliardi di euro

Popolare Vicenza e Veneto Banca vendono asset per fare cassa

Vendere asset per ridurre il fabbisogno di capitale è l’imperativo categorico delle banche venete che stanno giocando la partita della vita e la corsa contro il tempo per tentare di salvarsi.

Ieri la Popolare di Vicenza, su impulso dell’ad Fabrizio Viola, ha avviato il collocamento accelerato della sua quota del 15% in Cattolica Assicurazioni che vale circa 200 milioni di euro. L’operazione ha consentito di vendere 10.500.000 azioni ordinarie della compagnia, pari al 6,02% circa del capitale. L’operazione, che – afferma una nota – ha riscosso un notevole interesse dal mercato, è stata realizzata attraverso una procedura di Accelerated Book Building rivolta esclusivamente ad investitori qualificati in Italia.

Ad esito dell’operazione – comunica la banca – BPVI è venuta a detenere 15.767.793 azioni, pari al 9,05% circa del capitale sociale di Cattolica, partecipazione sulla quale BPVI ha assunto un impegno di lock-up di 90 giorni. Il regolamento avverrà il 7 aprile e consentirà al gruppo bancario di incassare intanto 76, 125 milioni (7,25 euro per azione). Equita Sim ha svolto il ruolo di Sole Bookrunner dell’operazione.

Nei giorni scorsi era stata Veneto Banca a muoversi per vendere la sua partecipazione del 70% nella Banca Intermobiliare (Bim), che vale 160 milioni e la cui cessione ha il pregio di ridurre di 1,2 miliardi gli attivi a rischio della banca di Montebelluna.

La cessione di asset e la conversione in azioni di bond subordinati saranno fondamentali per ridurre l’aumento di capitale di cui le due banche hanno assolutamente bisogno e per spianare la strada all’arrivo del Tesoro e alla fusione tra i due istituti di credito veneti.

L’obiettivo è di far scendere a 5 miliardi di euro l’aumento di capitale che la Bce ha per ora quantificato in 6,4 miliardi e su cui, come già avvenne per il Monte dei Paschi, si è aperta una trattativa tra il Tesoro da una parte e Bce e Antitrust Ue dall’altra. 

Dall’ultimo incontro di Bruxelles di lunedì è parsa finalmente una luce in fondo al tunnel ma il diavolo si nasconde sempre nei dettagli e mai come in questa occasione il fattore tempo è determinante per il futuro di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza.

Per il momento, come conferma una lettera inviata al Tesoro, Bce e Commissione Ue hanno giudicato solvibili Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e quindi con i requisiti necessari per accedere alla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato.

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