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Piccola guida per difendere il risparmio al tempo del bail-in

Piccola guida per difendere con sicurezza il risparmio dal rischio del bail-in che dal primo gennaio scatterà in caso di crisi della propria banca – Dal deposito bancario a quello postale, dal conto di pagamento al deposito a custodia e amministrazione di titoli fino alle gestioni patrimoniali: tutte le via per dribblare il bail-in

Piccola guida per difendere il risparmio al tempo del bail-in

E’ possibile mettere davvero in sicurezza i propri risparmi e salvarsi dal rischio del bail-in che dal primo gennaio presenterà il conto ad azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100 mila euro delle banche che andranno in crisi?

Con questo breve guida ci rivolgiamo al risparmiatore italiano per invitarlo a riconsiderare le proprie scelte ?nanziarie, orientandolo verso forme di impiego del risparmio…meno aggressive. E soprattutto fuori dal raggio di azione del bail-in.

La prima cosa che bisogna avere chiara sono gli strumenti a disposizione del risparmiatore medio. Essi si compendiano in un deposito bancario o postale a tempo, in un conto di pagamento, in un contratto di custodia e amministrazione titoli e in un conto di gestione del risparmio, a basso pro?lo di rischio.

Dalla combinazione, totale o parziale, di questi strumenti, preferibilmente nella loro più semplice con?gurazione di base, nascono solide prospettive di difesa dal rischio di bail-in, con i bene?ci della specializzazione in termini di servizi da soddisfare, della loro minore onerosità, del più semplice controllo della operatività, magari tramite piattaforme di web banking, evitando pericolose involuzioni, dettate dalla paura, quali la detenzione di contante in cassette di sicurezza o addirittura, la sua conservazione, non solo metaforicamente parlando, sotto il materasso.

Il criterio di fondo è di separare le disponibilità detenute come riserva di valore da quelle monetarie per gestire incassi e pagamenti, riducendo il ricorso a strumenti promiscui e non abbastanza trasparenti nei prezzi applicati, come sembrerebbe diventato il conto corrente.

In caso di fallimento bancario, depositi e conti correnti sono, come noto, protetti per ogni intestatario ?no a 100 mila euro e il collocamento tra più banche, tra loro indipendenti, cioè non appartenenti allo stesso gruppo, ripartisce ulteriormente i rischi. Per gli incassi e i pagamenti, il conto di pagamento, oggi ancora poco diffuso, viene offerto da poste, banche e istituti di pagamento, cosiddetti prestatori di servizi di pagamento, categoria introdotta ormai da alcuni anni da una direttiva europea.

Il conto di pagamento, mobilizzabile con carta di pagamento, via piattaforme di internet banking e, sempre più diffusamente, via telefonia mobile, e operatività verso privati e pubbliche amministrazioni, si alimenta con gli incassi e si riduce con i pagamenti, secondo gli standard di trasparenza e tracciabilita’ Sepa. I costi di gestione sono di gran lunga inferiori a quelli del conto corrente, tuttora nella media maggiori di 100 euro annui, anche perché il conto di pagamento esclude l’utilizzo di assegni.

I saldi sono esclusi dal bail-in. Nel mondo business, dopo le vicende delle quattro banche in crisi, si ha notizia di operatori che hanno cominciato a detenere i saldi dei conti correnti nei limiti della soglia protetta, addirittura anticipando i pagamenti più rilevanti, in specie se riescono ad ottenere sconti dai fornitori. I quali a loro volta possono replicare gli stessi comportamenti, in una catena che, per timore del bail-in, può addirittura generare effetti de?azionistici.

Anche il contratto di deposito a custodia e amministrazione di titoli è escluso dal bail-in, salvo che non vi siano custodite azioni e obbligazioni bancarie. Sono escluse, con la stessa eccezione, anche le gestioni patrimoniali, la cui trasparenza deve essere al riparo da qualsiasi con?itto di interesse di consulenti ?nanziari e gestori, come richiede la Direttiva Mi?d 2, ancora da introdurre nel nostro ordinamento.

Alcuni prodotti di risparmio gestito vengono ormai offerti per importi unitari di qualche migliaia di euro, proponendosi anche a risparmiatori di ridotte disponibilità. È questa, senza dubbio, una positiva novità nell’arricchimento dell’offerta di prodotti ?nanziari, per i quali è di immediata comprensione l’esigenza di massima professionalità e correttezza a tutela del risparmio che vi si indirizza.

In conclusione, il bail-in presenta pro?li complessi, con risvolti ancora non del tutto chiariti, e necessita di mirate campagne pubbliche di informazione, del tipo Pubblicità Progresso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sui cambiamenti intervenuti nel coinvolgimento del risparmio privato anche minuto nella risoluzione di crisi bancarie, ma innesca anche opportunità per una migliore gestione delle disponibilità ?nanziarie di imprese e famiglie. In ogni caso è ormai legge dello Stato ed è inutile cercare di dimostrare che non è adatto al nostro ordinamento.

Non è opportuno neanche instaurare scomposte querelle con le autorità europee che ?niscono per generare ancor più incertezza tra i risparmiatori e maggiore frustrazione in coloro che sono stati così profondamente colpiti all’avvio del nuovo regime. Anche le azioni risarcitorie, dovranno essere, ricorrendone i presupposti, quanto mai estese, respingendo la spiegazione che ciò che è avvenuto sia frutto di insuf?ciente attitudine alla prudenza delle famiglie italiane.

Basterebbe ricordare la retorica della banca del territorio per escludere che vi siano stati negli azionisti e negli obbligazionisti generalizzati comportamenti opportunistici. Al rafforzamento del generale grado di ?ducia, dovrebbe contribuire in?ne una più chiara ammissione di responsabilità da parte delle Autorità di controllo, in luogo della tesi degli strumenti legislativi mancanti e degli ostacoli frapposti alle funzioni di vigilanza.

Siamo ragionevolmente sicuri che, così facendo, possano iniziare per i risparmiatori e per le banche italiane tempi migliori.

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