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Pop Vicenza e Veneto Banca, Padoan: “Speso meno di Uk e Germania”

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis ribadisce che gli aiuti di stato utilizzati per le banche venete saranno considerati come oneri una tantum – Padoan difende la liquidazione ordinata: “L’onere impallidisce di fronte ai centinaia di miliardi utilizzati da Gran Bretagna e Germania”.

Continua il dibattito sulle banche Venete tra Italia e Unione Europea. Stavolta ad intervenire sono il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Nonostante l’acquisizione (a prezzo simbolico) da parte di Intesa Sanpaolo, Bruxelles puntualizza: gli oneri sostenuti dallo Stato per la liquidazione della Popolare di Vicenza e Veneto Banca saranno trattati come una spesa una tantum e quindi non impatteranno sull’aggiustamento strutturale che l’Italia deve fare nel bilancio del prossimo anno.

Ad affermarlo a chiare lettere è il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis: “Come per situazioni simili, in genere trattiamo l’ammontare di denaro che gli stati membri utilizzano per risolvere problemi del settore bancario come una tantum. Quindi non pregiudicherà le nostre discussioni sullo sforzo strutturale che le autorità italiane devono fare per preparare il bilancio del prossimo anno”, ha spiegato Dombrovskis.

In base al piano, con la liquidazione ordinata delle banche venete gli asset “sani” dei due istituti saranno rilevati da Intesa Sanpaolo, mentre i crediti deteriorati confluiranno in una bad bank. A sostenere le spese, nel secondo caso, sarà lo Stato. Il governo italiano ha già emesso un decreto che consente di spendere subito oltre 5 miliardi per una operazione che potrà costare, complessivamente, fino a 17 miliardi.

Dombrovskis ha anche ribadito che sulle venete “tutte le decisioni sono in linea con le regole Ue sulle banche e sugli aiuti di Stato“- sottolineando però che –  “È stato un onere notevole per i contribuenti. E’ stata innanzitutto una scelta dell’Italia”.

A difendere la decisione di procedere con la liquidazione ordinata è intervenuto però il numero uno del Mef, Pier Carlo Padoan, secondo cui, nonostante il prezzo alto dell’operazione, l’onere impallidisce di fronte ai centinaia di miliardi utilizzati da Gran Bretagna e Germania per stabilizzare negli anni scorsi i rispettivi sistemi finanziari.

“L’unione bancaria è stata adottata e prevista dopo che molti Paesi hanno messo enormi importi di soldi dei contribuenti nei loro sistemi bancari”, scrive Padoan. “Stiamo parlando di miliardi di euro in Germania e in Gran Bretagna”.

L’operazione, avversata anche dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, è già stata approvata dalle autorità europee.

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