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Pirelli, la guida di Tronchetti piace al socio russo

Uno dei principali punti di intesa tra Pirelli e Rosneft è che il socio russo ha preteso nei patti parasociali che Marco Tronchetti Provera restasse alla guida del gruppo – Altra musica rispetto ai tempi della contrastata partnership con i Malacalza – E Dallocchio rilegge la gestione Tronchetti di Telecom: “Decisiva fu l’assenza di investitori stabili”.

Pirelli, la guida di Tronchetti piace al socio russo

PIRELLI, LA GUIDA DI TRONCHETTI PIACE AL SOCIO RUSSO. NON CI SARA’ UNO STOP (COME AI TEMPI DI TELECOM)

Frenano, al terzo giorno, le vendite su Pirelli. E in Piazza Affari si fa strada un’interpretazione più meditata dell’alleanza tra Marco Tronchetti Provera e il gigante russo Rosneft: “E’ venuto meno – è l’analisi di Websim – l’appeal speculativo sul titolo Pirelli, ma l’ingresso di Rosneft nel capitale potrebbe portare nel medio termine a vantaggi produttivi e commerciali per entrambe le società”. Una prospettiva che va al di là delle intese già operative, dall’accordo per l’apertura di una serie di punti vendita e assistenza Pirelli nelle stazioni di servizio Rosneft in Russia all’investimento congiunto in Armenia, dove Pirelli e Rosneft si sono impegnate a realizzare assieme attività di Ricerca & Sviluppo nei materiali usati per la produzione di pneumatici, in particolare nel campi della gomma sintetica.

D’ora in poi, soprattutto, Marco Tronchetti Provera potrà aprire un capitolo nuovo nella sua lunga esperienza di manager, spesso in passato segnata da rapporti “complessi” con azionisti e gruppi finanziari. I patti parasociali con Rosneft infatti, segnano una novità: stavolta sono i compagni di viaggio del manager a chiedere garanzie contro il rischio che Tronchetti lasci la guida del gruppo anzitempo “senza giusta causa” (in tal caso potrebbero vendere le loro azioni allo stesso Mtp con un rendimento del 10%) e non viceversa. Altra musica rispetto al pressing dei Malacalza, costretti a rinunciare con il loro 7% al sogno di giocare una partita in proprio alla Bicocca, o a quello di private ed hedge Usa che annusavano odore di spezzatino.  

In Pirelli, insomma, Marco Tronchetti Provera è riuscito a pilotare la transizione dalla fine del salotto buono di Mediobanca ad una nuova collocazione nello scacchiere industriale senza contraccolpi pericolosi. Un obiettivo inseguito fin da i tempi dell’avventura di Telecom Italia, quando “MTP” dovette alzare bandiera bianca perché al gruppo non era stato fornito il necessario sostegno ad una strategia di crescita basata sulla transizione dall’infrastruttura al contenuto, come si proponeva Tronchetti prima nei colloqui con Rupert Murdoch e Telefonica, poi con Carlos Slim e At&t. “Il capitalismo italiano è fragile, basato sul sostegno delle banche. La lezione di Telecom Italia dovrebbe insegnare a tutti gli imprenditori che per fare bene un’attività imprenditoriale è necessario avere la volontà e la disponibilità di mettere le mani in tasca e impegnare il proprio patrimonio”. E’ la tesi di Maurizio Dallocchio, professore di finanza aziendale in Bocconi e Past Dean della Sd, esposta davanti alle telecamere di Presa Diretta, lettura controcorrente dell’esperienza del capitolo Tronchetti Povera alla guida danni, per giustificare il ribaltone dell’ex incumbent delle tlc, sono state sollevate critiche sui presunti errori di gestione o sui mancati investimenti. Semmai, come è avvenuto in altre fasi della tormentata vicenda di Telecom privata, è venuto meno il sostegno di investitori stabili, gli stessi su cui hanno potuto contare altri gruppo europei con performances simili.

Conti alla mano, sostiene Dallocchio, la gestione di Tronchetti merita un’ampia sufficienza. Pirelli prende il controllo di Telecom Italia con un indebitamento complessivo di 44, 3 miliardi mentre al momento dell’uscita di Mtp il dato è pari a 35,7 miliardi. Il miglioramento (7,6 miliardi) è frutto dei flussi di cassa generati dalla gestione: 58,7 miliardi. “C’è stata una generosissima generazione di cassa – ha detto Dallocchio – E’ un risultato molto buono, più o meno 10 miliardi all’anno. Per ogni cento euro di fatturato viene generata liquidità per 41-42 euro“.

Questa performance, aggiunge Dallocchio, non è legata ad un presunto freno agli investimenti. “Anzi – precisa – rispetto a France Telecom, Telefonica, British Telecom ha investito in rapporto al fatturato più di tutti gli altri”. A sostegno di questa tesi “la stessa Agcom, nel rapporto del 2004, giudica la rete Telecom tra le più avanzate del mondo”. Telecom Italia gestione Pirelli, infine, lascia sul campo in Piazza Affari il 22% circa, in linea con l’indice tlc dello stesso periodo (-21%) , condizionato da punte negative quali il -53% di Deutsche Telekom.

Una storia di ieri che val la pena rivivere oggi al debutto del nuovo capitolo dell’esperienza di Tronchetti alla guida della Bicocca, una storia che dura da 22 anni e che, anche per esplicito mandato del socio russo, dovrà durare ancora almeno  5 anni. Con buone prospettive, visto che ai prezzi attuali Pirelli è scambiata in Borsa a un multiplo Ev/Ebitda 2014 di 5,4 volte, sostanzialmente in linea con il multiplo storico di 5,5 volte, ma decisamente a sconto rispetto al 6,7 volte della concorrente Continental.

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