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Piazza Affari shock: Milano – 11%, Eni -20,8%, Mediobanca -14,4%

Nel lunedì nero delle Borse dovuto a Coronavirus e petrolio ma soprattutto al panic selling, Milano è la peggiore ma sono pesanti anche le perdite di Wall Street, di Londra e Francoforte – Ribassi a due cifre per le blue chips – E lo spread vola a 220 punti base

Piazza Affari shock: Milano – 11%, Eni -20,8%, Mediobanca -14,4%

Piazza Affari azzera i guadagni di oltre in anno e brucia, in poco più di due settimane, quasi 7mila punti registrando la seconda peggior seduta di sempre. La chiusura di oggi è -11,17%, 18.475 punti base, con venti blue chip che registrano cali in doppia cifra a partire da Saipem -21,50.  Lo spread risale a 224 punti base (+20,60) e il rendimento del decennale italiano si porta a +1,38%, mentre quello del Bund precipita a un nuovo minimo, -0,87%. 

In questo lunedì nero un’ondata di vendite si è scatenata del resto su tutti i mercati mondiali, a causa della crescita dell’epidemia da coronavirus da un lato, con l’Oms che dichiara “la minaccia di pandemia è molto reale”, e il crollo del prezzo del petrolio dall’altro.

Nel resto d’Europa Francoforte lascia sul terreno il 7,89%; Parigi -8,39%; Madrid -8,1%; Londra -7,51%; Zurigo -5,75%. Wall Street è crollata in avvio ed è rimasta sospesa per 15 minuti quando lo S&P 500 ha toccato il limite di -7%, cosa che non accadva dal 2008. Dalla ripresa i listini stanno cercando di limitare le perdite, che attualmente sono intorno o superiori al 5%. Il bilancio è pesantissimo, nonostante Donald Trump veda il bicchiere mezzo pieno nel calo dei prezzi del petrolio: “Aiuta i consumatori”, dice. E continui a minimizzare l’epidemia di Covid-19, senza guardare ai ritmi di crescita del contagio e ai danni che può fare una comunicazione ottimistica e superficiale. “Nulla viene chiuso, la vita e l’economia vanno avanti. In questo momento ci sono 546 casi confermati di coronavirus, con 22 morti. Pensate a questo!” scrive su Twitter.

Il petrolio è in forte discesa: Brent -20,65%, 35,92 dollari al barile; greggio americano -19,65%, 33,17 dollari. Un tracollo dovuto al niet di Mosca alla proposta dei tagli alla produzione venuta dall’Opec. In risposta l’Arabia Saudita ha deciso di aumentare la produzione e di ridurre conseguentemente il prezzo. Gli investitori ora prevedono che la Federal Reserve taglierà i tassi d’interesse per la seconda volta questo mese in occasione dell’incontro della prossima settimana. Intanto la banca centrale Usa ha fatto sapere che aumenterà da un minimo di 100 a uno di 150 miliardi di dollari al giorno l’importo che inietta quotidianamente sul mercato monetario, fino al 12 marzo per i prestiti overnight (repo). L’importo per le operazioni di due settimane sarà aumentato anche per le operazioni bisettimanali, da almeno 20 miliardi di dollari ad almeno 45 miliardi di dollari.

In questo clima il Fondo monetario internazionale chiede “una risposta internazionale coordinata” e che “le Banche centrali siano pronte ad agire”. La Bce parlerà giovedì, ma i suoi margini di azione sul costo del denaro sono inferiori a quelli della Fed. Secondo Generali Investments l’attenzione di Francoforte sarà riservata a misure di finanziamento e liquidità per le pmi (tramite TLTRO). Altre potrebbero essere: l’aumento temporaneo degli acquisti di obbligazioni societarie; qualche forma di allentamento regolamentare per facilitare la concessione di credito. “Al momento il mercato non si attende che la Bce aumenti l’ammontare di obbligazioni private e pubbliche acquistate all’interno del Quantitative Easing”. Invece “alla luce delle ultime notizie, misure di politica fiscale devono essere date per scontate in Italia e molto probabili in Germania e in altre economie dell’Area Euro. Il Fiscal Compact non costituisce un ostacolo poiché giustamente prevede esenzioni per circostanze eccezionali, casistica che chiaramente include l’epidemia di Covid-19. Dal lato della politica fiscale, una spesa tra lo 0,2% e lo 0,4% del Pil dell’Area Euro sembra molto probabile”.

In una fase in cui la diffusione del coronavirus sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema, l’Europa ha un’occasione per ridefinire sé stessa. Probabilmente domani i leader della Ue terranno una conference call per discutere un’azione coordinata all’epidemia. “Stiamo prendendo in esame tutto ciò che possiamo fare per contribuire a far fronte all’impatto sull’economia”, sostiene Ursula von der Leyen durante una conferenza stampa a Bruxelles. Tuttavia, aggiunge, l’Ue ha bisogno urgentemente di un accordo sul nuovo bilancio per il periodo 2021-2027 per affrontare al meglio le sfide presenti e future.

Spaventati dall’incertezza globale gli investitori continuano a rivolgersi a porti sicuri. L’oro nella notte ha toccato quota 1700 dollari e al momento viaggia in leggero regresso a 1667,30 dollari l’oncia. 

I Bond americani vanno a ruba: il decennale tratta con prezzi in rialzo e rendimenti in calo e ha toccato un nuovo minimo a 0,47%.

Sul mercato valutario l’euro continua a risalire posizioni contro il dollaro scambiando a 1,1463. Il biglietto verde è in ritirata, mentre si cercano valute rifugio come lo yen e il franco svizzero. “La volatilità implicita a un mese nel cross dollaro/yen – scrive Reuters – è salita al massimo da 11 anni al 18% con il dollaro ai minimi dal 2016. Lo yen si avvia al rialzo maggiore in tre sedute dalla crisi finanziaria del 2008”.

Tornando in Piazza Affari le performance negative più impressionanti sono quelle dei petroliferi: Saipem; Tenaris -21,39%; Eni -20,85%.

Fra le banche la più penalizzata è Mediobanca -14,41%; Banco Bpm -14,34%; Bper -13,58%; Unicredit -13,44%.

Negli altri settori Atlantia -13,49%: Buzzi -13,31%; Juventus -13,55%. Limitano i danni Pirelli (-4,37%), che non prevede impatti sulle attività produttive a causa dei provvedimenti del governo per contenere il coronavirus, e i farmaceutici (Recordati -4,59% e Diasorin -3,16%). Recordati ha ricevuto l’approvazione all’immissione in commercio negli Stati Uniti di un farmaco inibitore della sintesi di cortisolo. 

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