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Piazza Affari scende ancora con le banche, paura Brexit in Europa

I timori per gli aumenti di capitale affossano i bancari a Milano: dopo il flop di Veneto Banca, oggi Consob potrebbe dare l’ok alla ricapitalizzazione di Banco Pop in vista della fusione con Bpm – Per Equita, Unicredit deve raccogliere 5 mld – Due sondaggi del Guardian danno in vantaggio il Sì alla Brexit – Giù il petrolio – Male i titoli del turismo: allerta Usa su possibili attacchi terroristici agli Europei di calcio.

Piazza Affari scende ancora con le banche, paura Brexit in Europa

In Europa Brexit, petrolio e turismo, in Italia gli aumenti di capitale delle banche. Sono questi i temi principali che condizionano in negativo la giornata dei mercati europei. A metà seduta Francoforte cede lo 0,7% (nonostante il Pmi manifatturiero di maggio migliore da quattro mesi), Parigi lo 0,8% e Londra lo 0,6%. La maglia nera spetta però a Piazza Affari, che arretra dell’1,35%.

I titoli peggiori sul Ftse Mib sono quelli degli istituti di credito. L’ultimo fattore intervenuto a destabilizzare il settore è il flop dell’aumento di capitale di Veneto Banca. Le adesioni del mercato all’operazione (che vale un miliardo) sono in pratica nulle, nonostante il prezzo di emissione a 0,10 euro. Anche stavolta, come per la ricapitalizzazione delle Popolare di Vicenza, dovrà intervenire il fondo Atlante, rilevando almeno il 75% del capitale. Il resto potrebbe esser comprato dagli attuali soci, permettendo così la creazione di un flottante sufficiente per l’ammissione in Piazza Affari.

Lo spettro di un nuovo fallimento desta preoccupazione per le sorti del Banco Popolare (-6,16%), in vista dell’aumento necessario prima della fusione con la Popolare di Milano (-4,44%). Secondo indiscrezioni di stampa, il via libera della Consob alla ricapitalizzazione potrebbe arrivare oggi e l’operazione dovrebbe partire lunedì a un prezzo inferiore ai 3 euro.

Altra giornata di ribasso anche per Unicredit (-3,76%). Secondo Equita Sim, anche in questo caso l’aumento di capitale è sostanzialmente inevitabile e il titolo resta “ininvestibile fino al completamento dell’operazione”, possibile entro il secondo semestre del 2016. Il broker ritiene che solo un aumento da 5 miliardi avrebbe la capacità di rinsaldare decisamente i coefficienti patrimoniali (il common equity tier 1 salirebbe sopra il 12%) senza penalizzare eccessivamente il ritorno sugli asset tangibili e gli utili per azione. Un risultato che non si otterrebbe né con la vendita di asset ipotizzata (ad esempio il 20% di Finecobank e le partecipazioni nella polacca Pekao e nella turca Yapi Kredi) né con una mossa d’impatto industriale e storico come una fusione con Mediobanca.

Pesanti anche Ubi Banca (-4,67%), Bper (-4,49%), Mps (-4,01%) e Intesa (-2,34%).

A livello europeo – in attesa delle parole del numero uno della Bce Mario Draghi dopo la riunione di domani –, pesano sui mercati soprattutto le preoccupazioni per la Brexit. Secondo due sondaggi Guardian/ICM – uno online, l’altro telefonico -, oggi la maggioranza degli elettori britannici sarebbe favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Ue, contrariamente a quando emerso dalla stragrande maggioranza delle rilevazioni effettuate finora.

Nell’Economic Outlook semestrale pubblicato questa mattina dall’Ocse – che sottolinea anche il rafforzamento della ripresa in Italia – si legge l’eventuale addio della Gran Bretagna all’Unione europea “rischia di tradursi in rinnovate turbolenze dei mercati finanziari e nell’area euro potrebbe far aumentare i differenziali di rendimento tra titoli di Stato e i costi di servizio del debito pubblico”, uno scenario che “richiederebbe maggiori restrizioni di bilancio”.

La Brexit avrebbe un impatto negativo sull’economia del Paese pari al 5% del Pil nel lungo termine, che nello scenario più pessimistico potrebbe arrivare all’8%, ha sottolineato Catherine Mann, capo-economista dell’Ocse, precisando che l’onda lunga colpirebbe l’Europa, gli Usa e non solo: “Il rischio è globale”.

A deprimere le quotazioni europee contribuisce oggi anche il calo del greggio (-1,9% il Brent sotto i 49 dollari al barile), che pesa sui titoli minerari, insieme al dato sul Pmi cinese. Male anche i titoli del turismo, penalizzati dall’allerta lanciata dagli Usa su possibili attacchi terroristici in occasione degli Europei di calcio.

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