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Pirelli: ricavi a 4,5 miliardi, forte crescita dei volumi Premium

Il gruppo ha chiuso i conti dei primi 9 mesi 2016 con una crescita organica dei ricavi del 6,6%, al netto dell’effetto cambi, grazie al business Consumer e alla performance del segmento Premium, all’andamento dei mercati maturi e alla ripresa delle vendite sui mercati emergenti. Risultato negativo per le partecipazioni che risentono dei costi per la fusione con Marco Polo. Migliora il flusso della gestione operativa

Pirelli: ricavi a 4,5 miliardi, forte crescita dei volumi Premium

Ricavi per 4,53 miliardi, con una crescita organica del 6,6% (a parità di perimetro e al netto dell’effetto cambi, negativi per il 6,7%) grazie al forte miglioramento della componente  price/mix (+5,5%) per effetto degli aumenti di prezzo nei mercati emergenti, delle  maggiori vendite sul canale Ricambi e del diverso mix geografico e di  prodotto: è il risultato che emerge dal consiglio di amministrazione della Pirelli che si è riunito il 16 novembre per esaminare i dati dei primi nove mesi dell’esercizio 2016. Un risultato che evidenzia una crescita dei principali indicatori economici in accelerazione. In particolare, nel terzo trimestre.

L’incremento dei ricavi a livello organico è stato sostenuto dall’andamento del  business  Consumer (+8,2% la crescita organica nei primi nove mesi, +10% nel solo terzo trimestre) grazie alla performance del segmento Premium all’andamento positivo delle vendite sui mercati maturi, in Apac e nel Meai, mentre il segmento Industrial (+0,3% la crescita organica nei primi nove mesi, +0,1% nel terzo trimestre) sconta la persistente debolezza del mercato tyre in Sud America e in altri mercati emergenti.

Anche i volumi presentano un progressivo miglioramento (+1,2% nei primi nove mesi del 2016, +3,7% nel terzo trimestre) grazie al business Consumer (+3,1% nei primi nove mesi, +5,5% nel terzo trimestre) per effetto della crescita sostenuta sui mercati maturi e della ripresa delle vendite sui mercati emergenti. L’andamento dei volumi nel segmento Industrial (-6,2% nei primi nove mesi, -3,8% nel terzo trimestre) riflette la citata debolezza dei mercati truck e agro in particolar modo in Sud America. Ulteriore rafforzamento del Premium con una crescita dei volumi pari al 14,2% (+15,9% nel terzo trimestre) superiore al trend del mercato Premium globale (+9,0% nei primi nove mesi e nel terzo trimestre). I ricavi organici del segmento sono aumentati dell’11,7% a 2.443,1 milioni di euro, con un’incidenza complessiva sui ricavi Consumer in crescita al 64,6% dal 62,2% del corrispondente periodo 2015 a pari perimetro;

In miglioramento anche la redditività grazie all’effetto delle leve interne quali il price/mix e alle efficienze realizzate per contrastare la volatilità dei cambi e la flessione di alcuni mercati principalmente nel business Industrial. In particolare, il margine Ebitda ante oneri non ricorrenti e di ristrutturazione cresce al 19,2% rispetto al 19,0% del corrispondente periodo 2015 a parità di perimetro. L’Ebitda ante oneri non ricorrenti e di ristrutturazione è pari a 872,1 milioni (861,9 milioni  nel  corrispondente periodo 2015 a parità di perimetro).

Il margine Ebit Adjusted (risultato operativo ante oneri non ricorrenti, di ristrutturazione e ammortamenti di asset intangibile) evidenzia una crescita al 14,4% rispetto al 14,1% nei primi nove mesi 2015 a pari perimetro. L’Ebit Adjusted è pari a 655 milioni  (638,2 milioni nei primi nove mesi 2015 a parità di perimetro). Da registrare anche le efficienze per 68,1 milioni. Dal 2014 sono state conseguite complessivamente efficienze per 254,9 milioni di euro, pari al 73% del target quadriennale 2014-2017 di 350  milioni. A livello geografico migliora la redditività in Europa e Nafta grazie alla forte crescita del segmento Premium. L’Apac si conferma l’area a più alta profittabilità con un Ebit Margin superiore al 20%.

Negativo è invece il risultato delle partecipazioni per 52,7 milioni di euro (-6,2 milioni nel corrispondente periodo 2015) principalmente riferibile agli impatti derivanti dalle svalutazioni e adeguamenti di valore delle collegate Fenice Srl e Prelios Spa. Partecipazioni che hanno avuto un impatto negativo sul risultato netto totale pari a 22,7 milioni contro i 276,6 milioni nello stesso periodo 2015. Pesa in particolare anche l’incremento degli oneri finanziari netti per 202,9 milioni, principalmente riconducibile al debito bancario conseguente alla fusione di Pirelli con Marco Polo Industrial Holding Spa nonchè all’estinzione anticipata del prestito obbligazionario  US  Private Placement da 150 milioni di dollari.

Il  flusso netto della gestione operativa è risultato in netto miglioramento, passando dai -225,7 milioni dei primi nove mesi 2015 ai -32,5 milioni di euro dei primi nove mesi 2016, grazie alla gestione del capitale circolante. Gli investimenti totali ammontano a 238,4 milioni di euro (261,8 milioni nei primi nove mesi 2015), destinati principalmente all’incremento della capacità Premium in Europa, Nafta e Cina, oltre che al miglioramento del mix.. Il flusso netto di cassa totale – prima dei dividendi e degli effetti derivanti dalla fusione con Marco Polo Industrial Holding – è stato negativo per 507,1 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai -572,0 milioni di euro dei primi nove mesi 2015.

La posizione finanziaria netta è passiva per 5.972,4 milioni di euro, dato che include gli effetti della fusione fra Marco Polo Industrial Holding e Pirelli – diventata efficace il 1° giugno 2016 con effetti contabili e fiscali retroattivi al 1° gennaio 2016. Escludendo gli effetti della fusione, la posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2015 era pari a 1.199,1 milioni di euro (5.331 milioni di euro includendo il dato di Marco Polo Industrial Holding). L’usuale andamento stagionale del capitale circolante, con l’incasso delle vendite del prodotto winter in Europa e Russia nel quarto trimestre in coincidenza con l’attività di sell out nei mercati   in oggetto porta – unitamente alla finalizzazione di alcune dismissioni di partecipazioni finanziarie e immobiliari –  a un naturale miglioramento della posizione finanziaria netta nei prossimi mesi. Da sottolineare anche la tenuta dell’occupazione con il numero di dipendenti  salito al 30 settembre 2016 a 36.763 unità dai 36.753 di fine dicembre 2015.

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