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Pin Inps addio: da ottobre si accede con Spid

Entro settembre 2021 l’accesso al sito dell’ente previdenziale sarà possibile solo con identità digitale, già utilizzata da 11 milioni di italiani per accedere a sussidi, bonus e per pagare i contributi di colf e badanti.

Pin Inps addio: da ottobre si accede con Spid

Pin dell’Inps, addio. Dal primo ottobre (giovedì prossimo) per accedere al sito della previdenza sociale non servirà più il codice identificativo personale usato oggi da 19 milioni di italiani, ma bisognerà dotarsi di Spid, il Sistema pubblico di identità digitale che già consente a chi lo desidera di utilizzare i vari servizi online della Pubblica amministrazione. Anche ad esempio per chiedere i vari sussidi e bonus, come da ultimo quello per bici e monopattini o lo stesso Reddito di emergenza. Oppure, come fanno milioni di italiani, per pagare i contributi di colf e badanti. Ci sarà comunque un periodo di transizione: chi ha già un Pin potrà continuare ad usarlo per qualche tempo, con il termine massimo, fissato per settembre 2021, tra un anno. L’inps comunque, dal 1° ottobre non genererà più nuovi Pin.

Lo switch off tra Pin Inps e Spid avviene, secondo quanto scrive lo stesso ente diretto da Pasquale Tridico in un comunicato, “in considerazione degli evidenti vantaggi a favore sia delle politiche nazionali di digitalizzazione, sia del diritto dei cittadini alla semplificazione del rapporto con la Pubblica amministrazione”. Attualmente in Italia le identità Spid sono già quasi 11 milioni, più che raddoppiate dai 4,5 milioni di un anno fa e molto incrementate dai 6 milioni di marzo 2020, all’inizio della pandemia. Molto ha influito la crisi da Covid e i conseguenti aiuti messi in campo dal Governo, molti dei quali utilizzabili appunto solo con Spid. Persino il bonus vacanze funziona fino al 31 dicembre solo con l’app Io, il cui funzionamento è collegato al possesso di una identità digitale pubblica.

Come ottenere lo Spid? Il documento elettronico (Sistema pubblico di identità digitale) è rilasciato da una serie di gestori privati e pubblici accreditati dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), per l’esattezza nove soggetti ad oggi: Aruba, Infocert, Intesa Sanpaolo, Lepida, Namirial, Poste italiane, Sielte, Register e Tim. I gestori forniscono le credenziali dopo aver verificato i dati dell’utente (carta d’identità e codice fiscale, o tessera sanitaria). L’uso delle credenziali e la stessa richiesta, se il riconoscimento viene fatto di persona (per esempio con Poste, allo sportello), sono gratuiti. Se invece l’utente, come è probabile in tempi di emergenza sanitaria, preferisce farlo comodamente da casa online, con identificazione tramite webcam, allora alcuni operatori chiedono una commissione.

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