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Piazza Affari: effetto Libia. Tutti i titoli sull’onda del dopo Gheddafi.

Petrolio, infrastrutture e sistemi per la difesa. Il Paese nordafricano è il primo fornitore di greggio per l’Italia e il terzo di gas. Se gli interessi che le nostre imprese hanno nel Paese nordafricano sono grandi, anche le partecipazioni della Libia in società italiane sono rilevanti e spaziano in diversi settori, dalle banche alle società di calcio.

Piazza Affari: effetto Libia. Tutti i titoli sull’onda del dopo Gheddafi.

Per Gheddafi le ore sono contate, ma i combattimenti nella capitale Tripoli continuano. E la Borsa milanese, nonostante i tumulti derivanti dalla crisi del debito della zona euro e dai timori legati al rallentamento dell’economia, ne sta assaporando gli effetti positivi. Non sono pochi gli interessi italiani legati alla Libia e i titoli che avevano più sofferto all’inizio della primavera araba, per l’incertezza sul futuro del Paese libico, adesso si stanno prendendo la loro rivincita.

Eni – Come ha ricordato ieri il presidente Giuseppe Recchi, il 13% del fatturato del Cane a sei zampe dipende dalla Libia (circa 244 barili al giorni). L’Eni aveva sottoscritto con il governo Gheddafi accordi per il rinnovo delle concessioni fino al 2045. Alle ore 11.30 il titolo Eni intorno alle ore 12.00 cresce del 2,03%, dopo aver chiuso ieri a +6,33%. Anche le controllate Saipem e Snam hanno progetti nel Paese nordafricano. Il titolo Saipem sale dell’1,25% mentre Snam scende dello 0,30%.

Enel – La società romana produce in Libia 8 miliardi di metri cubi di gas l’anno, ma un ripristino di normalità politica nel Paese nordafricano significa per Enel nuovi investimenti e il riavvio di quelli bloccati a causa della crisi politica. Il titolo Enel cresce del 1,20%, come la sua diviosione legata alle energie alternative Enel Green Power che sale dello 0,60%.

Finmeccanica – La Libia rappresenta circa il 3% dei ricavi del colosso della difesa italiano. Nei prossimi tre anni Finmeccanica stimava ordini di 4-5 miliardi di euro, circa il 10% dell’order intake totale. Infine il Paese nordafricano è presente nell’azionariato di Finmeccanica attraverso il fondo sovrano Lia (Libyan Investment Authority) che possiede il 2,01% del capitale. Il titolo Finmeccanica cresce dell’1,78%. La controllata Ansaldo Sts ha da poco cominciato un investimento da 650-680 milioni di euro (circa il 15% del portafoglio) per costruire una linea ferroviaria in 5-6 anni. Il titolo Sts cresce dello 0,25%.  

Impregilo – La società ha diversi contratti in Libia per un totale di crica 1 miliardo di euro. I progetti riguardano l’urbanizzazione della città di Tripoli (circa 300 milioni di euro), la costruzione di tre centri universitari, la city hall della capitale e altre infrastrutture. In più concorre per l’assegnazione della gara per la realizzazione dell’autostradia costiera nel Paese. Il titolo Impregilo cresce dell’1,16%.

Unicredit – E’ decisamente l’istituto italiano più esposto alla Libia: la banca centrale di Tripoli possiede il 4,98% del capitale e la Lia il 2,59%, arrivando a possedere insieme più del 7,5% di Piazza Cordusio. Il titolo Unicredit perde lo 0,78%.

Juventus – La Libyan arab foreign investment company (Lafico) è presente nel capitale della società torinese con il 7,5%. Il titolo Juventus oscilla intorno allo 0 da stamattina, verso le 12.00 perde lo 0,50%.

Fiat – Il fondo Lafico è presente dal 2002 anche nel Lingotto e possiede il 2% del capitale. Il titolo Fiat sta saledo del 2,22%.

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